Scoprendo Vico della Neve

Forse questo vicolo di Genova non è tanto conosciuto, forse ad alcuni pare un caruggio da niente.
Ci si passa davanti e si procede oltre percorrendo altri vie più frequentate, quasi nessuno sceglie questa strada per raggiungere Soziglia.
Inizia così Vico della Neve, si interseca in questo punto di Via David Chiossone.

Vico della Neve (2)

E prima di scendere c’è sempre uno sguardo che cerca il cielo, qui lo trova in tutta la sua lucentezza.

Vico della Neve (3)

Un chiarore inatteso fende il vicolo.

Vico della Neve (4)

Strada dal nome suggestivo, è dedicata alla bianca visitatrice che in inverno talvolta ricopre le ardesie con la sua soffice coltre.
Come ben sapete io consulto sempre il mio prezioso Lunario del Signor Regina, l’edizione in mio possesso risale al 1882.
In quell’epoca lontana in questo vicoletto un certo signor Traxino vendeva acque gazose mentre gli stimati fratelli Ghiglione facevano affari d’oro con il commercio di neve e ghiaccio.

Vico della Neve (5)

Il tempo scorre e le cose cambiano.
Cammino in Vico della Neve, da un appartamento risuona un ritmo da discoteca, non è la prima volta che mi capita di sentirlo in questo caruggio.
E poi immagino, penso a qualcuno che ama ballare.
La musica dance, la neve, le acque gazose.
Il tempo.

Vico della Neve (6)

Qui, in questo caruggio, c’è un luogo particolare che da sempre attira la mia attenzione, un giorno o l’altro vorrei andar lassù, camminare in quel passaggio sospeso tra i due palazzi.
Guardare giù, guardare oltre.
Scoprire.

Vico della Neve (7)

E trovare sui muri tracce di antichi archi.

Vico della Neve (8)

E poi colonnine, in Vico della Neve.

Vico della Neve (9)

Il caruggio scende curvando dolcemente.

Vico della Neve (10)

E sai, nel centro storico ogni muro racconta una storia, anche in quei vicoli che possono sembrare proprio da nulla.

Vico della Neve (11)

E ancora un’altra colonna.

Vico della Neve (17)

E ancora contrasti, panni stesi, colori intensi.
E no, non ve lo so spiegare.

Vico della Neve (12)

E non scordarti mai di alzare gli occhi altrimenti perderai le vertigini di Genova e quei disegni nel suo cielo superbo.

Vico della Neve (13)

Quasi al termine della Via sopra un portone c’è un’edicola che certo meriterebbe cura e attenzione, ospita la Madonna della Neve ed io spero che un giorno ritrovi il candore che le sarebbe proprio.

Vico della Neve (14)

Pochi passi vi separano da Soziglia, frequentatissima piazza cittadina.
Qui, in Vico della Neve, cadono raggi di luce effimeri che virano sui muri antichi, sopraffatti dall’ombra con la quale giocano.
La mia Genova sempre inaspettata, umile e regale, con i suoi vicoli tortuosi e ripidi dove puoi trovare un ponticello sospeso tra due case alte.

Vico della Neve (15)

Così termina questa passeggiata, sotto l’azzurro della Superba, in quella bellezza che vedrai solo se saprai cercarla.

Vico della Neve (16)

34 pensieri riguardo “Scoprendo Vico della Neve

  1. Che meraviglia questo vicolo dal nome evocativo. In effetti è probabile che abbia preso il nome proprio da quel commerciante.
    Ti confesso che non mi dispiacerebbe abitare in una casa con un passaggio sospeso, mezzo appartamento di qui e mezzo di là 🙂 molto suggestivo non credi? E sono certa che riuscirai anche ad affacciarti da uno di quei passaggi… Lancerei un annuncio a tutti i genovesi: AAA cercasi passaggio sospeso per missfletcher 🙂 baci

    1. Quel passaggio sospeso è una magia, cara Viv!
      So già che da lassù troverei vedute inaspettate, ormai non mi stupisco più, basta cambiare prospettiva e Genova ti stupisce.
      Un bacione cara, buona giornata a te.

  2. Certo tu lo rendi ancora più poetico con le tue descrizioni e foto, ma io ho comunque sempre trovato Vico della Neve affascinante. Non capisco come possa essere così sottovalutato.
    E poi già il nome, in una città di mare sul Mediterraneo (non il Mare del Nord!), è un invito a percorrerlo 🙂

    1. Oh Mauro, che gioia leggere le tue parole, sono felice di sapere che anche tu ami questo caruggio un po’ dimenticato, sicuramente da valorizzare al meglio.
      Il nome è una meraviglia, ti confesso che vorrei fotografarlo quando nevica, prima o poi ci riuscirò ❤

  3. Sempre affascinante leggere i tuoi articoli, mi sono trasferita da poco nel centro storico e sto cominciando a girarlo “oltre”, oltre i vicoli conosciuti oltrei palazzi blasonati, è incredibile la quantità di angoli magici e preziosi di cui è composto. Grazie

  4. Un nome suggestivo che svela la sua origine nella Madonna e nel commercio di neve e ghiaccio. Le colonne e gli archi inglobati nei muri sonoper me fonte di curiosità e meraviglia. La stratificazione delle nostre città è qualcosa di impensabile per chi non è del vecchio continente, ma è parte della nostra quotidianità e memoria

    1. Vero, noi siamo abituati a vivere in città dalla lunga storia, archi, archetti, coloninne, antiche pietre sono abbastanza frequenti nel centro storico, tutto dovrebbero farci caso.
      Buona giornata Katia, grazie.

  5. ….sei la maga,la fata,la regina,la dea dei carruggi….insomma oggi non esiste nessuno/a come te cara Miss che li ama,li analizza,li descrive e racconta con così tanto amore e bravura…Carruggio da Neie é uno dei tanti che per fortuna abbiamo a Zena…ma come lo presenti tu sembra il vicolo più bello del pianeta….grazie un abbraccio Miss

    1. Pino, così mi commuovo eh!
      Amo tantissimo questo vicolo un po’ dimenticato, ha degli scorci davvero speciali e finalmente sono riuscita a scrivere questo post con queste foto fatte in un giorno terso, c’era una luce perfetta.
      Un abbraccio, grazie di cuore Pino!

      1. …e hai fatto il massimo del massimo come sempre ciao…. é magnifico questo Carruggiou de Zena e merita un post così….tuo!!! Un’ abbraccio grande….Miss

  6. Miss, è bello questo caruggio, e lo sai che sia il nome, sia l’antica presenza di un venditore di ghiaccio, unitamente all’angustia, me lo fanno affettuosamente considerare un crepaccio?

  7. Che suggestivo quel raccordo tra un palazzo e l’altro. Devo proprio andare a ripassarlo. Sai Miss che io ricordo quando in casa mia, da bambina, portavano il ghiaccio?

  8. In via della Neve giungeva, a dorso mulo, il ghiaccio proveniente dalle neviere che ancora piuttosto numerose si scorgono nei “miei” monti (Diamante e dintorni). In queste neviere veniva accumulata durante l’inverno la neve (che allora scendeva certamente più copiosa di adesso) che veniva pressata e coperta a strati da foglie e ramaglie trasformandosi in ghiaccio, destinato principalmente ad essere caricato sulle navi.
    Quando un semplice toponimo nasconde una storia…

  9. I tuoi racconti ci portano per mano ..dolcemente.. piano piano..e le immagini accompagnano il racconto perfettamente c’è quasi una sorta di sacralità nel leggere e nel guardare questa passeggiata nel vicolo. Grazie!! 🙂

Scrivi una risposta a sertava Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.