Ed era ancora il tempo felice e inconsapevole dell’infanzia nella celebre Villetta che fu del Marchese Di Negro destinata a divenire appunto parco pubblico per la gioia di grandi e piccoli genovesi.
Intere generazioni di bambini sono cresciute correndo con spensieratezza lungo gli ampi viali della Villetta, poi a volte magari ci si sbucciava le ginocchia ma poi ci si rialzava sempre con rinnovato ottimismo.
Sotto l’ombra degli alberi, accanto alla cascatella scrosciante, negli angoli esotici e resi magnifici dal verde rigoglioso, molti di noi hanno ricordi belli della Villetta.
Ed era anche per questi bambini il tempo dolce dei primi anni della vita, sotto gli occhi attenti dei grandi, una signora se ne sta seduta paziente e sembra quasi intenta in qualche suoi lavoro di cucito.
Il gentiluomo con cappotto e cappello si volta a guardare il fotografo, lì in piedi davanti a lui c’è una piccolina con un abitino chiaro, le calzette di filo e occhi curiosi che cercano la complicità dei coetanei.
Essere bambini in un’altra epoca, in una stagione dolce a Villetta Di Negro: la manina posata sulla ringhiera, il soprabito con i bottoncini, le voci allegre e squillanti.
E il desiderio di giocare, imparare e crescere.
Vigili e vicine le affettuose bambinaie accompagnano momenti di gioia e di svago.
In un tempo diverso dal nostro, si distingue non solo per lo stile e per la foggia degli abiti, sappiamo bene che i bambini di adesso sono più liberi e indipendenti.
E tuttavia nel tempo dell’infanzia, in qualunque epoca, ognuno porta nel cuore l’entusiasmo di scoprire e sperimentare cose nuove, questa è la gioia e la bellezza di diventare grandi.
E così era anche per questi bambini ritratti in un giorno distante a Villetta Di Negro.
Miss, un bel quadretto d’antan… in cui una bambinaia trova anche il tempo di guardare il panorama (su piazza Corvetto?)…
Esatto, sì, una delle bambinaie guarda il panorama!
Che delizia questa foto! Quella bimbetta e quel signore distinto che guarda in camera, la bimba aggrappata allo steccato e la signora che guarda il panorama. Un quadretto che mette pace e fa venir voglia di passeggiate all’aperto! Bacioni 😘😘
Sì, è una piccola cartolina ma racconta bene un luogo al quale i genovesi sono da sempre affezionati.
Un bacione a te cara, grazie.
Quei bimbi che trottano infagottati nei loro cappottini…un amore!
Ciao Susanna
Che dolcezza, sì. Buona serata Susanna, grazie.
Per noi dell’ estremo ponente la villa Duchessa di Galliera era il luogo di questi pomeriggi familiari … Si portavono i bimbi a vedere gli animali della villa … Io ho una mia foto con palto’ bianco di fine lana lavorato a mano, in braccio alla zia Teresa … che con la sua allora elegante gestualita’ mi indicava qualcosa da osservare … quei suoi modi garbati ma austeri li ricordo ancora … anche se anch’ essi perduti nel tempo lontano di un’ altra infanzia …
Certo, anche la Villa Duchessa di Galliera è molto amata dai genovesi!
a quel tempo i Parchi della nostra città dovevano essere davvero meravigliosi!!! 😉
Eh sì Max, davvero!
Ci andavo sempre, da bambina e dopo, c’erano i cigni, le grotte … Ora leggo che è molto mal tenuta, purtroppo
Eh sì, anche io ricordo i cigni e altre bellezze, peccato che non sia più così.