Madame Legros e Latude, storia di una battaglia per la libertà

Eventi e vicende avvenuti  in altri secoli, il romanzo più appassionante: la vita vera.
E una donna come protagonista: Madame Legros.
Di lei alcuni scrivono che fosse una merciaia, altri una povera venditrice di giornali.
Qualunque fosse la sua professione come potrà mai essere accaduto che una semplice bottegaia sia potuta passare alla storia?
Per un caso fortuito il destino di lei si incrociò con quello di un certo Latude, un militare che aveva studiato una maniera piuttosto maldestra per entrare nelle grazie della Marchesa di Pompadour, amante di Luigi XV.
Correva l’anno 1749, Latude inviò alla favorita una busta con del veleno e fingendosi del tutto estraneo alla vicenda le scrisse una lettera per avvisarla del pericolo che correva ad opera di qualche malfattore che intendeva attentare alla sua vita.
Il trucchetto, ahimé, non funzionò, la trama di Latude venne scoperta e lui venne fatto accomodare alla Bastiglia, non sarà la sola galera che vedrà.
Un prigioniero che non si arrende: la difficoltà aguzza l’ingegno e Latude sperimenta una serie fughe rocambolesche, evade più di una volta, dalla Bastiglia se la batte con una scala creata con la biancheria a sua disposizione.
Lo riacciuffano e finisce di nuovo in una cella, questa volta si tratta di un cupo sotterraneo popolato da numerosi topi.
Ha anche una fiduciosa ingenuità: durante una delle sue evasioni scrive alla Pompadour cercando di spiegare le proprie motivazioni, scrive persino il suo indirizzo sulla busta.
Oh, la Marchesa sarà magnanima, certo accorderà il suo perdono!
Non è così, la favorita dispone che l’uomo venga tratto in arresto.
Latude è un uomo che non cede, il tempo scorre, anni e anni di prigionia in condizioni drammatiche, è stremato nel fisico ma l’animo è forte e combattivo.
E ancora una fuga, in seguito alla quale l’evaso si presenta a Versailles: reclama giustizia ma come prevedibile viene nuovamente arrestato.
E infine la svolta, l’attimo che ti cambia la vita: Latude redige una memoria, è indirizzata a qualcuno al quale lui chiede aiuto, la consegna a un secondino e costui la smarrisce.
E come nella trama dei migliori film quella carta viene raccolta da Madame Legros.
Lei legge, il dolore di quell’uomo la tocca e la commuove, la sconvolge l’orrore di quella prigionia, la semplice Madame Legros ha trovato la sua causa per la quale combattere: la libertà di Latude.
Comincia a bussare a tutte le porte, cerca un sostegno, qualcuno a cui rivolgersi, qualcuno che frequenti la corte di Francia.
Chi è quella donna? Si parla di lei, della sua ostinata caparbietà.
Chi è quella donna? Forse ha qualche losco interesse? Forse è l’amante di lui?
La polizia la ferma, la interrogano e le pongono domande a non finire.
E gli anni passano, la vita di lei subisce i suoi lutti e i suoi mutamenti, attorno a Madame Legros c’è sempre l’aura del sospetto.
Chi è quella donna che difende Latude con tanta tenacia?
Trova una mano tesa in Madame Duchesne, camerista di Corte.
Ed è a Versailles che Madame Legros si reca, a piedi, incinta di parecchi mesi, in nome della libertà di uno sconosciuto.
Non ha successo, altri nobili di corte la avversano.
Madame Legros è una donna di una certa tempra, non basta un ostacolo per farla desistere e si rivolge ad altri, questa volta il suo interlocutore è il Cardinale di Rohan il quale parla con il Re Luigi XVI, altrettanto fanno certe nobildonne che hanno preso a cuore la vicenda.
Il re è irremovibile: c’è un uomo rinchiuso alla Bastiglia da anni e un sovrano che si rifiuta di rendergli la sua libertà.
E una donna, infaticabile, che si ostina a chiedere ciò che ritiene giusto.
E Madame Legros riuscirà nella sua impresa: nel 1784 Latude viene rilasciato, sono giunti a noi suoi scritti sulla sua lunga prigionia.
E in quello stesso anno la caparbia Madame Legros ricevette dall’Accademia Francese il Premio di Virtù.
La Bastiglia verrà presa il 14 Luglio 1789, una data memorabile per la storia di Francia.
La Bastiglia, la cupa prigione parigina contro la quale si levò la voce di una donna che pronunciava la parola più preziosa che esista: libertà.

22 pensieri su “Madame Legros e Latude, storia di una battaglia per la libertà

    • E’ una bella storia, vero? Ne ho letto in diversi libri che ho sulla rivoluzione francese, ma la vita di lui è molto avventurosa, non potevo scrivere tutto ma è stata proprio rocambolesca!
      Aspetta che ti mando una mail con un link!
      Grazie Chagall!

  1. I carcerati hanno sempre un certo fascino,sono numerose le donne che si innamorano di personaggi dalla moralità dubbia e poi addirittura li sposano! Ah,le donne…

  2. E pensare che sento tuttora una forte ribellione riguardo la rivoluzione francese. Studiata in tutte le salse per diversi anni a scuola. Risultato: un’avversione solo a sentirla nominare e non ricordare assolutamente nulla di quel periodo. Peccato, ma questa storia potrebbe riappacificarmi. 😉 Grazie

  3. Mi sembra che qualche puntata fa di Ulisse parlava appunto della Francia dell’epoca descritta nel tuo racconto e mi ricordo di questa Pompadur che sapeva il fatto suo. Una con un caratterino che non ti dico.
    Povero Latrude. Però mi fa pensare al fatto che se uno ci crede veramente in qualsiasi cosa alla fine in un modo o nell’altro se ne esce. Di casi che non è così ce ne sono a iosa, ma pensiamo positivo:)

  4. Posso permettermi di lasciare un commento dopo la mia imperdonabile assenza dal web? Sei fantastica nella minuziosità e diligenza con cui fai ricerche, le storie che racconti appartengono a quel pozzo di sapere e curiosità senza fondo, che spinge alla conoscenza.
    Grazie

    • Carissima, bentornata, sono veramente felice di leggerti!
      A volte si stacca un po’ dal blog e poi si torna, eccoti qui Gingi!
      Grazie delle tue belle parole, porto qui le storie che mi piacciono, contenta che tu l’abbia trovata interessante.
      Un bacione!

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