Felici ore lontane

Felici ore lontane, trascorse con lievità insieme alle persone care della propria famiglia.
Un semplice sorriso ingenuo illumina il viso della ragazza più giovane, lei ha questo sguardo dolce e sognante, porta i capelli morbidi e folti, la camiciola candida e la sua gonna è trattenuta dalla cintura alta.

Attento e rigoroso il capofamiglia sorride bonario, ha una barba importante e bei baffi a manubrio, panciotto di ordinanza sul quale brilla la catena dell’orologio da taschino, paglietta e parasole, simboli di questo tempo delle ore lontane e felici.

Madame è briosa e volitiva, basta osservarla per comprendere che è una donna di carattere e sa di certo farsi rispettare.
E secondo la moda dell’epoca anche lei, come le sue amiche, fa sfoggio di un cappello favoloso e piuttosto ingombrante, il suo ombrello poi si distingue per la stoffa più scura e per il motivo a righe.

Queste felici ore lontane resteranno, forse, inamovibile ricordo della giovinezza.
Emergerà, nel tempo, la memoria di una voce, un frammento banale, una parola dimenticata.
Tutto diverrà tesoro prezioso e tassello minuto di un’intera esistenza che a volte pare composta di tanti attimi insignificanti che tuttavia, messi in sequenza, compongono un patrimonio di emozioni e di esperienze.
E sarà così per il tipo brillante che sorride baldanzoso, per il ragazzino che se ne sta lì buono tra i grandi e per la giovane donna dall’espressione timida.

Rimane così il ricordo di quelle ore lontane, straordinari istanti di vita e di felicità.

Vico delle Erbe: l’edicola di Sant’Antonio da Padova

È un’antica edicola risalente al XVIII Secolo ed è collocata su un edificio in Vico delle Erbe all’angolo con Vico dei Notari.
Tra le finestre dove freme la vita vi è così Sant’Antonio da Padova.

In un tratto di caruggi molto amato dai genovesi, sotto l’edicola è collocata la celebre drogheria Casaleggio, una bottega cara a tutti noi.

È ricca e raffinata l’edicola che ospita il Santo di Padova e l’insieme spicca luminoso tra le decorazioni dai toni dell’ocra.

Sant’Antonio è in ginocchio, raccolto in preghiera, i suoi occhi sono rivolti verso l’alto.

E lo circondano dolci cherubini e il suo sguardo trova la figura del piccolo Gesù.

Sulla sommità si leggono le lettere IHS che compongono il trigramma di Cristo.

È anche questa una testimonianza di antica devozione in una delle strade della nostra città vecchia.

Così, quando passate in Vico delle Erbe, alzate gli occhi e vedrete l’immagine devota di Sant’Antonio da Padova.

Come commentare sul blog

Cari amici, questo è un breve post di servizio.
Il modulo dei commenti del blog è stato di recente aggiornato e alcuni miei lettori e commentatori abituali mi hanno riferito di aver avuto qualche difficoltà nel commentare i post, si tratta di persone con le quali sono in contatto al di fuori del blog e pertanto è stato semplice spiegare a voce come funziona il nuovo modulo dei commenti.
Ho pensato poi di scrivere qui le istruzioni per commentare, giusto in caso ci fosse tra di voi qualcuno con le medesime problematiche.
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Infine dopo che avrete scritto la vostra mail e il vostro nome la casella in basso a destra contrassegnata con la parola “Rispondi” dovrebbe diventare da grigia a blu, cliccateci sopra e il commento dovrebbe arrivare a destinazione.
Credo che sia tutto, spero che questo post sia utile e chiaro e affido queste parole a una messaggera particolare, una farfalla che qualche giorno fa si è posata sulla mia lavanda in terrazzo.
Una leggerezza fuori stagione, un piccolo meraviglioso regalo.
Buona giornata a tutti voi!

Monumento Pittaluga: Gesù e la luce

La luce lambisce il marmo e così illumina il giovane viso di Gesù.
Ed è silenzio, misticismo e mistero.
E luce radiosa su Gesù.

Il gruppo scultoreo della Pietà, opera dello scultore Antonio Besesti e risalente al 1919, è situato nel passaggio centrale del Porticato Trasversale al Semicircolare del Cimitero Monumentale di Staglieno.
Qui, sotto questi sguardi, dorme il suo sonno perenne il Cavalier Luigi Pittaluga.

E il viso di Maria è dolcemente perfetto, i suoi occhi sono rivolti a Dio.

E la mano di Suo figlio è così posata sulla sua: Maria tiene Gesù tra le sue braccia ma le dita di lui si posano così su di lei.
Affetto, amore e protezione per l’eternità.

In un legame saldo e indissolubile.

Così la luce rischiara i petali rosa, sfiora il marmo e accarezza le membra e l’amorevole volto di Gesù.

Camminando nel passato sul Viale delle Palme

Ritorniamo a camminare nel passato della nostra bella Nervi, meta di dolci villeggiature e di romantiche passeggiate in riva al mare.
E prima di raggiungere la scogliera sulla quale si frangono fragorose le onde scenderemo lungo il Viale delle Palme e qui troveremo una piccolo gruppetto di uomini fermi in posa per l’occasione.

Per andarsene verso Genova non c’è che l’imbarazzo della scelta in fatto di mezzi di trasporto, ci vorranno un po’ di pazienza e un po’ di tempo ma il viaggio sarà piacevole e dolcemente panoramico.

A lato della strada un giovanotto se ne sta pigramente appoggiato a un palo della pubblica illuminazione mentre alle sue spalle si nota una giovane donna che si ripara gli occhi dal sole e intanto osserva incuriosita per capire cosa accade in questo luogo che forse fa parte della sua quotidianità.

Osservando il Viale delle Palme, in fondo, non ci sembra che la prospettiva sia poi così mutata e tutto appare davvero riconoscibile.

E poi guardando meglio con gli occhi della fantasia sarà semplice rivedere ancora un gruppo di uomini in mezzo alla strada, le vetture d’epoca e la giovane donna che si copre dal sole.
Era un giorno distante, nella nostra bella Nervi, sul Viale delle Palme.

Il cielo di ottobre

Il cielo di ottobre e di Genova è luminoso e brillante, ancora denso del chiarore dell’estate.
E così ho voluto mostrarvi questo cielo radioso, azzurro e intenso, questo è il cielo della Superba e così l’ho veduto durante una passeggiata mattutina che è inIziata in Salita alla Spianata di Castelletto.

Pochi passi ancora ed eccomi in Via ai Quattro Canti di San Francesco dove il celeste chiaro fa risaltare le splendide architetture della Superba.

Un incrocio di caruggi in Via della Maddalena.

E curve, linee, contrasti tra la chiesa, le case e il nostro cielo in Vico dietro il Coro della Maddalena.

E ancora, scendendo giù da Via dei Macelli di Soziglia, l’azzurro brilla tra i palazzi alti.

E si svela in una delle tipiche prospettive genovesi.

È chiaro, lucente e profumato di mare il cielo di Genova e così lo si ammira in Piazzetta Merli.

Ed è un nastro di luce splendente sulla nostra Via Orefici.

E infine così trionfa questo cielo di ottobre e di Genova sulla minuta Piazza dello Amor Perfetto dove si manifesta, chiara ed evidente, tutta questa antica meraviglia di Genova che davvero sa fare semplicemente innamorare.

2 Ottobre: la festa degli Angeli Custodi

Oggi è il 2 Ottobre ed è la festa degli angeli custodi.
La preghierina all’angelo custode è una delle prime che si imparano e da bambina per me l’angelo custode era fonte di grande curiosità, mi ponevo al riguardo molte domande e avrei voluto conoscere tutte le risposte.
Ognuno ha il proprio angelo custode e così io mi domandavo in base a quale criterio venisse assegnato uno specifico angelo, poi avrei voluto conoscere l’aspetto del mio angelo custode e il suo carattere, questo amico silenzioso mandato dal cielo era un mistero bellissimo e inesplicabile.
Come già detto, io sono stata una bambina terribile e così da piccola ero certa che il mio angelo custode non si annoiasse in mia compagnia, infatti non stavo mai ferma e di conseguenza anche lui era sempre in movimento.
Naturalmente, con inguenua fantasia infantile, me lo sono sempre immaginato etereo e leggero, con la tunica bianca e le sue grandi ali.
Da grande, invece, gironzolando per il Cimitero Monumentale di Staglieno, credo di aver riconosciuto il mio angelo custode ideale: è un giovane dall’aspetto scapestrato e dall’espressione imbronciata, però mi piace pensare che sia proprio uno come lui a guardarmi le spalle.
E in questa giornata dedicata a queste creature celesti porto qui una rappresentazione del tempo passato, una bellissima cartolina d’epoca dedicata all’angelo custode.
Ecco l’angelo, attento e affabile, i suoi sguardi e i suoi gesti proteggono e difendono.

E poi la fragilità dell’infanzia, questa dolcezza vera e l’amorosa bellezza dell’angelo custode.

Le tre sorelline

Le tre sorelline volgono a noi i loro sguardi vivaci da un tempo distante, dai giorni teneri della loro infanzia.
Loro tre hanno colpito la mia attenzione per una ragione particolare a mio parere non così comune nei ritratti d’epoca.
A osservare i loro visetti infatti mi è parso di cogliere una sorta di straordinaria modernità che forse deriva dai loro modi all’apparenza rilassati, dalle capigliature lasciate quasi libere senza trecce o complicate acconciature.
Le tre sorelline sembrano tre bambine dei tempi presenti: la più piccina ha l’aria un po’ timida ma anche sfrontata, quella di mezzo sed sembra saggia e indipendente e la più grande, ritta al centro, spicca per quel raro sorrisetto dotato di spontaneità e per quella luce che brilla nei suoi occhi.
Sono dolci le tre sorelline, sono intelligenti e allegre e doveva essere proprio facile affezionarsi a loro.

Mano nella mano, una vicina all’altra.

Con le gonne lunghe e candide, gli stivaletti con i lacci, la leggerezza della gioventù.

In posa davanti allo sguardo sapiente del bravo fotografo Achille Testa, in un giorno lontano della Superba.
Le chiome morbide, i piccoli orecchini preziosi, i sorrisi ingenui, le collanine sottili e una spilla appuntata sul bavero della giacca: tre sorelline di Genova con tutta la vita davanti.

Dolce settembre

Dolce settembre, tiepido e radioso.
Già lo stiamo quasi salutando e non pare vero, settembre frettoloso scivola via e presto cederà il posto al mese delle foglie, delle castagne e delle mutevolezze autunnali.
Dolce settembre, l’aria è ancora calda e il cielo è lucido.
Così si passeggia, davanti al mare al Porto Antico.
Ed ancora tempo di maniche corte e di sole in faccia, di indolenti pigrizie su queste panchine, è ancora tempo di blu, di azzurro e di luce.
Dolce settembre di Genova, così quieto, confortevole e romantico.

Via della Posta Vecchia: la fierezza di San Giorgio

Ritornando nel nostro amato centro storico molte sono le opportunità di imbattersi nel Santo che uccise il drago: per antica tradizione la sua effige veniva apposta sulle dimore dei capitani di galea che in battaglia si erano distinti per eroismo e per coraggio.
E allora transitando in Vico della Posta Vecchia forse si guarderà con una certa curiosità un antico portale che indica che qui visse un valoroso.
Al civico numero 12, infatti, ecco una raffinata scultura nella quale è rappresentato San Giorgio che uccide il drago.

Il Santo è fieramente in sella al suo destriero, sotto di lui l’orrendo mostro sul quale egli vince vittorioso.

Sui lati ci sono scudi abrasi, elmi e decorazioni di foglie.

Non mancano i volti di antichi custodi di questa vetusta dimora.

Così accade scendendo nella penombra di Vico della Posta Vecchia.

In questi luoghi dalla lunga storia dove ancora si ammira la fierezza di San Giorgio.