Spira leggera e frizzante l’aria di dicembre, porta con sé tintinnio di campanelle, intermittenze di luci dorate, gioie a lungo attese da condividere con chi si ama.
Spira fresca l’aria di dicembre, percorre le strade, a volte diviene vento, poi si calma e si riposa e ancora si leva.
Scende giù per le creuze, avvolge i campanili delle chiese, rapida si insinua in ogni luogo della città.
E cammina con la sorella, accompagna il suo passo lieve su per questi gradini, smuove il suo abito e il suo velo nel contrasto di bianco e nero.
Aria di dicembre e dell’ultimo scorcio dell’anno.
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Genova del passato: i nastri e le chincaglierie del Signor Gaetano Cassini
Tic tac, tic tac, saliamo ancora con gioia ed entusiasmo sulla macchina del tempo, cari amici, oggi ce ne andremo insieme a far compere nel passato di Genova.
E troveremo una vecchia conoscenza, non sapete che soddisfazione sia stata per me ritrovare un vecchio amico!
Andiamo con ordine senza far confusione e salutiamo il Signor Gaetano Cassini, lungimirante imprenditore e commerciante.
Il Signor Cassini è titolare di una fornitissima merceria, vende fili, bottoni preziosi, nastri pregiati e raffinate passamanerie, da lui si trova tutto per la felicità di signore e signorine genovesi.
Naturalmente il nome del nostro abile commerciante ricorre nelle guide commerciali della sua epoca.
E infatti è nominato sul Lunario del 1882 e risulta nell’elenco delle Mercerie e Novità per Signora, la sua attività è situata sotto i Portici dell’Accademia.
Sul Lunario del 1892 il negozio risulta poi ancora in Piazza De Ferrari ma nel 1894 si aggiunge anche un’altra merceria in Via Giulia, la strada che un giorno verrà demolita per la costruzione di Via XX Settembre.
Ma la macchina del tempo, cari amici, ci porta ancor più indietro negli anni, seguitemi in questo viaggio per me emozionante.
Dunque, dovete sapere che qualche anno fa durante uno dei miei giretti per mercatini ho avuto la fortuna di reperire un raro foglio di carta intestata del Signor Cassini firmato per quietanza dal Signor Cassini medesimo!
È evidentemente un elenco di merce probabilmente destinato ad uno dei suoi clienti.
Guardando con più attenzione si nota in alto a destra la data: questo sgualcito foglio di carta risale al 1860.
Osserviamo poi la stampa dalla quale si evince che il negozio si trova nella piazza centrale di Genova, nella cornicetta sono poi ben specificate le pregiate merci trattate dal Signor Cassini.
Vi occorrono delle cavigliere in filosella? Ecco, adesso sapete dove trovarle!
Notiamo poi il dettaglio del documento: si riferisce a una ricca fornitura di filo, filosella e filato lucido rosa che forse sarà servito per certi leziosi abitini di ambiziose bimbette o signorinette!
Ora le fortunate circostanze che hanno portato sul mio cammino il Signor Gaetano Cassini non sono certo terminate qui.
Infatti, un po’ di anni fa ebbi già modo di fare la sua conoscenza quando al mercatino di Fontanigorda trovai su una bancarella un delizioso puntaspilli proveniente dal negozio di Piazza De Ferrari.
È un piccolo oggetto passato tra le mani sapienti di qualche abile sarta o madre di famiglia, sul bordo ho trovato appuntati alcuni spilli e lì li ho lasciati.
Questo gadget pubblicitario era chiaramente destinato dal Signor Cassini alla sua affezionata clientela e, come forse i miei più fidati lettori ricorderanno, ho già avuto modo di scriverne in passato in questo articolo.
Ora potete comprendere il mio entusiasmo per il fatto di essermi imbattuta in un foglio spiegazzato che ancora una volta ha condotto davanti ai miei occhi il nome di Gaetano Cassini.
Come se un sottile e scivoloso filo di seta potesse ricondurre questo abile commerciante davanti agli sguardi dei suoi concittadini, in quella città che lo vide protagonista dei suoi successi commerciali.
Da questa Genova così lontana mando così un affettuoso saluto a lei, caro Signor Cassini.
Tra tanti passi
Tra tanti passi i suoi erano più decisi.
Tra tanti passi i suoi erano anche silenziosi, mi è passato accanto e non me ne sono neanche accorta.
E poi mi ha preceduto, come me era diretto verso Via San Lorenzo.
Tra tanti passi i suoi erano celati dalla tonaca che ondeggiava per i suoi movimenti rapidi, leggeri e mai esitanti.
Tra tanti passi nella luce di novembre ho osservato i suoi.
Diverse sfumature di azzurro
Musica
Passando a De Ferrari, ieri, tutto era musica.
Era il suono dei passi, era l’acqua che gorgogliava nella fontana, erano le parole dei passanti e dei turisti.
Era musica la luce resa gentile dall’aria leggera di settembre.
Ed era musica la voce melodiosa di una giovane cantante che intonava brani di musicals e altre canzoni allegre con una gioia assolutamente travolgente.
E tutto era musica, in una bella mattina ariosa di settembre.
Attraversando Piazza De Ferrari
Ritorniamo nel nostro passato e fatalmente ci ritroviamo in Piazza De Ferrari.
Non c’è molta gente in giro, alcuni sono fermi a chiacchierare, altri se ne stanno all’ombra dei portici, un solerte lavoratore trascina un pesante carretto.
L’omnibus partito dalla vicina Piazza Umberto I (così un tempo si chiamava la nostra attuale Piazza Matteotti) porta i suoi passeggeri alla loro meta, alla Foce.
Sulla destra si notano delle paratie di legno, i lavori di edificazione della parte alta di Via XX Settembre non sono ancora terminati e i genovesi guardano con curiosità alla nuova città che sorge giorno dopo giorno davanti ai loro occhi.
Una signora, elegantemente fiera, incede sicura con il suo abito alla moda, il cappello fastoso e l’ombrellino a quadri.
Nulla nel suo abbigliamento è lasciato al caso, la classe è anche nei dettagli.
E poi ci sono altri dettagli che colpiscono la mia attenzione e riguardano l’ambiente circostante, quella piazza non troppo affollata.
Guardiamo le tende sotto i portici di Via XX Settembre, si legge che là sotto si trova un locale leggendario ed invitante: ecco a voi il Caffè Ristorante Bavaria e l’American Bar Bavaria.
Tenetene conto per vostri viaggi nel passato, cari lettori!
E poi, un po’ più in là, alle spalle dell’uomo con il carretto sotto i Portici dell’Accademia, ecco un’altra tenda più chiara sulla quale la scritta è meno leggibile ma si intuisce che c’è un locale che porta il nome dell’Accademia.
Ritornando nel passato un mondo scomparso timidamente si svela, mentre noi camminiamo piano in Piazza De Ferrari come la signora con l’ombrellino a quadri.
I libri, amici generosi
“The books – the generous friends who met me without suspicion – the merciful masters who never used me ill! The only years of my life that I can look back on with something like pride… Early and late, through the long winter nights and the quiet summer days, I drank at the fountain of knowledge, and never wearied of the draught.”
“I libri – gli amici generosi che mi hanno accolto senza sospetto – i padroni misericordiosi che non mi hanno mai maltrattato! I soli anni della mia vita ai quali posso guardare indietro con una sorta di orgoglio… presto e tardi, durante le lunghe notti invernali e nei tranquilli giorni d’estate, ho bevuto alla fontana della conoscenza, senza mai stancarmi di quella bevanda.”
Wilkie Collins, Armadale
Le fioraie di Piazza De Ferrari
Le fioraie di Piazza De Ferrari stavano sempre nella loro favorevole posizione e a Genova, io credo, tutti le conoscevano.
Le fioraie di Piazza De Ferrari avevano modi gioviali e garbati ed esponevano i loro fiori in quelle grandi e capienti ceste.
Un lavoro non esente da fatica, si intende, eppure ci giurerei che nessuno le abbia mai sentite lamentarsi: le fioraie di Piazza De Ferrari erano donne di carattere e con una certa tempra.
E avevano la loro affezionata clientela, c’erano certi giovanotti che volevano fare i galanti con le signorine e allora andavano a procurarsi mazzolini di fiori odorosi dalle fioraie di Piazza De Ferrari.
E loro, le fioraie, davano a ciascuno il consiglio giusto.
Le fioraie di Piazza De Ferrari erano sagge e pazienti e videro il mondo piano piano cambiare nelle mode, nelle maniere, negli aspetti quotidiani della vita cittadina: quella vita prese a scorrere lenta e inesorabile davanti ai loro occhi.
E forse ne seppero custodire memoria, tramandando a figli e nipoti il ricordo di quei giorni vissuti e di quando loro erano le fioraie di Piazza De Ferrari.
Note di grigio
Sotto i portici di De Ferrari
In un caldo giorno di primavera, con un clima quasi vacanziero: si gira vestiti leggeri, qualcuno porta persino il cappello di paglia.
Alcuni si mettono in posa davanti alla fontana per la foto di rito, altri si riposano seduti sul muretto, è il rtmo pigro e al tempo stesso vivace dello svago.
E poi.
E poi dalla Chiesa del Gesù esce lei.
Cammina sicura ma senza fretta.
Con un ritmo diverso da tutti gli altri.
In bianco e nero, con l’abito che ondeggia sospinto dai sui passi, sotto i portici di De Ferrari.























