Quei caruggi che salgono da Ravecca li ricordo in altri anni.
Quando ero ragazzina alcune case di questa zona non erano ancora state restaurate, era ben visibile la patina del tempo.
Ho iniziato allora a gironzolare per i vicoli, Genova era per me una continua scoperta.
I vicoli di quella parte della città hanno nomi dolcemente evocativi e fiabeschi, da Vico del Dragone a Vico delle Fate, da Vico della Fava Greca a Vico del Fico.
E poi Piazza delle Lavandaie e Vico Boccadoro, la poesia della città vecchia è anche questo, suggestione di luoghi e parole.
Oggi in quella zone non c’è più quell’atmosfera di decadenza, oggi gli edifici brillano di colori e di tinte calde.
Io non ho abbandonato le mie abitudini, come facevo da adolescente ogni volta che passo in Via Ravecca compio infinite deviazioni, su e giù per i caruggi e per le piazzette.
Ognuno di noi ha le proprie piacevoli consuetudini, questa è una delle mie.
Non cerco nulla, semplicemente cammino.
E inevitabilmente il tempo mi sfugge in questi caruggi.
Un istante solo, passa e scivola via, come un raggio di sole che vira veloce.
E’ la bellezza del caso per le strade della città vecchia e di una certa magia che semplicemente accade e poi svanisce.
In Vico Assereto, la luce all’improvviso.
