Un bel giorno nella Superba giunse un veneziano, il suo nome è destinato a rimanere celebre nei secoli, lui è Carlo Goldoni.
Ho già avuto modo di parlarvi del suo soggiorno genovese, egli trovò qui l’amore e la donna del destino.
Lei si chiamava Nicoletta Connio e il loro fu un felice incontro fortuito.
All’epoca Goldoni dimorava in una locanda dalle parti di Vico San’Antonio.
Dalla finestra vide Nicoletta e il suo cuore prese a battere per lei, in quel luogo c’è una lapide in memoria di quell’unione.
E come già vi ho raccontato in questo articolo, i due si sposarono nella bella chiesetta di San Sisto.
E tuttavia non è di questo che vorrei parlarvi ma di un altro dettaglio curioso che lega il nome di Goldoni a Genova.
Ho trovato questa notizia in un libro di Amedeo Pescio, è un volumetto che ho acquistato qualche tempo fa.
E’ tirato in sole 25 copie ed una è mia, queste sono soddisfazioni eh!
Dunque, torniamo a Goldoni.
Dovete sapere che il padre di Nicoletta era uno stimato notaio del Banco di San Giorgio ed ebbe una certa influenza nel fare avere a Carlo un incarico di un certo pregio: console di Genova presso la Serenissima Repubblica di Venezia.
Goldoni assunse la carica nel 1740 e la mantenne fino al 1744, con mirabile solerzia ogni otto giorni mandava i suoi dispacci a Genova, naturalmente in quando console doveva occuparsi con regolarità degli interessi della Superba.
Una carica più che altro onoraria ma per tale compito era comunque previsto un compenso di cento scudi all’anno.
Ecco, mi duole comunicarvi che in realtà le cose andarono diversamente.
A quanto pare il veneziano ebbe non poche difficoltà ad ottenere ciò che gli spettava, da queste parti c’era chi faceva orecchie da mercante e i soldi dovuti non arrivavano!
E Goldoni faticava persino a farsi mandare il rimborso delle spese postali!
Avete mai letto gli scritti di Amedeo Pescio?
E’ un autore a me molto caro, lo trovo splendidamente arguto e sentite cosa scrive a proposito di questa faccenda:
Una volta tanto che toccò i famosi scudi per le spese di posta, mandò a Genova una lettera di ringraziamento che sarebbe bastata se gli avessero donato il regno del Catai!
Ecco lì!
E insomma, quando nel 1744 si fece avanti un altro candidato Goldoni lasciò l’ambita carica di console.
Il testo di Pescio risale al 1906 e l’autore rimarca con il suo amabile stile che il debito di Genova con Goldoni non è mai stato estinto.
E insomma, non si potrebbe erigere un busto in suo onore o intitolargli una strada?
Caro Signor Pescio, mi risulta che quest’ultima cosa sia stata fatta e poi c’è anche la lapide di Vico Sant’Antonio.
Certo, sulle spese postali è meglio soprassedere!
ATTERGATO AL VECCHIO TEATRO DEL FALCONE
IL PROSSIMO CEPPO DI CASE RICORDA
UNA FELICE UNIONE DI AMATISSIMI CUORI
ONDE TRA CARLO GOLDONI VENEZIANO
E NICOLETTA CONNIO GENOVESE
PARVE AUSPICATA UNA PACE FRATERNA DI POPOLI
NEL PRESENTIMENTO DELLA ITALIA FUTURA
A MEMORIA DEL 1736 POSE NEL MARZO DEL 1907
L’ACCADEMIA FILODRAMMATICA ITALIANA
Per mera coincidenza ieri ero a Genova e sono passato in vico Sant’Antonio e ho visto proprio questa lapide! Mi ha fatto sorridere la volontà di vedere presagi del Risorgimento persino in un incontro di due amanti!
Hai ragione Mario, anch’io ho fatto lo stesso pensiero!
Io passo spesso da quelle parti, come avrai capito è una delle mie zone preferite.
Buona giornata Mario, grazie.
E qui i genovesi non ne escono benissimo 😉 forse anche per questo sono stati bollati come taccagni? Io estinguerei il debito a suon di focaccia! 😊 bacioni
E infatti, che figura!
Ecco, la focaccia mi sempra un’ottima contropartita mia cara 😉
Bacioni a te Viv!
A questo punto io sono in difficoltà.
Da genovese dovrei cercare qualche motivazione (e magari ne troverei) per difendere la Superba.
Da discendente però di un’antica famiglia veneziana dovrei condannarla senza se e senza ma.
Insomma, come disse Lenin: che fare?
😉
Qua è dura eh?
Caro Mauro, in questo caso io non sa che parte iniziare con la difesa della Superba 😉
Eh, ma tu sei genovese in tutto e per tutto… io mi sento sì genovese vero e completo, ma le origini veneziane comunque le sento 😉
Qui però si avvalla la diceria che genovesi siano un po’ stretti di manica. Una chicca il tuo libro e anche questa storia
Eh sì, cara, esatto!
Il libro è una vera chicca, trovato per un caso fortunato.
Un bacione Katia, grazie.
Cara Miss ti voglio ringraziare di cuore. Ieri sono tornata da Zena in Olanda e già mi manca. Il mio soggiorno però è stato molto interessante grazie al tuo blog, che mi ha dato suggerimenti per le mie passeggiate. Ho riscoperto e scoperto tante meraviglie. La casa di Goldoni purtroppo l’ ho persa, ma sarà per un’altra volta. Se mai verrai all’ Aja, ti farò con piacere da guida!
E poi i genovesi tirchi? Allora con gli olandesi sono in buona compagnia😀
Buongiorno a te Anna, che gioia leggere questo tuo commento, sono felice che le mie pagine ti abbiano guidato per le strade di Genova, queste sono soddisfazioni.
E quando tornerai se ti va fammelo sapere, mi piacerebbe incontrarti!
E dunque, anche in Olanda sono un po’ taccagni? Ecco lì 😉
Un bacione a te e buona domenica!
Ti incontrerò con grande piacere. E se tu vieni dalle mie parti fammelo sapere anche tu!
Un abbraccio riconoscente e buona domenica!
Magari, sarebbe bellissimo fare un viaggio in Olanda.
Grazie Anna, a presto!
Che bel post di memorie liceali! Io sono tanto affezionata al mio liceo, ha ospitato tutti i membri della mia famiglia, vi si sono conosciuti e innamorati i miei genitori e poi ci siamo passati io e i miei fratelli…è una specie di tradizione di famiglia 🙂
Grazie Giulia, benvenuta tra queste pagine.
E come si fa a non essere affezionati al proprio liceo? Sono memorie indelebili che restano!
Buona domenica a te e grazie!
accidenti, a quel tempo giravano gli scudi?
Doveva essere un piacere tenersene qualcuno nelle tasche. Sì, una volta le monete avevano molto più fascino
Uh sì, già solo il termine, scudi, ha tutta un’altra magia!
e poi i talleri, gli zecchini, ma ne avevamo già parlato tempo fa, se non sbaglio
Che meraviglia, bisognrebbe scriverci una storia!
Pingback: Il Magnifico Cristoforo Spinola e la sua prigionia | Dear Miss Fletcher
Miss, mi sto sforzando per considerare privo di fondamento il detto: “Vox populi, vox Dei”…
Hahah, sapesso come sto ridendo a leggere il tuo commento 🙂 !