E oggi vi porto ancora con me, dentro a Palazzo San Giorgio.
Si varca quella soglia e ci si immerge in un mondo antico, distante, si torna al nostro passato, a ciò che è accaduto secoli or sono.
Qui si trova la sede dell’Autorità Portuale di Genova, pertanto non tutte le sale sono visitabili a qualunque ora come capita nei Musei, ma potrete facilmente accedere al piano terra e fare una passeggiata in cortile.
Chiedete di visitarlo, vi faranno passare e vi troverete qui.
E sapete che sensazione si prova quando si è all’interno di questo edificio? Fuori passa la sopraelevata con il suo traffico rumoroso, ma dentro San Giorgio c’è pace e silenzio.
Gli antenati costruivano a regola d’arte i loro palazzi, i muri sono spessi e non si sente il minimo rumore.
Dite la verità, non piacerebbe anche a voi vivere qui?
Del resto era il Palazzo del Capitano del Popolo, è ovvio che sia così maestoso.
Prima di accedere al cortile prestate attenzione a un reperto di un certo interesse che si trova all’ingresso: una bomba francese risalente al 1684, anno nel quale la Superba venne bombardata dalla flotta del Re Sole.
E ricordatevi che a Genova bisogna sempre guardare verso l’alto, anche quando ci si trova in un palazzo splendido come questo il cielo riserva sempre qualche sorpresa.
Questa parte di Palazzo San Giorgio è stata restaurata nel XIX secolo dal D’Andrade ma malgrado i numerosi interventi l’atmosfera è sempre magica.
Tempo di cavalieri con spada, elmo e scudo a Palazzo San Giorgio.
Ed eccolo il Cavaliere al quale è dedicato l’edificio, San Giorgio che uccide il drago.
Ed è ancora lui a reggere fieramente la bandiera della Superba in questo affresco.
Alla base c’è una lapide sulla quale si leggono alcuni versi tratti da un sonetto di uno dei massimi poeti italiani, Giosuè Carducci, che si schierò contro la demolizione del Palazzo che si intendeva effettuare nel 1889.
Un progetto sciagurato che per fortuna non andò a buon fine così ancora oggi possiamo camminare nel Palazzo voluto da Guglielmo Boccanegra.
Accanto all’affresco è murata una lapide che i genovesi sottrassero ai Pisani dal Castello di Lerici nel 1251.
Ce le davamo di santa ragione a quei tempi e poi si usava tornarsene a casa portandosi dietro questi trofei!
E ancora si cammina sotto il porticato del cortile. Un luogo incantevole!

Ma sapete, qua sotto c’erano anche alcune cupe prigioni dove un giorno giunse un illustre prigioniero.
Era il 1298 e all’epoca i genovesi inflissero una dura sconfitta ai veneziani nella battaglia di Curzola.
Catturarono ben 7500 uomini che vennero buttati nella prigioni della Superba e indovinate chi c’era tra questi? Niente meno che Messer Marco Polo!
E sapete come accade, le voci corrono, Marco Polo era già celebre per i suoi viaggi e i genovesi erano curiosi di conoscerlo.
Ogni giorno riceveva visite dai nobili della città, tutti volevano ascoltare i suoi racconti, una processione di gente trepidante di udire il resoconto delle sue avventure in Oriente!
Incontrò anche Andalò di Negro, vi ricordate di lui? Andalò, l’uomo che studiava le stelle, qui trovate la sua vicenda.
Nelle carceri di San Giorgio Marco Polo si imbatté in un altro illustre prigioniero, un certo Rustichello da Pisa condotto a Genova nel 1284 in seguito alla Battaglia della Meloria.
La prigionia di Marco Polo durò sette mesi ma in questo periodo il veneziano pensò di mettere a frutto il proprio tempo e dettò a Rustichello un libro che tutti conoscete, Il Milione, viaggi e avventure alla corte del Gran Khan.
E sul muro di Palazzo San Giorgio si trova una lapide che ricorda la permanenza di questo celebre esploratore nelle prigioni della Repubblica.
MARCO POLO
DETTO’ IN GENOVA
IL MILIONE
NEL GIORNO DI COLOMBO
GENOVA E VENEZIA
POSERO
MCMXXVI
A COMPAGNA SERENISSIMA
Quante avventure e quante vicende sono accadute in questo palazzo, se queste mura potessero parlare!
Sì trova in questo cortile una statua della Madonna che riveste una particolare importanza per questa città, ve la mostro nel gioco di luci che la circonda ma a lei dedicherò uno spazio privilegiato.
Ricordate? Questo era il palazzo della Dogana.
Ecco, quando si parla di tasse e gabelle sono sempre dolori!
E i funzionari della Serenissima Repubblica di Genova vengono caldamente invitati ad attenersi alle gabelle previste, che non si facciano venire in mente di richiedere premi o recognitione alcuna che non sia dovuta!
Le leggi puniscono tali abusi, che se ne ricordino!
E caso mai qualcuno se ne dimenticasse, nel loggiato c’è una lapide che ammonisce severamente chi si facesse venire strane idee, in questa Dogana è severamente proibito richiedere bustarelle e somme non dovute.
E all’interno troviamo un’altra lapide molto simile.
Le gabelle bisogna pagarle ma il malcostume di avanzare ulteriori pretese va stroncato senza riserve.
Nihil sub sole novi, è vero?

E a proposito di gabelle e di soldi, ho volutamente omesso di mostrarvi un angolo di questo cortile dove si trova qualcosa di talmente interessante da meritare un ulteriore approfondimento.
Rimarrete stupiti e ammirati della genialità degli antichi genovesi!
Un ringraziamento particolare va al Dottor Oddone, Dirigente del Servizio Comunicazione e Promozione dell’Autorità Portuale di Genova, che mi ha permesso di gironzolare per Palazzo San Giorgio e di pubblicare queste immagini.
Ho ancora molto da mostrarvi di questo palazzo che rappresenta l’anima mercantile e marinara di questa città, San Giorgio è la memoria della grandezza di Genova e della sua potenza commerciale.
L’economia della Superba aveva qui il suo cuore pulsante, nel palazzo sul Mare che porta il nome del Cavalier dei Santi.













