Un pomeriggio d’autunno, nei caruggi.
Le foglioline dal verde primaverile e un mistico silenzio, nelle vicinanze la nostra Cattedrale.
Il passo svelto, l’abito che ondeggia e lo sguardo sicuro, ho sempre la sensazione che taluni sappiano precisamente quale sia la loro meta.
Anche riguardo a lei ricordo di aver fatto proprio lo stesso pensiero, quel giorno era sferzato dal vento e dal freddo pungente ma lei non pareva temerlo.
Tonache.
Tonache e passi.
E strade, corsi alberati, traiettorie che sembrano metafore dei destini.
E preghiere, silenzi, bibbie e rosari.
Tonache.
Tonache, passi e veli.
E mani amorevoli e generose, sorrisi e cuori gentili.
Con quel venticello anche le sottane sventagliano… ma direi che van tutti spediti verso la loro destinazione! Qui oggi pioggia battente e buio, volevo fare un po’ di foto per il blog ma dovrò rinunciare. Bacioni!
Vero, è come dici tu.
Anche qui piove, è tempo da ricamo, divano e copertina.
Baci cara, grazie!
C’è ancora qualche sacerdote che gira con la tonaca…..
Ce ne sono tanti, direi!
Ciao cara, grazie, buona giornata a te.
effettivamente, Miss, i soggetti in tonaca non sembrano essere usciti a far quattro passi…
Non si poteva dire meglio di così, mio caro!