I misteri di un’antica creuza di Genova

Questa è una storia che porta ad un tempo lontano, nella Genova del passato.
Non c’è più traccia di certi luoghi, non ci sono vetusti palazzi da fotografare e antiche strade da percorrere.
E se questo articolo potesse essere corredato di immagini vedreste un bosco scuro e fitto e una creuza dalle parti di Piccapietra, dove ora sorge Largo San Giuseppe.
E se potessi portarvi là, a quei giorni, vedreste volti dagli sguardi attoniti e spaventati, sentireste voci che flebili sussurrano intimorite, da quel posto bisogna star lontani, quando scende la sera tra quegli alberi si muovono sinistre figure.
E si ode un rumor di catene, quella è zona di fantasmi minacciosi e di cupe presenze, tanto da essersi meritata il nome di Creuza del Diavolo.
La vicenda viene narrata con dovizia di particolari dal Podestà, nel suo libro Il piano di Sant’Andrea, un testo che ho la fortuna di possedere.
E queste sono le parole dell’autore:

Il Bosco anzidetto tolse il nome dal diavolo per certi fantasmi e figure umane alte e coperte di panni bianchi che si vedevano apparire nelle ore notturne alla luce di vaghe fiammate.

Visioni terrificanti accompagnate da gemiti, versi e lamenti, tanto bastava a tenere alla larga le persone.
Fenomeni soprannaturali o credenze popolari senza fondamento?
Come scrive sempre il Podestà, in realtà tutto ciò non aveva nulla a che vedere con sinistre presenze, si trattava invece di notturne congreghe di Magistrati della Repubblica.
E costoro, dediti a trame e intrighi, avevano l’usanza di riunirsi in quella zona ed era loro interesse che la stessa fosse poco frequentata.
E così, con mirabile astuzia, quando scendeva la notte inscenavano un tetro spettacolo per atterrire i malcapitati avventori.
Per la creuza si aggiravano uomini muniti di trampoli e coperti da bianchi lenzuoli, le candele ardevano dentro alle zucche e a creare un certo trambusto erano anche alcuni inoffensivi animali, nella fattispecie tacchini con delle catenelle alle zampe.
E così la Creuza del Diavolo era sempra deserta, ovviamente nessuno ci passava.
Nella seconda metà del ‘700 il bosco venne spianato e la strada fu in seguito ampliata, prendendo il nome di Via di San Giuseppe in onore del Conservatorio di San Giuseppe fondato dal benefattore Ettore Vernazza.
Se passate da quelle parti date uno sguardo alla targa, ancora ricorda l’antico nome di quella creuza che fu fonte di  inquietudine per molti genovesi.

Creuza del Diavolo