L’amore vince tutto, ho scelto questa citazione tratta dalle Bucoliche di Virgilio per presentarvi un libro che considero un prezioso e fidato compagno di vita: il Dizionario delle sentenze latine e greche a cura di Enzo Tosi, edito dalla Bur.
La saggezza degli antichi spesso ricorre nel nostro parlare, non ce ne rendiamo conto eppure è così.
Qualche banale esempio?
Carpe diem, il famoso verso di Orazio che invita a cogliere l’attimo fuggente.
Audaces fortunam iuvat, la fortuna aiuta gli audaci, questo è certo uno dei motti più popolari.
Risus abundat in ore stultorum, il riso abbonda sulla bocca degli stolti.
Questo pregevole dizionario raccoglie citazioni, versi e motti dall’antichità al Rinascimento ed è di indubbia utilità.
Sarà capitato anche a voi: a volte viene in mente una frase, una perla di saggezza.
Dove l’abbiamo letta? Chi mai l’avrà scritta?
Questo libro vi aiuterà a ricordare dettagli che avevate scordato e a scoprirne nuovi che non conoscevate.
E’ dotato di un sommario per argomenti e di un doppio indice: uno in latino e l’altro in greco antico.
Ecco diciamo che se con il latino me la cavo con il greco antico, sebbene lo abbia studiato, ammetto di avere qualche problema di consultazione, non proprio tabula rasa ma poco di manca!
Vedete? Eccola la frase in latino!
Tabula rasa, la tavoletta cerata che anticamente si usava per scrivere, completamente vuota, che Aristotele nomina per descrivere una mente sgombra, pronta a ricevere insegnamenti.
E chi si ricorda per quale ragione si usa dire Cicero pro domo sua, quando si parla di qualcuno che cura solo il proprio interesse?
Lo spiega in poche righe l’autore del libro, che ci rammenta come nel lontano 57 a.C. Cicerone si presentò davanti al collegio dei pontefici, reclamando che gli venisse assegnata l’area dove si trovava la sua casa sul Palatino distrutta da un incendio mentre lui era in esilio e chiedendo anche che gli venisse corrisposta la somma necessaria per la ricostruzione.
Cicerone per la sua casa, letteralmente.
E poi, quante volte, in situazioni di incertezza, vi è capitato di sentirvi pendere sul capo la famosa spada di Damocle, Damoclis gladium?
Ma chi era questo Damocle, ve lo ricordate?
Si trattava di un cortigiano che in presenza di Dionisio II di Siracusa elogiò la grande fortuna di quest’ultimo il quale, per dimostrargli quanto invece sia sempre soggetta a rischi la vita di chi detiene il potere, fece sedere Damocle sul trono davanti a una tavola imbandita mentre sul suo capo pendeva una spada appesa ad un sottile crine di cavallo.
Avete un amico a quattro zampe? E per caso sul vostro cancello campeggia la scritta cave canem e cioè attenti al cane?
Beh, sappiate che c’era anche nelle case degli antichi romani e in molte abitazioni di Pompei.
E perchè quando non riusciamo ad avere indietro soldi che abbiamo prestato, diciamo che il nostro debito verrà pagato alle calende greche, ad Kalendas Graecas?
Perché alle calende, spiega sempre l’autore, nel calendario romano corrispondeva il primo del mese, giorno previsto per il pagamento dei debiti, mentre tale definizione era totalmente assente dal calendario greco e quindi le calende greche non arrivavano mai.
La saggezza degli antichi, la troverete in questo bel dizionario che vi consiglio di aggiungere alla vostra libreria.
Tenetelo sottomano, datemi retta, potrà sempre esservi utile.
Con questo libro certamente non incorrerete in un qui pro quo.