Una ragazza di nome Elvira

È un giorno di maggio del 1891: lei si alza, si guarda allo specchio, si pettina al chiarore di una lampada.
Elvira e i suoi 22 anni, a quell’età le ragazze hanno la testa piena di progetti, a quell’età i sogni non si svelano, si serba nel cuore la speranza che si avverino.
Elvira, la sua bellezza, la grazia acerba e quei suoi capelli corvini, scuri come il destino che l’attende.
Si veste, chiude il corsetto, indossa la giacca ed esce di casa, Elvira scende piano le scale, insieme a lei c’è suo cognato.
Il portone si apre, Elvira abita in Via Balbi, in questo palazzo.

Via Balbi (2)

I due sono diretti a Principe, al Bar della Stazione, il locale è di proprietà del papà di Elvira, la ragazza lavora lì.
Percorrono Via Balbi, ignari di quanto accadrà.

Appoggiato alla ringhiera, all’inizio di Salita della Provvidenza, c’è un giovane uomo che attende nervoso.
Attende proprio lei, Elvira.

Salita della Provvidenza

La ragazza e il cognato non lo notano neppure e passano oltre, lui si scosta e in un istante si para davanti a loro.
E pronuncia una sola fatale parola, il nome di lei:
– Elvira.
La ragazza alza lo sguardo, forse non fa neppure in tempo a distinguere il viso di colui che ha di fronte, due colpi di pistola infrangono i sogni e il respiro di Elvira.
Le pallottole trafiggono il suo petto e spezzano una delle stecche del suo busto, la lamina di metallo finirà per conficcarsi nel polmone e nel cuore della ragazza.
Lei tenta di reggersi in piedi, fa qualche passo, barcolla e poi crolla a terra esanime.
Viene soccorsa e condotta all’ospedale ma per Elvira non c’è salvezza, la sua vita sgorga via con il suo sangue.
L’assassino fugge, corre via disperato, più tardi andrà in questura a confessare il suo misfatto.
Chi è il giovane che ha commesso il delitto?
Ha 17 anni, è di origine polacca ed è noto per la sua sfrontata arroganza, per un certo periodo ha avuto un impiego al Caffè della Stazione, il locale di proprietà del papà di Elvira, tuttavia ha dovuto abbandonare quel lavoro dopo un acceso diverbio con un collega.
Il giovane ha un’ossessione: gli occhi grandi e il volto bello di Elvira, è lei ad essere al centro dei suoi pensieri.
L’assassino ha trascorso la notte precedente all’omicidio in giro per le bettole dei caruggi, in quelle ore ha scritto un lettera nella quale confessa il delitto che sta per compiere, preannuncia anche di volersi suicidare.
Al processo verranno fuori parecchi dettagli su di lui e sul suo passato difficile, le cronache del tempo si affidano a metodi lombrosiani per delineare un profilo dell’omicida.
Tra i suoi legali c’è anche un nome di grido, si tratta dell’avvocato Giacomo Borgonovo, celebre per le sue appassionate battaglie contro la pena di morte.

Giacomo Borgonovo

Tomba di Giacomo Borgonovo
Cimitero Monumentale di Staglieno

Il giovane in carcere si fa tatuare, si presenta così in tribunale con il nome della sua vittima scritto sul braccio, ha sulla pelle anche la data del suo delitto.
Verrà condannato a vent’anni di carcere, nulla lo salverà dalla galera.
La tragica fine di Elvira sconvolse i suoi famigliari e coloro che la amavano, il fidanzato di lei tentò di togliersi la vita per la disperazione.
Una ragazza qualunque, la sua vicenda ebbe parecchia risonanza all’epoca.
Una ragazza qualunque, una storia drammatica e tristemente attuale.
La vicenda di lei mi è stata narrata dal mio amico Eugenio, io ho fatto ulteriori ricerche e scoperto nuovi particolari su questo fatto di cronaca di un altro secolo.
Elvira Turbiglio lasciò i suoi sogni e la sua vita di ragazza il 14 maggio 1891, vittima della ferocia del suo assassino.
Riposa a Staglieno, la sua tomba si trova nel pavimento del porticato inferiore a levante al numero 1284, questa è un’immagine dell’epoca che appartiene ad Eugenio.

Elvira

Immagine appartenente alla collezione di Eugenio Terzo

L’epigrafe incisa su quel marmo fu composta da un celebre giornalista, Luigi Arnaldo Vassallo, queste sono le sue parole.

Elvira (3)

E il pensiero va a lei, fiore di soave bellezza spezzato dalla crudeltà.
Una ragazza.
Una ragazza di nome Elvira.
Se andrete a salutarla portatele anche voi una rosa, una rosa per i suoi 22 anni perduti.

Elvira (2)

48 pensieri riguardo “Una ragazza di nome Elvira

  1. Purtroppo ci sono tantissime storie come queste. Quando vado in un cimitero anche solo per ammirare le tombe mi piace comprare diversi fiori e posarli sulle tombe meno visitate. Una maniera per mandare un pensiero dolce a chi ha vissuto prima di noi.

  2. Un altro ritratto di una vita fuggevole, un ricordo di chi ormai è polvere nel tempo! Miss, tu riscrivi l’Antologia di Spoon River con le vite e le morti dei genovesi!

    1. Grazie cara Anna, alcune di queste vicende sono davvero struggenti, se si avesse il tempo di ricostruire storie ed eventi davvero si potrebbe ricostruire una sorta di Spoon River genovese. Un abbraccio a te, ti ringrazio per le tue parole.

  3. Ho sentito una fitta al petto quando ho letto il tuo racconto. Speravo che quel giovane volesse dichiararsi, che la scongiurasse di fuggire insieme ed invece mi hai ….fatto ricredere, così duramente.
    Una prece per la giovane sfortunata Elvira, varrà anche dopo più di un secolo.
    Un abbraccio, buon Ottobre Miss Fletcher
    Susanna

    1. La storia di Elvira e immensamente tragica, anch’io credo che un pensiero o una preghiera valgano anche dopo così tanto tempo, per questo ho voluto scrivere di lei.
      Un bacio a te cara, grazie.

  4. sono passati 21 anni dal fatto tu racconti, quasi l’età della povera Elvira, come sentiamo e leggiamo il femminicidio in questi anni a preso ancora di più campo, perchè hanno paura di noi donne che siamo la potenza della famiglia e della nazione

    1. Eh, cara Alba, in realtà sono passati più di cent’anni, è una vicenda accaduta nel 1891, il fatto che drammi del genere si ripetano ancora dovrebbe farci davvero riflettere su quanto ci sia da fare per rendere il nostro mondo un posto migliore.

  5. Sono trascorsi decenni e siamo ancora nella stessa becera mancanza di rispetto per le donne…. questo mi rattrista ancora di più.
    Grazie per condividere sempre le tue ricerche e curiosità, è bello conoscere tante storie che altrimenti rimarrebbero nell’ombra 🙂
    Un bacio!

  6. Bello e commovente il tuo post, grazie al quale dopo piu` di cento anni abbiamo potuto rivivere le ultime emozioni di una ragazza nel fiore della giovinezza, un fiore strappato dalla follia…

  7. Brava Miss, riportare queste storie nel tuo blog, suscitano emozione anche dopo più dii un secolo.
    Nel frattempo valorizzi Staglieno (grande contenitore di storia).
    Un caro abbraccio.
    Eugenio

  8. Non avevo mai sentito parlare di questa ragazza, ma devo dire che leggere la storia di Elvira mi ha emozionato come se fosse successo ieri questo fatto, e non nel 1891, è triste pensare a questa povera ragazza, strappata alla vita a soli 21 anni.
    Grazie per averla condivisa sul blog!
    Ciao

  9. povera Elvira! il femminicidio c’era una volta e purtroppo c’è ancora adesso… il tempo passa e invece di attenuarsi, il fenomeno, s’infoltisce… Miss, c’è da aver paura ad aver figli maschi…

  10. Mia mamma, nata a Genova mi raccontava,di una ragazza che lavorava in fabbrica con lei, che fu accoltellata a morte,sotto gli occhi delle sue compagne.Quando ne parlava ,a distanza di tanti anni sentivo nella sua voce la paura di quel momento.Grazie a lei Miss, mi è tornata in mente,Con tutto il cuore offro una rosa anche a questa sconosciuta

  11. Cercando notizie su Giacomo Borgonuovo, ho trovato il tuo post, come di consueto, di rara sensibilità e acume nel narrare. Chi dimenticherà Elvira, dopo averlo letto ? Un grazie sincero !!

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