5 Maggio 1860, i Mille e lo scoglio di Quarto

Al far del giorno, tutto era a bordo.
L’ilarità del pericolo, delle venture e della coscienza di servire la causa della patria, era sulla fronte dei Mille!
Erano Mille, quasi tutti Cacciatori delle Alpi…gli stessi Mille che si presentarono due volte, chiamati in Genova, e che mille volte si presenteranno, ove si tratti di dar la vita all’Italia!
Belli…erano quei miei giovani veterani della libertà italiana; ed io superbo della loro fiducia mi sentivo capace di tentare ogni cosa.

 Giuseppe Garibaldi, Memorie

Erano Mille, venuti da tutta le regioni del Nord.
La maggior parte di loro proveniva dalla Lombardia, molti erano i liguri e i piemontesi.
Tra di loro anche una donna, Rosalia Montmasson, moglie di Francesco Crispi.
Si narra che si imbarcò travestita da uomo, contro il volere del suo illustre marito.
Alcuni stranieri, come Stefano Türr, al quale a Genova è dedicata una strada, che era originario dell’Ungheria.
Due piroscafi, il Piemonte e il Lombardo, pronti ad affrontare il mare.
Le camicie rosse indossate da quei ragazzi e ricavate dal panno trovato di fortuna, una stoffa con la quale si facevano i camici dei macellai.
Erano rosse perché si confondesse il colore del sangue versato dagli animali condotti al macello, ma altro sangue le macchierà.
Un uomo dal forte carisma, un avventuriero, un trascinatore di folle.
Un’idea che fece l’Italia.
E uno scoglio, a Quarto, dal quale partirono il Mille.
Sventola su quello scoglio il nostro tricolore.

Il mare e il suo orizzonte, questo mare, questo orizzonte.
E il pensiero che venendo qui, si possa in qualche maniera immaginare e rivedere quella folla di giovani uomini, venuti ad inseguire un sogno, forse folle, la sfida del futuro.
A Quarto c’è un celebre monumento che commemora l’impresa dei Mille.

Ci sono, sui muri, memorie di quelle gesta.

E laggiù, presso quelle rocce contro le quali l’onda si frange, nel 2010 è stato inaugurato il Memoriale dei Mille. sul quale si leggono i nomi di coloro che parteciparono all’impresa.

Giuseppe, Giovanni, Antonio, Battista.

Gente comune, che ha fatto la storia e ha fatto l’Italia.

Ma se vi discostate da quest’opera e la osservate dall’alto, le lettere che compongono i nomi di ognuno, scritte in rilievo, creano questo splendido effetto ottico, reso ancor più magico dai riflessi dei raggi del sole.

E vengono alla mente nomi e cognomi, quelli più noti, quelli che tutti voi leggete incisi sulle targhe delle strade delle vostre città, piazze e vie dell’Italia unita.
Antonio Mosto, genovese, al comando dei Carabinieri.
Giuseppe Bandi, originario della toscana, giornalista, autore de I Mille, da Genova a Capua, il racconto di quell’impresa memorabile.
Nino Bixio, un altro genovese, al comando del piroscafo Lombardo, mentre sul Piemonte era comandante Giuseppe Garibaldi stesso.
Benedetto Cairoli, di Pavia, che diventerà Presidente del Consiglio dei Ministri.
Giuseppe Cesare Abba, originario di Cairo Montenotte, scrisse Da Quarto al Volturno, dove dichiara con orgoglio: Garibaldi partirà, ed io sarò nel numero dei fortunati che lo seguiranno.
Francesco Stocco, catanzarese, da fautore dei moti calabresi del ‘48 a generale dei Garibaldini.
Ippolito Nievo, padovano, ancora uno scrittore, che ricordi di scuola legati al suo nome!
E molti, molti altri.
Erano più di mille coloro che partirono da Quarto, da questo mare.

Alla ventura, con la passione nel cuore e nell’animo, spinti da quel moto dello spirito che forse oggi non conosciamo più.
Alcuni avevano vent’anni, altri anche meno.
Portavano una camicia rossa e li guidava un uomo pieno di furore, uno che conosceva le cose del mondo e che non temeva nessun pericolo.
Era primavera, primavera inoltrata.
Era il 5 Maggio 1860.

42 pensieri riguardo “5 Maggio 1860, i Mille e lo scoglio di Quarto

  1. Sempre bravissima! Dovrebbero darti un programma di approfondimento su Genova e le sue meraviglie! Sai scrivere e ci metti davvero tanta passione!

  2. La città che ha dato più uomini alla spedizione di Garibaldi è stata Bergamo, detta “Città dei Mille”.

    antpoma (bergamasco)

      1. Mi associo.
        Fabio – Zeneize since 1965. E con un sacco di bei ricordi legati a Berghem.

  3. Dear Miss Fletcher,
    caspita che afflato patriottico stasera! Del resto quelli erano veri uomini, combattenti in nome di un ideale e non del bieco, stramaledetto interesse economico mascherato da difesa della libertà (di chi?) che miete vittime nelle guerre contemporanee dei tanti Sud del mondo.
    Il memoriale con le lettere in rilievo mi ricorda molto quello che ho visto a Vienna e dedicato all’Armata Rossa, che liberò la città durante la Seconda Guerra Mondiale. Stupendo, a dir poco. E stupende le tue foto.
    Fabio – Zeneize since 1965. Brothers in arms.

    1. Io a Vienna sono stata e quel memoriale me lo sono perso!
      I nomi dei mille emozionano, perché erano giovani e per tante altre ragione!
      Mi fa piacere che ti siano piaciute le foto, grazie di tutti questi complimenti!

      1. Dear Miss Fletcher,
        per consolarti ti manderò le foto, il memoriale si trova nella Schwarzenbergplatz ed è la cosa che più mi ha impressionato di Vienna. Il 99% dei turisti va a vedere la ruota panoramica del Prater, l’Hofburg o il Neuer Burg: Fabio invece è andato a fotografare la dedica di Stalin ai soldati russi morti nella liberazione (ma sia chiaro, per me Stalin era un cinico, bastardo assassino quanto lo era A.H.) e il Karl-Marx-Hof (sai che cos’è???).
        Mi sarei fatto volentieri un giro nelle birrerie, ma i prezzi erano astronomici ed ero reduce da una settimana a Praga, undisputed world champion of beers.
        Fabio – Zeneize since 1965. Once they were warriors.

      2. So cos’è il Karl-Marx-Hof, ma non l’ho visto. Io a Vienna sono andata per Egon Schiele e per Klimt, per i castelli e le residenze, per Mozart e Beethoven, mi è piaciuta molto, credo che ci sia molto altro che dovrei vedere, però!

  4. Veramente molto suggestivo l’effetto di queste scritte che appaiono con la luce. Un memoriale che colpisce dritto al cuore. Stupendo!Grazie delle tue delucidazioni cara Miss Fletcher.
    Baciotto Susanna

  5. Bellissime foto, patriottico lo spirito del post, e debbo dire che la tua levatura e i tuoi interessi attirano commenti che incuriosiscono.
    Mi è venuto in mente un motto:
    Si è istruiti nella misura in cui si è curiosi!
    Non andrò a curiosare sui mille, non voglio saperne di più, ma di e su Vienna si!!
    Un sorriso alla mia cara amica, la cui istruzione, interessi e cultura, spesso mi fanno sentire inadeguata.
    Un grande abbraccio

    1. Ma cara! Tu non sei affatto inadeguata, ma figuriamoci!
      E’ vero quel che dici, che chi legge e commenta questo blog offre spunti di riflessione interessanti, questo è un salotto di belle persone con tanti interessi diversi e tra loro mi onoro che ci sia anche tu!
      Un bacio grande!

  6. Si avvicina l’anniversario
    e questo è proprio un bell’omaggio
    di parole e di fotografie
    anche se ahimè viene da chiedersi,
    come il Manzoni nella sua poesia a loro dedicata,

    “Fu vera gloria?
    Ai posteri l’ardua sentenza”

    La loro la fu invero.

    Quella di certi posteri venuti dopo
    un po’ meno…

    1. Grazie Enrico, sei davvero gentile, sono contenta che tu abbia apprezzato!
      Credo che allora ci fosse un senso della patria che adesso abbiamo un po’ perduto, il Risorgimento ha anche i suoi lati oscuri, questo lo so, ma questi ragazzi suscitano commozione e ammirazione.

  7. Cavoli Miss! Oh Cavoli che post stasera! Che meraviglia e che storia avvincente! Ero già li pronta come ho letto il titolo a recitare a testa alta tutta l’ode manzoniana “Ei fu. Siccome immobile dato il mortal sospiro stette la spoglia…..e bla, bla, bla” e invece, guarda li che popò di post. E le immagini, con tutti quei nomi che formano la parola MILLE e la data. Ma sei fantastica! Mi hai fatto emozionare, sei un documentario.

  8. Incredibile pensare che molti avevano 20 anni e altri anche meno!!!!!Ce li vedi i 20ni di oggi imbarcarsi per andare in guerra per una causa qualunque?Questi poveracci che senza l’iphone,l’ipod,e le firme si sentono perduti. e poi,come poter fare a meno della play??Rendiamoci conto della differenza di valori,di coraggio e di attributi. in 151 anni le cose sono tanto cambiate,in peggio,purtroppo!!!!

    1. Si diventava adulti molto, molto tempo prima…e certo le cose cambiano, non sempre in meglio.
      Credo che siamo anche un po’ a corto di idealismo, nei nostri tempi.

  9. Le parole di Garibaldi sono ricolme di speranza, voglia di vivere e anche morire per un ideale, e hanno la forza del credo moltiplicato per 1000 negli occhi e nei cuori di chi le rivoluzioni le sapeva fare, di chi sapeva sognare e cambiare il mondo. Oggi dov’è finita questa gente?

  10. La liguria e’ una piccola terra ma ha dato grandi uomini che hanno cambiato il mondo: Garibaldi, Colombo Mazzini Mameli…..

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