Chiesa di San Nicola da Tolentino: la Cappella di San Nicola

Vi porto con me nella Chiesa di San Nicola da Tolentino, parrocchia cittadina della nostra Circonvallazione a Monte.
Nella navata destra troverete la maestosa Cappella di San Nicola.

Se verrete a visitare questa chiesa prestate attenzione anche alla bella statua della Madonna del Parto collocata sull’altare maggiore della quale ebbi modo di scrivere tempo fa in questo post, è un’opera commovente e molto suggestiva.

La Chiesa di San Nicola da Tolentino venne gravemente danneggiata dai bombardamenti della II Guerra Mondiale e fu ricostruita nel dopoguerra con restauri e ampliamenti.

Risplende di luce dorata la Cappella di San Nicola che ospita una pregiata scultura lignea raffigurante San Nicola con la Madonna e le anime purganti opera del valente Pasquale Navone che lasciò ampia testimonianza del suo talento in molte nostre chiese.

È un’opera finissima e di forte impatto, le figure sono poste in studiata maniera armonica.
Possiedo una copia di una pubblicazione che mi è stata fornita anni fa dal parroco di San Nicola e in quelle pagine si trova anche un’immagine della scultura prima dei bombardamenti, lo sfondo era differente e vi era dipinto un edificio religioso che presumo fosse la vecchia chiesa.
Inoltre, nella parte di cielo sovrastante la figura di San Nicola, c’erano due angioletti.

È soffusa di misticismo l’eccellente opera del Navone e il riferimento alle anime purganti non è casuale in quanto San Nicola da Tolentino è anche patrono delle anime del Purgatorio.

Colpisce la tenera dolcezza di un piccolo putto.

La mano di San Nicola è protesa verso quella della Madre di Dio e la mano di Lei non è vuota e pare porgere a lui una treccia di pane.

Maria, assisa tra le nuvole, tiene in braccio il piccolo Gesù.

E ai piedi di Lei e a quelli del Santo ecco le anime del Purgatorio.

Come già detto, la chiesa subì diversi danneggiamenti e venne poi successivamente restaurata.
Risalgono al 1950 e sono opera di E. Mazzini gli affreschi della Cappella.
Sulla sinistra San Nicola celebra la Messa e libera un’anima dal Purgatorio.

Al centro è rappresentata invece la parziale distruzione della Chiesa.

Infine sulla destra è raffigurato Cristo che scende tra le braccia di San Nicola.

E anche il soffitto è una mirabile armonia di toni e colori.

Lo sguardo ritrova ancora la leggiadra scultura di Pasquale Navone.

E una corona di stelle circonda il capo di Maria così effigiata nella sua santa grazia.

Una cartolina da San Nicola

E ritorniamo a camminare nel passato, oggi la mia macchina del tempo vi porterà in una zona della nostra Circonvallazione a Monte che conosco bene e frequento quotidianamente.
Qui trovo la farmacia, l’edicola, il supermercato e il negozio di fiori, l’ufficio postale e il fruttivendolo, è uno dei tratti più vivi di Corso Firenze.

E magari ci sembra anche strano ma in un tempo a noi sconosciuto si stampavano e si spedivano cartoline con questo scorcio del nostro quartiere.
La prospettiva è esattamente questa e anche allora doveva esserci un glorioso cielo blu e il consueto andirivieni della vita quotidiana.

In un frammento di vita che rimase così catturato nella cornice di una cartolina spedita negli anni ‘20: si notano in effetti ben poche differenze e certo non c’è il traffico della nostra epoca, ma malgrado questo la nostra San Nicola è ben riconoscibile.

E tuttavia c’è un dettaglio particolare che ha colpito la mia attenzione: si intravede appena un tratto della facciata della vecchia chiesa di San Nicola da Tolentino e si distingue chiaramente una delle statue che l’adornavano.
La chiesa fu colpita durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale e fu gravemente danneggiata, verrà poi restaurata e ampliata negli anni ‘60.

Allora, in quel giorno del passato, la vita scorreva con il suo solito ritmo nell’attesa del tempo che sarebbe venuto, ignari del futuro e dei suoi pericoli e sempre portando sempre nel cuore la luce della speranza che è il motore delle vite degli uomini.

In un tempo distante, nella nostra San Nicola.

Fra Giovanni e la Madonna del Parto, una storia di devozione

Questa è una storia commovente e intensa, per raccontarla dobbiamo andare indietro nel tempo.
Sul finire del ‘700 la città ha un altro aspetto e nella zona di  Piazza Acquaverde c’è la Chiesa della Visitazione dove si trovano i Padri Agostiniani Scalzi, in questo edificio religioso è venerata una particolare statua di Maria: è la Madonna dell’Espettazione del Parto.

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Sono tempi difficili, nel 1797 chiesa e convento vengono soppressi.
L’immagine adorata di Maria in quest’epoca di rivoluzioni viene preservata ed è la fede di un uomo a salvarla, è un laico talmente devoto a Lei da guadagnarsi il nome di Fra Giovanni della Madre di Dio.
Ed è lui a fare in modo che la Madonna sia condotta presso il Convento di San Nicola.
Incombe il destino della storia, sono gli uomini a tracciarlo: nel 1810 il governo napoleonico sopprime diversi conventi, questa sorte toccherà anche a quello di San Nicola.
I religiosi abbandonano così la città e tornano nei loro luoghi di origine: anche Fra Giovanni, a malincuore, lascia San Nicola.
Porta nel cuore autentico affetto per la Madonna a lui così cara, non trova pace Fra Giovanni, si accerta di continuo che la statua sia al sicuro.
E giunge un giorno benedetto: egli scopre che esiste la possibilità di affittare chiesa e convento.
Presto, non c’è un momento da perdere!
Con la questua raccoglie quanto necessario, affitta la chiesa e torna al cospetto della sua Madonna.
Si prega Maria quasi da carbonari, i fedeli entrano da una porticina laterale e si riuniscono davanti allo sguardo dolce di Lei ma la chiesa rimane sempre chiusa.

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Lo zelo di Fra Giovanni non conosce tregua, egli attende il momento propizio per restituire agli occhi del mondo la luce della Madonna del Parto.
Viene a sapere che il governatore della città Giambattista Carrega è particolarmente devoto alla Madonna e così si rivolge proprio a lui.
Ed è la vittoria e il trionfo della costanza, il piccolo uomo devoto ottiene che nel 1815 la chiesa sia finalmente riaperta.
Da allora la Chiesa di San Nicola da Tolentino ha subito diversi ammodernamenti in seguito ai danni subiti durante l’ultima guerra.

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Non è terminata la commovente vicenda di devozione di Fra Giovanni, la figura di quest’uomo mi ha davvero colpita: per il suo fervore, per la sua attenzione, per la bellezza dei suoi gesti.
E andiamo al 1818, si attende un evento importante in città.
E Fra Giovanni, come sempre, è riuscito a far cadere l’attenzione sulla sua Madonna adorata.
Vedete?
Riuscite a scorgere la ripida strada che conduce lassù?
Sentite lo scalpiccio dei cavalli?
E c’è anche una portantina regale che viene condotta su per la sfiancante salita: Vittorio Emanuele I e la Regina Maria Teresa salgono a San Nicola.
Dalla Madonna del Parto.
Da Fra Giovanni.
E noi come abbiamo fatto a dimenticare la grandezza di questo piccolo uomo?
Immenso, per me, per questo voglio ricordarlo.

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Il sovrano viene accolto nella chiesa ornata a festa, Vittorio Emanuele visiterà anche la Madonnetta, Fra Giovanni otterrà che le due chiese siano di nuovo affidate agli Agostiniani.
Così la Madonna del Parto si salvò, grazie alle cure di Fra Giovanni, al termine della sua avventura terrena Fra Giovanni fu posto ai piedi di Lei a dormire il suo sonno eterno.
A San Nicola ho trovato solo traccia di questo sepolcro dove riposano insieme diversi frati dell’ordine.

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Lei è sull’altare della chiesa, la circonda una fiammante luce dorata, la pregevole statua è attribuita a Tommaso Orsolino.

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Candida nel suo manto chiaro, mistica nei suoi gesti, un volo d’angeli illumina il suo ventre, immagine dolce della Madre di Dio.

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Se andrete in questa chiesa La troverete.
E quando sarete davanti a Lei pensate al piccolo uomo, Fra Giovanni della Madre di Dio.
Non conosco il suo volto, non so nulla in più su di lui.
So che questo sorriso lo rasserenò fino alla fine dei suoi giorni, so che i suoi occhi cercarono questo sguardo amorevole per tutta la sua vita.
E mi piace pensare che li abbia ritrovati, per l’eternità.

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