Camminando nel passato davanti a Villa Rosazza

E ritorniamo a camminare nel passato, la mia macchina del tempo ci condurrà davanti al mare, là dove il porto freme di vita e di traffici e nei pressi della magnifica Villa Rosazza.
Alcuni genovesi si dirigono verso la farmacia per fare qualche acquisto, in primo piano c’è un ragazzino che ci osserva da quel tempo distante.

Sull’altro lato poi una persona si allontana lentamente mentre si nota appena un cavallo probabilmente intento a trainare un carretto.

E poi, sulla panchina ci sono loro, si chiamano Checchin, Baciccia, Vincenzo, Franchino.
E sanno correre veloci come il vento, fanno le gare con grette e poi giocano a guardie e ladri tra le case ma quando la mamma li chiama vanno subito a casa.
E sono amici ma di quelli che restano per sempre, sono come fratelli.
Un po’ spavaldi e avventurosi, felici di quelle felicità che si provano solo nei giorni d’infanzia e quando poi si diventa grandi ci si prova invano a cercare di ricordarsi com’era quell’emozione destinata a restare gioia inafferrabile di anni perduti.
Amici, fratelli. Per sempre.
E verrà la guerra, la trincea, il tempo della lontananza e del dolore.
E verrà il tempo del ritorno per ritrovarsi ancora là sulla panchina e qualcuno però mancherà, nel tragico e crudele gioco della vita.

Così passando da quelle parti sembra ancora di ritrovare quella frazione di tempo tranquillo e distante.

E pare di rivedere ancora i nostri Checchin, Baciccia, Vincenzo e Franchino con quei loro sorrisi ingenui.
Nel passato di Genova, davanti a Villa Rosazza.