Voi ve lo ricordate quel tempo là?
Se siete stati bambini negli anni ’70 allora anche nella vostra infanzia c’è stata in qualche modo una 500, ne sono più che certa.
All’epoca la piccola utilitaria della Fiat era gettonatissima, come accadeva in molte famiglie mio papà aveva la macchina più grande, mia mamma aveva la 500.
A dire il vero, se ci pensate, sembra il mezzo di trasporto ideale per le strade di Genova: un’automobile briosa e di dimensioni ridotte che si infila in qualunque strada, davvero perfetta per i bricchi della Superba.
Confortevole? A suo modo lo era.
Tuttavia quando viaggiavamo sulla 500 secondo me avevamo pochi termini di paragone, forse i sedili posteriori non erano il massimo della comodità, io li ricordo piuttosto rigidi.
Quando viaggiavamo sulla 500 non vedevamo l’ora che fosse estate per poter aprire il tettuccio, quello era un fantastico privilegio, che bellezza sentire l’aria fresca direttamente sul viso!
Quando viaggiavamo sulla 500 i preparativi per le vacanze erano sempre una faccenda complicata, le nostre partenze seguivano rituali ben precisi e caricare i bagagli richiedeva un’organizzazione certosina: era un ininterrotto andirivieni di valigie, borse frigo, sacchetti e borsoni, un momento epico che segnava l’inizio del meritato riposo.
Quando viaggiavamo sulla 500 portavamo con noi alcune incrollabili certezze: la bionda Barbie con i suoi costumini sgargianti, il lecca lecca colorato trasparente, i sandaletti blu con gli occhielli, il chewing gum rosa per fare le bolle che si spiaccicavano sulla faccia.
E prima di arrivare a destinazione durante il tragitto ci dilettavamo con un passatempo particolare: contare i cartelli sull’autostrada.
Ditemi, lo facevate anche voi, vero?
Mi vedo ancora seduta sul sedile posteriore mentre guardo fuori dal finestrino, di quei viaggi ho già avuto modo di scrivere diverso tempo fa ed erano proprio così le mie vacanze: ginestre, formine e granchi, qui trovate i miei ricordi.
Quando viaggiavamo sulla 500 non ci veniva in mente che ci potesse essere un’altra piccola utilitaria alternativa a quella.
Per lo meno, io la pensavo così.
E tuttora, come è ben noto, sono numerosi i nostalgici estimatori della piccola macchinetta, se ne vedono ancora parecchie in giro.
Noi siamo diventati grandi viaggiando in quel modo lì.
La mamma veniva a prenderci a scuola, ci portava in piscina e al catechismo con la 500.
E no, non c’era il problema dei parcheggi e delle righe blu e quando andavamo alle elementari non avevamo il cellulare nella cartella.
Noi siamo cresciuti viaggiando in quel modo lì.
E da grandi tutti abbiamo avuto coetanei che se andavano in giro con la 500.
Io abito in cima a una strada tortuosa tutta curve, quando il mio amico mi veniva a prendere lo vedevo arrivare da lontano.
Ecco la piccola e fiera 500 blu che si inerpica su per la salita, una curva dopo l’altra, giungerà proprio qui, davanti al mio portone.
Noi viaggiavamo sulla 500, se siete stati bambini negli anni ’70 i vostri ricordi saranno simili ai miei e durante la vostra giovinezza anche voi avrete fatto qualche viaggio su questa macchinina così celebre.
Non so dire se quel tempo fosse migliore di questo, di certo era molto diverso.
Apri il tettuccio, tira giù il finestrino.
Siamo ancora quelli là, noi che viaggiavamo sulla 500.
Eccome se la ricordo! Ne avevo una color carta zucchero bluette… Magnifica!
Imperdibile per Zena! Un bacione Daniela!
Degli amici in montagna ne avevano una azzurro bluette e per andare in paese durante le vacanze a volte noi bambini ci stipavamo in cinque sui sedili della Cinquecento, più il guidatore ovviamente. Eravamo tutti tra gli otto e i dodici anni ma comunque dovevamo stringerci un bel po’ 🙂 i miei non avevano la macchina e per me che non ci ero abituata ogni volta era un’avventura! Baci
Era bellissimi quei viaggi sulla 500, perché per noi era tutto nuovo ed emozionante, vero?
Un bacione Viv!
Ciao Miss! Sai che anch’io ho un post sulla 500? È vecchissimo, uno dei primissimi, e in verità non sarebbe nemmeno un post, ma una voce di un dizionario delle cose perdute che avevo iniziato prima del blog. Condivido anch’io i tuoi ricordi 😊 e due estati fa la 500 l’ho ritrovata: piccola auto noleggiata ad Ancona per la vacanza di Castelluccio. E non c’è che dire: sulle stradine tortuose dell’Umbria era fantastica 😊
Buona giornata di sole…
Ma dai, in Umbria hai gironzolato in 500? Che bello, cara, mi sembra un mezzo perfetto anche per quelle stradine!
Un bacione a te Tiptoe, buon pomeriggio.
Io ho imparato a guidare sulla 500 biancoverdinoazzurrino di mio zio nella campagna mantovana. Non è che sono vecchio (!), è che avevo meno di dieci anni…
(Dai: fingi di crederci al bluff della mia giovinezza)
Oh, la meraviglia, imparare a guidare sulla 500.
Poi comunque noi siamo sempre quelli là, tettuccio aperto e finestrino giù. chi l’ha detto che sei vecchio?
Un abbraccio Simone, grazie.
Io non l’ho mai detto (contro ogni evidenza)
Nemmeno io!
Anni ’90: giravo ancora con la mia 500 rosso fuoco con un adesivo di Titti con gli occhiali a cuore appiccicato al “lato B” …. 🙂
Fantastica ❤
Verissimo, è la prima auto su cui ricordo di essere salita, avevo circa 3 anni e lei era blu scuro ❤
Un ricordo indelebile, ne parli con vero affetto.
Siamo tutti uguali noi che viaggiavamo sulla 500.
Grazie Roberta, buon pomeriggio!
Anche mamma aveva la 500, era grigia e si chiamava Gelsomina e papà aveva la macchina grande. Pensa che di Gelsomina ricordo ancora quando arrivò a casa, regalo di papà a mamma e ne ricordo persino il numero di targa!
……e sono passati 50 anni……
Emanuela
Gelsomina è un nome bellissimo, non mi stupisce affatto che tu ti ricordi tutto di lei.
Un bacione Emanuela, grazie.
Quella di papà era verde acqua e si chiudeva,dalla parte del passeggero con un ferro morto.
Su quella bianca del curato,il mitico don Minuto di san Rocco di Principe,tutti noi della parrocchia abbiamo imparato a guidare.Ancora adesso qualche volta mi scappa la doppietta..
La mia piccola Camilla blu mi ha accompagnato per due anni di università e poi l’ho venduta…con il ricavato ero riuscita a comprare un biglietto aereo per il Kenya dove il mio futuro marito era volontario in un ospedale missionario:sono andata in Africa con la 500!ma quanto la rimpiango ancora….il nuovo modello non è così simpatico!
Eliana, che commento meraviglioso, i vostri ricordi sulla 500 sono commoventi.
Un abbraccio e grazie di aver condiviso queste preziose memorie!
Pensa che l’ho reincontrata l’anno scorso in via Pagano D’Oria ancora in piena forma!
Fantastico!
Miss, io sono più “grande” di te, questa 500 è stata la mia automobile da bambina, ma anche quella della patente: doppietta, tettuccio apribile, finestrino a manovella. Ricordi la battuta? Come stanno quattro elefanti in una 500? Due davanti, due dietro 😉
E certo che me la ricordo, come dimenticarsela!
Un bacione Paola, buona giornata a te.
Anch’io viaggiavo in 500. Poi mia madre è passata alla 126, ma ha sempre avuto nostalgia per la piccoletta. Si parcheggiava dappertutto, sfrecciava tranquilla in città anche se con le sporte della spesa e due bambine si stava un po’ stretti
Katia, sembra che parli della mia famiglia.
Una mamma, due bambine, la 500.
E… anche mia mamma dopo ha avuto la 126, era rossa.
Un bacione cara, oggi questo post parla di molti di noi.
Credo anch’io che parli a molti
Non ho avuto la 500 ma la 1100 carta da zucchero. Però cara amica mi ci ritrovo in tutto e per tutto nella magica ed un pò nostalgica (ma piacevolissima, affatto “lacrimosa”) atmosfera che hai riportato alla perfezione.
Ed ancora grazie, anche di questo.
Tiri fuori le cose che ho nel cuore, magari parcheggiate un pochino in disparte ma solo per questione di spazio e di tempo, di certo non per scarsa importanza!
Bacetti e baciotti Susanna
Grazie cara, si tratta di sensazioni comuni che fanno parte ormai della nostra memoria collettiva secondo me.
Un bacio grande a te!
Anch’io ho avuto la 500, avevo 20 anni , eravamo nel 1967, (dai commenti precedenti…sono la più anziana…) era piccola, ma mi sembrava un ….sogno….me la regalò mio padre, costava 530.000. Lire.
Quanti ricordi….l’ho tenuta per 21 anni, per il posteggio a Genova era perfetta, mai preso una multa, me l’hanno rubata due volte, tagliavano il tettuccio di tela cerata, ma poi i vigili me la ritrovavano….
Portavo i miei figli a scuola, a calcio, a danza…e andavo in centro in macchina, posteggiavo in Piccapietra…altri tempi….ora vado quasi sempre col bus…anche se ho ancora una utilitaria posteggiata sotto casa….
Ecco, Gabriella, hai descritto il quotidiano di molte famiglie italiane, la 500 è nel cuore di tutti!
E poi certo, le nuove utilitarie sono più spaziose e anche più comode ma la 500 aveva un fascino tutto speciale, è vero?
Buon pomeriggio cara, grazie!
Miss, la prima 500 che mi ricordo di aver visto, a Buenos Aires nel 1958,
era posteggiata o, meglio, era chiusa tra due enormi macchinoni americani che le impedivano di manovrare… la sua proprietaria, una bionda bellissima, chiese aiuto e prontamente due baldi giovani, con degli strattoni, estrassero l’automobilina come fosse un cassetto, dalla fila di macchine in sosta, mentre i curiosi che assistevano alla scena, ridevano dello scarso peso di quell’italico mezzuccio a quattro ruote…
Che aneddoto magnifico Sergio, grazie di averlo scritto qui!
Mi fai venire in mente un’altro aneddotto: metà anni ’70, Pisa, Piazza dei Miracoli. 500 con targa statunitense (no, non forze armate USA in Italia, proprio targa statunitense vera)… ne esce il guidatore… alto quasi due metri. Come abbia fatto a entrarci non lo capirò mai 🙂
Il tuo è proprio amore vero, questo post ha risvegliato tanti ricordi!
Buona giornata Mauro, grazie.
La Cinquefette… la più bella auto della storia!
La prima auto su cui sia mai sai salito… da bimbo piccino picciò!
La prima auto che abbia mai guidato… illegalmente a dieci anni… ma su strada privata 😉
Davvero, proprio la più bella auto della storia, caro Mauro.
Tu parli di contare i cartelli sull’autostrada… io da bambino ricordo un altro conteggio.
Partendo da Genova per andare in Istria – la terra di mio papà – si attraversava tutta la pianura padana… e lì si contavano i campanili, non i cartelli 🙂
Che bello! Voglio tornare bambina per contare anche i campanili ❤
L’affascinante doppietta chi se la può scordare, era ed è rimasta unica e irripetibile la vecchia ma armoniosa 500 .Ciaoooooooooo………………………
Eh, che memorie belle le tue!
Purtroppo miss Fletcher in qualcosa devo dissentire. Proprio perché ero un bambino in.quegli anni (sono datato 1961) a scuola (che non era vicinissima) e a catechismo ci andavo a piedi. Anche perché i miei, emigrati dal Sud, non avevano macchina (neppure la piccola 500) né patente. Però un viaggio di più di 1000 km dentro una 850 sport l’ho fatto! Non so se hai presente l’esiguita’ dell’abitacolo
di quell’ auto. Vale? Detto questo, sempre grazie x ciò che scrivi Miss . Albe
E certo che vale, Alberto, eccome! Grazie a te, buona giornata!
è anche un mio ricordo…. ne avevamo una celestina: pensa che mio papà nel 1968 è partito da nizza (francia) ed è sceso fino in calabria…e considera che l’autostrada non c’era ancora tutta… pensa a che panorami per la via aurelia… quello è stato il mio primo viaggio: nel pancione della mia mamma che non sapeva del mio arrivo e si è avventurata in questa impresa…ahh kisssss
Caspita, che viaggio, Rosa! Grazie carissima, un bacio grande.