Nuove abitudini

“Quando un uomo va in pensione e il tempo non è più una faccenda urgente e importante, di solito i colleghi gli regalano un orologio. Ma quella involontaria ironia è bilanciata da una pertinenza altrettanto involontaria, perché anche se non è più dominato da ore e minuti, un uomo in pensione desidera molto spesso sapere che ora è.”

E difatti è ciò che accade al Signor Tom Baldwin: dopo aver lavorato per 40 anni in un ufficio della City finalmente anche per lui è giunto l’agognato tempo della pensione e, come di rito, anche a lui i colleghi hanno regalato un orologio.
Mirabile rappresentante di una banale e al contempo affascinante normalità, il Signor Baldwin è il protagonista di Nuove abitudini, romanzo ambientato nell’Inghilterra degli anni ‘30 e scritto da Robert Cedric Sherriff nel 1936.
Il romanzo, pubblicato in Italia da Fazi Editore, segue lo stile e l’eleganza di Due settimane in settembre, altro godibile gioiello letterario di Sherriff proposto dalla medesima casa editrice.
Dunque, torniamo al signor Baldwin e alle sue spinose faccende quotidiane: dovete sapere che lui non vedeva l’ora di raggiungere l’agognato traguardo della pensione ma, adesso che ci si trova in mezzo, la questione pare assumere un ben diverso sapore.

“Era molto piacevole avvertire attorno a sé il lieve alito del tempo libero, ma non si sentiva del tutto a suo agio. La sera prima aveva chiuso la porta sul passato e rivolto il viso verso il futuro, ma quella mattina stava cominciando a scoprire che la porta si incurvava in malo modo, e le cose che aveva avuto intenzione di chiudere fuori si stavano insinuando attraverso le fessure.”

La vita è un gioco di miracolosi equilibri, un preciso mosaico di sensazioni e di usanze quotidiane: se sposti un solo tassello tutto quanto sembra andare irrimediabilmente all’aria!
Lo sa bene anche Edith, la moglie del signor Baldwin, che all’improvviso si ritrova il signor Baldwin per casa, tra l’altro lui ha pure preso il vizio di occupare la poltrona preferita di Edith proprio negli orari in cui lei ama rilassarsi in santa pace.
La Signora Baldwin è molto combattuta, sa che il suo Tom si è guadagnato il meritato riposo e tuttavia nutre una sorta di malcelata e inaspettata insoddisfazione.

«Nonostante tutta la gioia della loro vita in comune, quel giorno Edith capiva con una chiarezza mai sperimentata in passato che tale gioia si basava su un regolare e quotidiano periodo di reciproca lontananza».

Elegante, raffinato, deliziosamente ironico, questo romanzo di Sherriff è scritto con una straordinaria lievità capace di rendere ogni pagina assolutamente godibile.
Seguendo la loro vita semplice con i suoi ostacoli quotidiani, piano piano ci si affeziona ai coniugi Baldwin e si prova un senso di autentica gratitudine per aver potuto percorrere insieme a loro un tratto della loro vita ed è il talento di Sherriff a rendere possibile tale insolita sensazione.
Riuscirà il Signor Baldwin a raccogliere il filo del suo destino e sbrogliare la matassa della sua quotidianità?
A dire il vero lui qualche progetto ce l’ha: a 58 anni si è messo in testa di diventare uno storico ma sarà proprio questa la via da seguire?
Il passato mostrerà ai coniugi Balwin quali nuovi abitudini ha in serbo per loro il futuro e non svelerò di più, lasciandovi il piacere di scoprire le piccole avventure di vite normali.
E vi parrà di essere anche voi là, accanto al Signor Baldwin che cerca di far quadrare i conti per realizzare i suoi progetti mentre Edith lo incoraggia e lo sostiene.
È la straordinaria bellezza della normalità, narrata con lo stile garbato e inconfondibile di Robert Cedric Sherriff.

“I momenti migliori ci travolgono così all’improvviso che l’aspettativa non ha la possibilità di annacquare il piacere della realtà e passano così in fretta che nemmeno la realtà ha la possibilità di scavare i suoi buchi sgradevoli nei ricordi che restano.”

Due settimane in settembre

“Tutti gli uomini sono uguali in vacanza: tutti liberi di fare castelli in aria senza preoccuparsi delle spese e senza possedere competenze da architetto. Sogni fatti di una materia così impalpabile devono essere coltivati con venerazione e tenuti lontani dalla luce violenta della settimana seguente.”

Così iniziano le vacanze della famiglia Stevens, in certe giornate luminose sul finire dell’estate.
Gli Stevens abitano a Dulwich, un sobborgo nel sud est di Londra.
Gli Stevens, ogni anno e ormai da molti anni, sono soliti trascorrere le vacanze sempre nello stesso posto: la pensione Vistamare a Bognor Regis.
Il loro soggiorno poi ha sempre la stessa durata: esattamente Due settimane in settembre, come recita il titolo del magnifico romanzo dedicato alle avventure di questa famiglia inglese scritto da R. C. Sherriff nel 1931 e pubblicato in Italia da Fazi Editore.
Facciamo così la conoscenza degli Stevens: il Signor Stevens è impiegato, la moglie è casalinga, i due hanno 3 figli, Mary e Dick sono già grandicelli e lavorano entrambi, Ernie è invece il piccolo di casa e ha appena 10 anni.
Ogni anno, con grande aspettativa, tutti si preparano con cura per trascorrere l’agognata vacanza a Bognor Regis: a dire il vero la pensione Vistamare non è proprio lussuosa, anzi è piuttosto modesta e mostra diversi segni di decadenza ma per gli Stevens è un luogo del cuore.
La partenza per Bognor Regis prevede tutta una serie di precisi rituali: si tratta del ruolino di marcia del signor Stevens.
Meticoloso e metodico, il capofamiglia è solito compilare una lista precisa di tutte le incombenze da sbrigare prima delle vacanze e non si scorda di affidare il canarino ad una solerte vicina che se ne occuperà.
Per arrivare a Bognor Regis c’è un lungo viaggio in treno da affrontare e si protrae per molte pagine, è una vera delizia viaggiare con gli Stevens mentre al di là del vetro scorre rapido il panorama e la meta si avvicina.

E tutto è così normale, tranquillo e deliziosamente famigliare: questo romanzo, nella sua disarmante semplicità, rappresenta un autentico elogio della quotidianità e delle piccole gioie della vita.
Pagina dopo pagina, grazie al mirabile talento dell’autore, sembra quasi di conoscere davvero gli Stevens.
Al mare, a Bognor Regis, si fanno lunghe passeggiate sulla spiaggia e ci si diletta con i passatempi tipici del posto, ogni anno si sceglie un souvenir da portare in regalo alla vicina di casa e bisogna darsi un po’ da fare per aggiudicarsi la cabina migliore.
La Signora Stevens in queste vacanze ama in particolare le ore della sera quando tutti se ne vanno fuori e lei se ne può restare in santa pace in poltrona a dilettarsi con il suo cucito e a sorseggiare il suo Porto.
In questo luogo che suscita emozioni contrastanti e piccoli tumulti dell’anima:

“Uno strano sentimento, venato di tristezza, ti assale quando entri in una stanza che ti sussurra i ricordi di una lunga serie di anni.”

In questo luogo dove si diventa grandi e nei giorni della giovinezza si aprono spiragli inaspettati sul futuro:

“Mary aveva sempre considerato la vita qualcosa che iniziava prima che te ne rendessi conto e poi andava avanti senza scosse finché morivi: non aveva mai saputo che potesse finire e poi ricominciare, così splendida.”

Ho amato ogni riga di questo romanzo.
Ho amato lo stile garbato, asciutto ed elegante.
Ho amato la vena britannica che attraversa ogni pagina di questa storia come un raggio di luce.
Ho amato la semplicità, a volte persino prevedibile, vera e credibile.
Ho amato la sensazione di serenità che si assapora leggendo il romanzo di Sherriff, si resta a Bognor Regis con questa piacevole compagnia alla quale è davvero facile affezionarsi.
E così anche a noi lettori rimane salda nel cuore un sorta di inspiegabile nostalgia per quel tempo trascorso in quella quiete, per quelle memorabili due settimane in settembre.

“Una vacanza è così. I primi giorni indugiano quasi interminabili. Verso sera il sole si posa dentro una conca tra le colline e rimane li, ostinato, a sfidare la notte. Domenica, lunedì, martedì: ti sembra di essere al mare da settimane intere.”