Sotto la pioggia

Un dicembre tiepido e poi, approssimandosi l’inizio dell’inverno, la pioggia.
La pioggia, quando poi non è troppo insistente, dona la sua parte di incommensurabile magia.
Il suono leggero delle gocce che cadono, una sorta di atmosfera quasi ovattata, un ritmo più lento.
L’aria fresca, il silenzio.
Di mattina, quando in giro non c’è ancora quasi nessuno.
Ho anche scordato l’ombrello ma non importa.
La pioggia.
Le strade lucide, gli impermeabili, le pozzanghere, gli stivali di gomma e i cappellini per ripararsi.
Lo sguardo che si alza a cercare le nuvole che sembrano sospese ed eterne e allora ti domandi chissà quando se ne andranno e invece, magari, domani non pioverà più.
Sotto la pioggia i pensieri si fanno più fitti, si accavallano, si ripropongono, altri svaniscono senza che tu possa trattenerli.
Tutto scorre, in qualche modo, inesorabile mentre cammino sotto la pioggia, in Via San Luca.

Dopo la pioggia in Piazza Soziglia

Dopo la pioggia in Piazza Soziglia compare, come un incanto improvviso, la caduca magia delle pozzanghere.
E il cielo e le case si riflettono nell’acqua.

E torna il sole e si spalancano le persiane per fare entrare la luce.

Dopo la pioggia si intravede un mondo sottosopra eppure così perfetto, malgrado i contorni a volte tremuli.

E con lo sguardo si segue a prospettiva di Via Luccoli.

In qualsiasi modo la si guardi la nostra Soziglia è davvero una piazza raccolta, accogliente, viva, con un suo cuore battente e un’anima che custodisce le vicende e le memorie antiche di Genova.

E dopo la pioggia il cielo su Piazza Soziglia è chiaro, lucente e brillante.

E così la città si specchia, nell’effimera leggiadria di una pozzanghera.

Pioggia di giugno

È la pioggia di giugno dal profumo quasi autunnale sebbene questo sia l’inizio dell’estate.
E grigio e celeste si posa sul mare nel consueto gioco di riflessi.

La pioggia dona quel mondo all’incontrario che si specchia evanescente nelle pozzanghere.

E vedi le case antiche dai contorni tremuli.

E le finestre e i terrazzini agli ultimi piani, un universo rovesciato per me sempre ricco di fascino.

E le nuvole e l’azzurro si fondono in una dolce e delicata sfumatura.

E tra cielo e mare svetta il galeone dei pirati.

È la pioggia di giugno, inattesa e imprevedibile come la magia effimera delle pozzanghere.

Arcobaleno di novembre

Stamattina aprendo la finestra ho guardato il mare e ho pensato tra me e me: il mare oggi ha proprio il colore della pioggia.
E poi ho pensato che forse avrei visto anche un arcobaleno e poi, voltando lo sguardo verso la Madonnetta, ho trovato davanti a me un effimero prodigio di luce.

Un arcobaleno leggero e lieve.

Si perdeva confuso tra il grigio delle nuvole.

Vicino al campanile, nel cielo di novembre.

Allora ho di nuovo guardato verso il porto e ho ancora pensato che il colore del mare oggi è quello della pioggia: metallico, cupo, inquieto.

Mentre il mio arcobaleno mattutino lentamente svaniva infine è arrivata la pioggia.

I posti dove mi piace leggere

Questi sono per me tempi di letture appassionanti, i libri del resto sono tra i miei migliori amici e in quanto tali la loro compagnia è sempre un privilegio.
L’altro giorno, mentre ero immersa nelle fantastiche vicende di un magnifico romanzo, mi sono ritrovata a riflettere su tutti i posti dove mi piace starmene con un libro tra le mani e così eccomi a raccontarvi le mie preferenze di lettrice.
In primo luogo amo da sempre leggere a letto e prediligo le ore del primo mattino, dopo aver bevuto il mio caffè mi piace ritornare sotto le coperte e rimanere a lungo a leggere, nel silenzio ovattato del giorno che nasce: e così il mio primo sguardo sul mondo passa attraverso le parole di un libro e si arricchisce di altri sguardi e di panorami inconsueti.
Nelle giornate serene, luminose e non troppo calde tipiche della primavera amo leggere tra i fiori del mio terrazzo, con una musica che mi accompagna nella lettura.
E quando poi viene il tempo dell’estate, a Fontanigorda, prediligo una certa panchina che considero una postazione di lettura davvero privilegiata!
Questa panchina si trova sulla strada tra Fontanigorda e Casanova, ci si arriva dopo una breve passeggiata ed offre il conforto dell’ombra degli alberi, il canto del vento tra le foglie e il cinguettio gioioso degli uccellini.
Io potrei rimanerci per ore e ore, la mia panchina è incantata come un tappeto volante.

Mi sistemo là sopra a gambe incrociate e parto felice per i miei viaggi letterari: comodamente seduta sulla mia panchina sono stata diverse volte nella Parigi di Zola e altrettanto di frequente nella Londra vittoriana, ho vissuto amori tormentati e ho conosciuto storie indimenticabili.
La mia panchina, come dicevo, è lungo la strada e quindi di tanto in tanto passano altri villeggianti ma tutto è semplicemente perfetto e nulla interrompe la mia adorata lettura.
Leggere è un gioco di fantasia, una meraviglia dell’immaginazione che ognuno si costruisce da sé, ognuno nel luogo che preferisce.
E ancora, qui a casa, a Genova, quando fuori piove amo sedermi per terra vicino alla porta finestra per restare lì a a leggere mentre in sottofondo tintinnano le gocce di pioggia sulla ringhiera.
Ci sono tante gioie semplici, al mondo.
A volte a renderci felici sono le parole di uno scrittore, le suggestioni di una storia antica, il riflesso di emozioni che sappiamo riconoscere come nostre.
A volte a renderci felici è un libro, una di quelle gioie semplici uniche al mondo.

Camminando sotto la pioggia

E sono andata a camminare sotto la pioggia, davanti al mio mare.
E davvero non c’era nessuno.

C’era la pioggia e c’era il suono del mare.
E le panchine vuote, tutto questa aria salina fresca e vitale.

E ho camminato, immersa nei miei pensieri mi sono fermata a guardare le navi, con la testa ai viaggi veri e alle metafore dei viaggi.

In un bagliore di luci e di dolcezze della sera.

E poi laggiù, fino alla mia amata isola delle Chiatte dove sempre vado a rincorrere i tramonti.

Dondolando sull’acqua, nella prima sera di dicembre.

Mentre ancora brilla il porto della mia città e ancora luccica la Lanterna.

In una sera di Genova e di pioggia.

La magia del doppio arcobaleno a Fontanigorda

E poi viene la pioggia e con lei il tuono e gli scrosci.
Ed eccomi scendere le scale di casa, ho in mente di passeggiare un po’ con l’ombrello aperto e sentire le gocce che fanno tic tac sulla ringhiera.
Apro il portone e mi accorgo della luce sfolgorante del sole e penso tra me e me che potrebbe spuntare un arcobaleno.
Con mio stupore, davanti ai miei occhi meravigliati, così radioso e smagliante è apparso all’improvviso tra le nuvole.

Un doppio arcobaleno, non ne avevo mai veduto uno simile.

Un gioco di luci, pioggia e contrasti.

Un incanto effimero sopra i tetti di Fontanigorda.

Là, tra le cime degli alberi cariche dei profumi della pioggia.

Contro il grigiore di certe nuvole inquiete.

Tra le case delle nostre vacanze, alcune di esse hanno già tutte le finestre chiuse.

Brillante, radioso, con queste tonalità così vivaci e definite, la magia dell’arcobaleno è durata per un tempo neppure così breve.

Con questa bellezza gloriosa, nel tempo di una stagione che sfuma lentamente.

Così si posa, tra i colori freschi della campagna, sovrasta i tetti di tegole rosse, il truogolo e lo steccato.

Brilla, mistero incantevole della natura e del creato.

Un dono magnifico e speciale, nel cuore porterò il ricordo di questo giorno in cui aprii il portone di casa e vidi un doppio arcobaleno nel cielo della mia Fontanigorda.

Tutta questa pioggia

Tutta questa pioggia mi ricorda che c’è stato un altro tempo nel quale mi piaceva indossare gli stivali di gomma.
Era l’epoca della scuola, forse ero agli inizi delle superiori e i miei stivali di gomma erano blu.
Gli stivali di gomma sono ovviamente perfetti per saltare nelle pozzanghere ma vanno anche molto bene per camminare sotto la pioggia incuranti di ogni cosa.
Certo, devi indossare calzettoni belli spessi, altrimenti con gli stivali di gomma il freddo si sente eccome!
La perfetta tenuta da pioggia, secondo me, comprendeva anche la classica cerata gialla e io ne avevo una anche se in realtà credo di averla indossata proprio poche volte.
Tutta questa pioggia mi ricorda che in altri anni c’era un magnifico negozio di ombrelli in Via Cairoli: aveva belle vetrine con articoli eleganti e tra l’altro, fatto straordinario, gli ombrelli li riparavano pure e a dirlo adesso sembra proprio strano.
Tutta questa pioggia mi ricorda anche che ad un certo punto ho acquistato il mio primo ombrello trasparente e quello lì era per me proprio un modo speciale di guardare il mondo.
Tutta questa pioggia mi ricorda pure che in quegli anni della scuola non rinunciavamo mai ai nostri giretti in centro, è chiaro che in primo luogo andavamo da Futura: era il negozio più amato da noi ragazzini degli anni ‘70 e ‘80 e l’ho nominato più di una volta su questo blog, Futura era il paradiso delle gommine profumate, dei temperini, degli adesivi, dei quadernetti, delle borsine di stoffa, delle penne di tutti i colori e non solo.
Da lì in genere me ne andavo ai grandi magazzini di Piccapietra e il mio reparto preferito era sempre quello della profumeria ma poi mi piaceva anche guardare i capi di abbigliamento, la cancelleria e le cose belle per la casa.
Un giretto da Croff? Sempre!
E uno sguardo alle vetrine di Quattro Passi? Sempre!
Mi piaceva seguire la moda ma già allora amavo i libri e anche le mie librerie erano sotto i portici: una era la magnifica Liguria Libri e Dischi, quanto tempo ho trascorso tra quegli scaffali!
E poi andavo sempre alla Di Stefano, quella di Via Ceccardi era la mia preferita e aveva anche un intero reparto dedicato solo ai libri in lingua straniera: subito all’ingresso c’era una scaletta che conduceva a questa zona stipata di romanzi inglesi, vocabolari, volumi di poesie e viaggi bellissimi.
E continua a scendere tutta questa pioggia, ogni tanto il sole si fa largo tra le nuvole e illumina le pozze d’acqua.
E io gironzolo ancora per la mia Genova mentre affiorano i colori, leggeri e luminosi come certi ricordi.

La pioggia di maggio

La pioggia di maggio è la sorpresa che non ti aspetti: cade tumultuosa, rende l’aria fresca ma poi il sole glorioso è vincitore e lei le cede il suo posto.
La pioggia di maggio lascia a terra i suoi specchi incantati che riflettono le imprendibili magie della città.
È una bellezza ritrovata, dai contorni lievi ed evanescenti, puoi coglierla se il tuo sguardo curioso sa trovarla nell’acqua di certe umili pozzanghere.
E vedrai finestre, cielo azzurro e insolite prospettive urbane in Via di Vallechiara.

E l’insegna gialla dell’Ufficio Postale, vetri chiusi e profili tremuli.

È così meravigliosa la vita sottosopra con le strade al contrario, sono come sempre le hai vedute e al tempo stesso sono ad un’altra maniera.
Con quei pedoni che incedono calpestando il cielo, è qualcosa di straordinario, credetemi!
E così è Via Cairoli, nell’eleganza del suo curvarsi armonioso.

E fremono al sole le foglioline verdi su certi terrazzini.

La pioggia di maggio regala bellezza improvvisa e quasi miracolosa, si incontra con la luce radiosa e tutto pare splendere.
E là nella pozzanghera ammiri il cielo azzurro e le palme del Porto Antico.

E poi cade ancora qualche goccia e l’acqua si spande in fragili cerchi, in una musica lieve e imprevista, come la pioggia di maggio sulle strade di Genova.

 

Grigio e azzurro di Nervi

A volte anche il cielo di Nervi è un capriccio, il sole timido si nasconde e a prevalere sono i toni tenui di grigio e azzurro, sono le note del tempo piovoso e incerto.
Una fila di panchine, nessuno a contendersi un posto in prima fila davanti al mare inquieto accarezzato da vento ribelle.

E sotto la luce fioca c’è un gioco di linee dai toni di opaco gesso.

Cosa fanno i gabbiani quando il tempo è così instabile e indeciso?
Volano alti, compiono le loro evoluzioni e poi si gettano giù, tra le onde, toccano l’acqua e poi risalgono ancora.
Ancora e ancora, in una danza che segue il viaggio del vento.

E dondolano nell’aria, ad ali spiegate, soltanto per noi che restiamo ad ammirarli, noi che siamo amici del mare anche quando le nuvole lo sovrastano.

Noi, così, restiamo.
Nella nostra attesa silenziosa, solo accompagnati dal suono amato delle onde.
Noi così respiriamo.
Come i gabbiani sopra lo scoglio.

Noi, davanti alla ringhiera celeste della passeggiata di Nervi.


Poi lo sappiamo, lo sappiamo sempre: il sole ritornerà e farà brillare il mare e scalderà gli scogli e i gabbiani continueranno a volare alti e a planare giù, ancora e ancora, temerari figli del cielo che non temono il grigio e la pioggia.