Le bellezze della Chiesa di Santa Marta

Intima, raccolta, preziosa, la Chiesa di Santa Marta è un gioiello antico incastonato nella modernità e scampato alla distruzione della vecchia Portoria.
Vi si accede da Via Roma, tramite un passaggio che vi condurrà al cospetto di questa chiesa dalla storia lontana.
Come narra l’Alizeri nel suo volume del 1875 Guida Illustrativa del Cittadino e del Forestiero per la città di Genova si ha memoria di una “Chiesa di Santa Marta che un tempo fu detta di S. Germano, già stanza agli umiliati di entrambi i sessi, poi dopo la soppressione dell’ordine nel 1575, di Suore Benedettine che vi durarono infino al chiudersi del passato secolo.”
L’attuale struttura e l’intitolazione a Santa Marta risalgono invece al ‘500.

Una meraviglia celata nel centro della città.

Sopra al portale su un marmo si legge Pax che in latino significa pace.

Varcata la soglia della Chiesa ecco lo stupore degli ori e degli affreschi pregiati, questa piccola chiesa è davvero ricca di opere magnifiche e nel narrarvela mi avvalgo della piccola guida dedicata a Santa Marta pubblicata da SAGEP nel 1977 e curata dallo studioso Lauro Magnani.

Molti sono gli artisti che contribuirono ad abbellire la chiesa, tra di essi Giovanni Battista Carlone, Valerio Castello e Domenico Piola.
È di Paolo Gerolamo Piola l’affresco dedicato a Cristo in casa di Marta.

Sull’altare è posta la statua in marmo dell’artista seicentesco Filippo Parodi nella quale lo scultore effigiò Santa Marta in gloria.

È una magnifica scultura, raffinata e ricca di dettagli.

Colpisce la dolce grazia della Santa.

Così la circondano piccoli angeli.

La volta del presbiterio fu affrescata da Giovanni Battista Carlone con scene dedicate alla vita di San Benedetto che era il protettore delle monache di Santa Marta.

Ed è proprio la meraviglia degli affreschi, dei colori e delle sfumature a rapire lo sguardo che resta ammaliato ad ammirare l’armoniosa perfezione di queste scene così perfettamente rappresentate.

Si devono a Valerio Castello e a Domenico Piola i preziosi ovali che decorano la volta.

Non mancano poi le tele di celebri pittori: è di Domenico Fiasella il dipinto dedicato alla Vergine con il Bambino e Santi.

Ed è sempre di Domenico Fiasella il quadro nel quale si ammira La presentazione della Vergine con i Santi Giovanni Battista e Mauro.

Nella Chiesa di Santa Marta troverete anche un pregiato Crocifisso ligneo di Giovanni Battista Gaggini.

Qui dorme il suo eterno sonno l’Abate Paolo Gerolamo Franzoni, letterato e uomo di cultura al quale si deve anche la realizzazione della Biblioteca Franzoniana.
Franzoni fondò  nel 1751 la Congregazione degli Operai Evangelici i cui membri, a partire da 1826, si occuparono della riapertura della Chiesa, ripristinandola e prendendosene cura.


Luccicano gli ori nella nostra bella chiesa, nelle nicchie del presbiterio sono collocate diverse statue di santi opera di Tommaso Orsolino.

La luce rischiara La Vergine Immacolata con i Santi Francesco di Sales e Vincenzo Ferrer del pittore Francesco Campora.

La ricchezza dei marmi racchiude la figura di San Francesco di Sales di Carlo Giuseppe Ratti.

Colore, oro, armonia e misticismo.

Nella luce radiosa della chiesa magnifica dedicata a Santa Marta.

12 pensieri riguardo “Le bellezze della Chiesa di Santa Marta

  1. Qui ci vuole un giorno solo per visitare questa splendida chiesa.
    Tra ori e marmi S. Marta è stata onorata dal Signore per averlo ospitato nella casa in Betania.La settimana prossima l’ho dedicata alla città di Genova,non so se riuscirò a fare tutto quello che mi sono proposto,tornerò però in agosto e precisamente a Quinto al mare.Grazie Miss Fletcher Mauro

    1. Vero, merita proprio una visita è una chiesetta ricca di tesori, spero che a Genova tu riesca a visitare i luoghi che desideri, caro Mauro.
      Buona giornata a te e grazie di cuore.

  2. La ricchezza degli interni contrasta con la semplicità della facciata che incastonata com’è tra le case sembra quasi un gioiello. Bacioni cara e buon lunedì!

  3. davvero stupendi interni, Miss… non so da chi derivi il dispregiativo “lavorare alla carlona”, ma di sicuro non deve esserlo dal Giovanni Battista che ha contribuito, insieme ad altri bravissimi, ad abbellire questa chiesa…

  4. Dear Miss il mio itinerario sarà così:martedì 12 mi porterò in Campeto e da lì risalirò dove c’è Vico Carlone,dietro S.Paolo Vecchio dove al posto della chiesa esiste quel palazzo di cui ci parlasti.Poi via Scurrerie,vicolo degli indoratori,dove è presente un arco a due piani.
    Poi via Balbi,via Gramsci,via Garibaldi,via dei Giustiniani,via s.Bernardo,chiesa di S.Maria delle Vigne e dintorni.
    Poi mi porterò in Carignano in un punto preciso,voglio percorrere salita alla montagnola(ossia ciò che resta) via Fieschi.
    Da un lato del ponte di Carignano mi oriento in preghiera dove esisteva all’incirca Borgo dei Lanaiuoli, Via Madre di Dio,perchè in quel quartiere il 3 marzo 1809 risiedeva la S.PAOLA FRASSINETTI ossia vi nacque.
    Poi chiesa di s.Stefano:lì fù battezzata.
    La Madonnetta,poi piazza Corvetto e la chiesa di S.Marta.
    Poi vedo.Il mio pellegrinaggio è di fede,pregherò molto,mi commuoverò moltissimo,ma avrò visto la mia amata Genova città di Miss Fletcher che grazie a Lei ho tracciato questo misero itinerario,e ho conosciuto e conoscerò ancora di più Genova.Tornerò a casa con il cuore traboccante di gioia(rara nella mia lunga vita)
    e continuerò a seguire la mia maestra genovese.Ti piace?Spero di si. Grazie Mauro

    P.S.perdonate gli errori ho scritto di corsa:la Frassinetti direbbe “Ho scritto un ciapotto”

  5. Si scopre proprio un tesoro nascosto,varcando una delle due entrate,quasi nascoste per un forestiero!
    Buona giornata Miss.
    Carlo

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