Vi porto con me, in luoghi a me cari, nella mia Val Trebbia.
Su, in alto, in un paesino che detiene un curioso primato: se la vicina Rondanina è il comune più piccolo della Liguria per numero di abitanti, Fascia è il comune più alto e svetta orgoglioso con i suoi tetti rossi a 1118 metri sul livello del mare.

Oggi è il 25 Aprile e non ci potrebbe essere giorno migliore per condurvi lassù, Fascia è anche Capitale della Resistenza.

Queste montagne racchiudono la memoria degli eventi che sono accaduti tra quei boschi, qui nacquero la Brigata di Aldo Gastaldi, detto Bisagno e di Aurelio Ferrandi, detto Scrivia.

E c’è una strada dedicata a lui, al partigiano Bisagno.

Fascia è raccolta nella sua quiete, nel silenzio dei boschi di Liguria.

A loro, agli uomini che con coraggio scelsero di combattere tra questi monti, è dedicato un suggestivo monumento, si trova proprio all’inizio del paese.

E’ la memoria del nostro passato, viva e presente.

E se andrete lassù li incontrerete anche voi i partigiani di Fascia dallo sguardo vigile e attento.

Appostati tra le pietre e l’erba chiara.

Sono stata lassù un pomeriggio d’agosto, in una giornate calda e limpida.
E ho camminato per le stradine di Fascia.

La piazza è dedicata a Paolo Emilio Taviani, uomo politico e anch’egli protagonista della Resistenza in questo piccolo paese.
Taviani rimase legato a questi posti e fu persino eletto sindaco di Fascia.

I colori dell’estate, il cielo lucido e turchese.

E le case in pietra, in questi luoghi c’è un’atmosfera particolare, è la semplicità della campagna ligure.

Come lo racconti un posto così?
Cogliendo quei piccoli particolari che costituiscono la sua identità, fermandoti là dove l’acqua sgorga gioiosa e fresca.

Fascia è prati verdi e carriole cariche di fiori.

E’ porte di legno testimoni di chissà quali antiche storie.

Ed è una finestra con una grata.

Fascia è quei luoghi dove un tempo si recitavano preghiere e litanie.

E il ricordo di ciò che è accaduto tra queste montagne è sempre presente.

Fascia è sole, ombra, scale e gatti che salgono su per i gradini.

E’ la terra e le fatiche dell’uomo.

E tegole rosse e tetti vicini uno all’altro.

E muretti, cieli azzurri e luoghi dove avventurarsi per delle rigeneranti camminate.

E ancora altre porte vissute e usurate dal tempo.

Fascia è il suo semplice campanile che emerge tra le case per una caratteristica cartolina di Liguria.

E’ cascine, gerani e discese.

E scalette e ringhiere e altalene che dondolano, gioia dei bimbi che trascorrono qui le vacanze estive.

E’ curve sinuose e persiane spalancate.

E’ pietra antica e calda di sole.

Fascia è la legna faticosamente tagliata per certi freddi inverni.

E’ case di contadini e case di bambola di piccole donne che giocano in mezzo alla stradina.

E la semplice quiete della campagna, la pace silenziosa della Val Trebbia.

Tra alberi ricchi di foglie e piante generose di fiori, nutrite dall’aria pura e dall’acqua di queste zone.

Un posto così lo racconti ascoltando il sussurro della sua anima semplice e vera, qui dove la vita segue i ritmi del creato.

 Là, dove i rami degli alberi circondano le case.

E poi lo sguardo segue il profilo delle montagne che si perde nell’infinito dell’orizzonte.

E osservi proprio come coloro che qui lottarono e combatterono, coloro che incontri quando arrivi a Fascia.

E osservi quei boschi fitti, vivi e rigogliosi che protessero e nascosero i partigiani di questa valle.

E il sole illumina i tetti rossi di Fascia.