Felici ore lontane, trascorse con lievità insieme alle persone care della propria famiglia.
Un semplice sorriso ingenuo illumina il viso della ragazza più giovane, lei ha questo sguardo dolce e sognante, porta i capelli morbidi e folti, la camiciola candida e la sua gonna è trattenuta dalla cintura alta.
Attento e rigoroso il capofamiglia sorride bonario, ha una barba importante e bei baffi a manubrio, panciotto di ordinanza sul quale brilla la catena dell’orologio da taschino, paglietta e parasole, simboli di questo tempo delle ore lontane e felici.
Madame è briosa e volitiva, basta osservarla per comprendere che è una donna di carattere e sa di certo farsi rispettare.
E secondo la moda dell’epoca anche lei, come le sue amiche, fa sfoggio di un cappello favoloso e piuttosto ingombrante, il suo ombrello poi si distingue per la stoffa più scura e per il motivo a righe.
Queste felici ore lontane resteranno, forse, inamovibile ricordo della giovinezza.
Emergerà, nel tempo, la memoria di una voce, un frammento banale, una parola dimenticata.
Tutto diverrà tesoro prezioso e tassello minuto di un’intera esistenza che a volte pare composta di tanti attimi insignificanti che tuttavia, messi in sequenza, compongono un patrimonio di emozioni e di esperienze.
E sarà così per il tipo brillante che sorride baldanzoso, per il ragazzino che se ne sta lì buono tra i grandi e per la giovane donna dall’espressione timida.
Rimane così il ricordo di quelle ore lontane, straordinari istanti di vita e di felicità.