Camminando nel passato di Piazza Paolo da Novi

Camminando nel passato di Piazza Paolo da Novi potreste ritrovarvi in uno spazio ampio, aperto e arioso, attraversiamo così la piazza in tutta tranquillità come i vari passanti che qui si attardano in diverse maniere: c’è chi scambia due parole, chi si ferma sulla panchina e chi invece si dirige con passo sicuro verso qualche bottega.
Tic tac, tic tac, la mia macchina del tempo vi porta nel lontano 1926, periodo che mi è più semplice immaginare grazie alla Guida Pagano di quell’anno che mi consente di conoscere le attività commerciali della zona.
Piazza Paolo da Novi è un piccolo mondo a parte, non manca nulla per il gran comodo degli abitanti della zona.

Ci sono infatti due macellerie, due drogherie, una salumeria, tre rivendite di vino buono, il Signor Podestà vende ghiaccio e il Signor Cerosillo offre invece ai suoi clienti le sue esuberanti acque gazzose, c’è una calzoleria e persino una fabbrica di ombrelli.
Qui si trovano salumi, prodotti di erboristeria e poi mobili e tappezzerie e anche macchine da cucine, le sorelle Zanchi vendono alle signore i loro capi all’ultima moda e naturalmente c’è anche un parrucchiere.
E poi ci sono due botteghe di ferramenta e per il carbone si può contare sul Signor Morando.
Deve essere questa la ragione per la quale, cari lettori, in Piazza Paolo da Novi tutti se la prendono comoda: hanno il loro piccolo mondo a parte dove trovano tutto ciò che di cui hanno bisogno.

In Piazza Paolo da Novi, in questo scorcio di un altro tempo, c’è anche qualche smagliante automobile ma si tratti di mirabili eccezioni in un spazio in prevalenza libero.
Chissà se colui che sfreccia a bordo di questa macchina fantastica si figura come saranno queste strade negli anni a seguire, il futuro è sempre difficile da immaginare.

I dettagli che avete veduto sono tutti tratti da una cartolina della mia collezione e mostrano una città per noi inconsueta.
Piazza Paolo da Novi è ancora ricca di negozi e di attività commerciali, certo in maniera diversa rispetto a quel 1926.
La piazza: luogo di incontro e di condivisione, a volte spazio adibito a mercato, fulcro della vita di un quartiere e suo cuore pulsante.
Ad un certo punto della nostra storia e del nostro percorso nel mondo, in certi casi, con le nostre abitudini abbiamo attribuito un diverso significato al termine piazza, mutando la destinazione di certi luoghi: le nostre piazze sono spesso congestionate dal traffico o utilizzate come parcheggi, così non sappiamo più ritrovare il loro originario orizzonte.
È il naturale corso del progresso che, a volte, ha anche un prezzo, certamente è chiaro che nessuno di noi pensa di dover rinunciare ai diversi agi della modernità o ai mezzi di trasporto privati.
Nella coscienza di ciò, tuttavia, mi permetto di fare una mia personale considerazione: attraversando le nostre piazze e le nostre vie, dovremmo avere sempre la perfetta consapevolezza della loro originaria destinazione e potremmo anche non essere in grado di ritrovarla ma la conoscenza può esserci di aiuto per vivere al nostro meglio gli spazi delle nostre città.
E così, quando vi troverete in Piazza Paolo da Novi provate a osservarla con occhi diversi, come se poteste davvero camminare anche voi in quel passato per tutti noi sconosciuto.

18 pensieri su “Camminando nel passato di Piazza Paolo da Novi

  1. ciao Miss, ma che bella piazza! Oggi piazze così non esistono più a Genova: sono tutte invase da auto, moto, furgoni, con il loro rumore e odore persino in quelle più o meno pedonali…

    • Cara Miss io sono nata in P.zza Paolo da Novi 85 anni fa ,al primo piano del palazzo d’angolo. Ci sono cresciuta e quanto ho giocato sulla piazza! Noi bambine portavano bambole e pentolini sulle panchine, saltavamo la corda e giocavamo al pampano. I maschi giocavano al pallone e con le grette facevano il giro d’Italia e chi teneva per Coppi e chi per Bartali…A sera mia mamma ci chiamava dalla finestra. Che ricordi che mi hai suscitato grazie Miss!

  2. Sono proprio d’accordo con te, la modernità ha consentito all’ uomo di variare la destinazioni di ogni spazio e declinarlo alle proprie necessità…. il mio ultimo ricordo in questa bellissima piazza è proprio di un parcheggio quando portai il mio papà recentemente scomparso dal suo oculista, nei pressi … avrei dovuto osservare come un momento prezioso il mio attraversare quel luogo sia per la sua storia antica che per la mia storia familiare … la bellezza di certi momenti di coglie solo guardando all’ indietro …

  3. Sai che stavo pensando le stesse cose mentre guardavo i close up della piazza così ampia e vuota? Mi dicevo proprio che queste rotonde sono ormai rotatorie per le auto ed è bello immaginare un tempo in cui si camminava tranquillamente impegnati nelle piccole azioni quotidiane, incontrando conoscenti e attardandosi sulle panchine. Certo per mille motivi non vorremmo tornare al passato ma al progresso si paga un prezzo piuttosto alto. Bellissimo post! Bacioni

  4. Passeggiata quotidiana dopo pranzo in questa piazza quando lavoravo in via Ruspoli e la mia amica proprio lì 🙂
    Era migliore ai tempi della tua cartolina però…

  5. Dear Miss condivido tutto quello che hai scritto:ponderato pensato e meditato.
    Mentre leggevo e rileggevo ho pensato che in uno di quei palazzi qualcuno/a sia nato/a e che sia ancora al mondo quasi centenario!Che emozione Miss!
    Osserviamo bene ci sono anche alcuni cagnolini,che bella giornata doveva essere
    quella.Grazie infinite Dear,con i tuoi articoli pianti nei cuori ideali di serenità.

    • Centenaria ancora no, ma sono una vecchia signora di 85 anni, nata proprio in p.zza Paolo da Novi, battezzata e sposata nella chiesa di Santa Zita. Ho giocato in piazza, ho conosciuto i vecchi bottegai tra i quali un delizioso droghiere vicino alle Suore Immacolati e due simpatici macellai Maria e Mario. Mario chiacchierava fischiando con un abitante canoro della piazza, penso fosse un lucherino che a mattina e a sera si esibiva dall’alto degli alberi.

      • Che bellezza Maria Cristina, queste memorie del passato sono a dir poco commoventi.
        Grazie di cuore di averle scritte qui, resteranno a completare il mio racconto fantasioso, memoria viva e presente di chi quella piazza la conosce molto bene.

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