Genova misteriosa

Un viandante che si appoggiasse al parapetto di Via Fieschi, di tutto il quartiere popolare sopra accennato non potrebbe scorgere se non una massa confusa di case, di aspetto irregolare, tagliate nei modi più disparati e bizzarri, ad angoli, a punte, appiccicate una all’altra e tempestate di finestrelle e di buchi.
Di giorno l’insieme ha un colore terreo, che neanche la viva luce del sole può dissipare o schiarire.
Un’ombra secolare si è addensata intorno a quelle abitazioni, penetrando all’interno di esse a imprimervi il segno indelebile della miseria.
Al chiaro di luna, poi, il quartiere assume un aspetto fantastico e medioevale.
È la sua bellezza, questa; poiché ogni cosa ha i suoi momenti felici.

Queste righe presentano lo scenario di Genova misteriosa, questo è il titolo del romanzo di Pierangelo Baratono che venne pubblicato in un primo momento a puntate sul Lavoro nel 1903.
Baratono, giornalista e scrittore, intimo amico del poeta Camillo Sbarbaro con il quale frequentava la Genova notturna, racconta un intreccio di vicende sinistre e di vite avventurose, i protagonisti del suo libro si muovono in quella città oscura, corrotta, permeata di vizi e di gratuite crudeltà.
Vite improbabili e soprannomi particolari, in questa Genova Misteriosa abita il vecchio Storno, ci sono il ciccaiolo Pepita e il Pinzi, uno che fa il vagabondo in Galleria Mazzini.
Ci sono i caruggi e la città di un altro secolo, con le sue debolezze e con le sue vittime predestinate.


Figura di spicco di questo romanzo è una fanciulla e se leggerete il libro vi verrà raccontata ogni cosa di lei.
Lei risponde al nome di Augusta Brendel ma in realtà verrà poi detta Signorina Scarpette.
Lei, la giovane Augusta, si troverà a esercitare un certo mestiere in una certa casa in Via Palestro e la sua parabola non sarà certo luminosa e gloriosa, anzi Augusta cadrà nell’abisso più nero, il suo destino pare in qualche modo segnato.
Tuttavia prima di precipitare in un gorgo di situazioni dolorose e irrimediabili eccola esibirsi come cantante in un locale della città:

Si era fatta tagliare un abito bellissimo, in verde cupo, filettato d’oro e terminante al fondo della sottana, in un doppio giro di pizzi finissimi.
Il corpetto era molto scollato e lasciava vedere i contorni netti e saldi del seno.
Aveva le braccia nude e le gambe coperte da calze di seta bianca…
Non aveva una voce molto sonora, ma compensava il difetto con la grazia dei gesti e la giustezza dell’intonazione.

E poi le scarpe con i tacchi alti, la sua diafana bellezza, il fascino della sua giovinezza e tutto questo clamore attorno a lei, il pubblico la acclama e decanta le sue molte doti.
E su questa descrizione mi è venuta in mente una ragazza di nome Nanà: lei calca altri palcoscenici, sa incantare il pubblico parigino e non certo per il suo talento.
Nanà è persino stonata ma è una vera seduttrice e sa usare a modo la sua bellezza,  non è certo un modello di virtù ed è persino molto più scaltra di Augusta Brendel, ha anche armi più affilate, è ambiziosa e si muove nel bel mondo dorato.
Nanà è la protagonista dell’omonimo romanzo scritto da Emile Zola che venne pubblicato nel 1880, non saprei dirvi se Baratono amasse come me i romanzi dello scrittore francese, in alcuni tratti della sua Augusta io ho ritrovato la celebre Nanà e anche il modo dello scrittore di osservare la realtà e lo scenario di quella sua Genova mi sembra in un certo senso simile a quello di Zola.
Genova Misteriosa segue i canoni del romanzo di appendice all’epoca molto in voga, nei tratti e nei caratteri dei vari protagonisti sembra di cogliere le fisionomie che si ritrovano nelle pagine dei quotidiani di cronaca dell’epoca.
C’è poi Genova con le sue vie, i caruggi, le piazze, superba la descrizione del quartiere di Via Madre di Dio: pare di vedere le facce dei popolani, di sentire i rumori e gli odori acri e pungenti, di entrare nei locali e nelle bettole tra una folla di gente che cerca di sopravvivere come può.
Tra inganni, scaltrezze, tradimenti, abbandoni, pianti e separazioni, tentativi di riemergere da acque tumultuose e scure, tutto questo è tra le pagine di un romanzo che a volte, fatalmente, diventa sentimentale e molto spesso è crudo, reale e fin troppo colmo di crudeltà.
Nello scenario di una città che tenta di vivere e sopravvivere, nella Genova misteriosa sapientemente raccontata da Baratono.

 

21 pensieri su “Genova misteriosa

  1. ….benissimo,già acquistato anche se,per cause di forza maggiore,mediante la modalità on line….mi chiedessero di poter viaggiare nel tempo decisamente vorrei passeggiare nella Genova di Paganini e Mazzini….pensa che sulla nota catena di acquisti on line il libro figura come guida turistica 😉!

    • Guida Turistica? Ma no, proprio no. Io ho una vecchia edizione Sagep, questo libro è stato una vera sorpresa, l’ho letto d’un fiato, spero che anche tu lo trovi interessante. Buona domenica Eliana, grazie!

  2. Non poteva non intrigarti un romanzo con queste caratteristiche… non ne avevo mai sentito parlare e non conoscevo l’autore. Andrò a curiosare sulla “nota catena di acquisti on line” 😉 buona domenica!

  3. Miss, la tua recensione e l’articolo Addio a Pierangelo, che spiega bene che tipo speciale fosse il Baratono (articolo che sono andato a rileggermi nei Trucioli di Sbarbaro), mi spingono all’acquisto…

    • Penso che ti piacerà, è una scrittura ricca e a volte molto drammatica ma è un romanzo che si legge bene, ha molti intrecci e diverse figure che restano impresse, fammi sapere poi cosa ne pensi.
      Buona giornata a te Sergio, grazie!

  4. Mrs grazie alle tue parole su questo testo ci giungono voci ed immagini di un passato che par ancora di sentire vibrare quando ci si trova a passare per il reticolo dei vicoli della vecchia Genova. …. Si possono ancora percepire i fantasmi di queste vite, sepolte dal tempo ma che furono protagoniste di quei luoghi … seppur brevi furono le loro esistenze rispetto a quelle odierne ….

  5. Non conoscevo questo libro, lo comprerò! Deve essere davvero un interessante spaccato d’epoca della nostra città, se in più ricorda lo stile di Zola (uno dei mie scrittori preferiti) non posso davvero fare a meno di cercarlo. Grazie Miss,come sempre un piacere leggerti

  6. Chissà che cosa direbbe Baratono se potesse vedere che adesso quella “massa confusa di case” è stata sostituita da un abominio chiamato “centro dei Liguri”…

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