Quando arrivava il Natale noi che eravamo bambini negli anni ‘70 trovavamo sempre sotto l’albero certi grossi pacchi fasciati con la carta lucida e il fiocco grande e non vedevamo l’ora di aprirli!
Alcuni di quei regali erano i nostri amati giochi in scatola con i quali mi sono sempre molto dilettata, noi bambini degli anni ‘70 del resto non ci annoiavamo mai, se ben vi ricordate.
Dunque, il gioco dei giochi chiaramente era il glorioso Monopoli e tutti noi abbiamo avuto l’onore, una volta o l’altra, di conquistare Parco della Vittoria e Viale dei Giardini.
Ah, i giochi in scatola, che divertimento!
Ce n’era uno che mi piaceva un sacco, l’ho ancora a dire il vero, si chiamava Giro del Mondo.
Ora le regole non me le ricordo tanto però ho una memoria perfetta di quei viaggi sul tabellone, si andava veramente lontano e senza muoversi dalla cameretta, tra l’altro: era un’avventura e si scoprivano città dai nomi impensati come ad esempio Antofagasta che era davvero dall’altra parte del mondo e mi affascinava tantissimo, se avessi potuto sai partita subito per quella città, per me era un posto straordinario.
Negli anni ‘70 giocavamo alla Dama Cinese, a Tombola e poi qui si facevano partite interminabili a Non t’arrabbiare e i segnalini colorati che vedete qui in foto provengono proprio fa quella scatola.
E poi giocavamo un sacco con la Reginetta del Ballo, il mio gioco preferito del quale ho già avuto ampiamente modo di scrivere in questo post.
Invece non ho mai avuto L’Allegro Chirurgo però ci ho giocato tantissimo, vi ricordate quando con la pinzetta toccava il bordo metallico dell’alloggiamento e suonava tutto?
Ecco, insomma, io ho sempre saputo di non essere portata per fare la dottoressa, ne ero certa già allora!
Oltre ai giochi in scatola noi bambini degli anni ‘70 avevamo anche un altro passatempo prediletto: i puzzles.
Ecco, io ricordo con affetto certi puzzles con i pezzi molto grandi, quelli lì li avevo quando ero molto piccola e mi rammento di averli completati sempre con successo.
Poi c’erano quegli altri puzzles, due in particolare erano piuttosto complicati: in uno c’erano dei cavalli bianchi e nell’altro la Tour Eiffel.
Capite? Tre cavalli bianchi tutti insieme! E caspita, non si potevano mettere tre cavalli di colori diversi? La faccenda sarebbe stata molto meno complicata!
E non parliamo poi dell’affascinante Tour Eiffel, mi ricordo che diventai matta a completare quel puzzle.
Poi quando mi stufavo lo lasciavo lì e mi dedicavo ad altro: la bionda Barbie con il suo guardaroba era sempre lì ad aspettarmi, ovviamente.
E poi vi ricordate di noi?
Noi bambini degli anni ‘70 avevamo una fantasia formidabile, eravamo creativi ed entusiasti e davvero, sono certa di quello che dico: nei nostri giorni d’infanzia noi non ci annoiavamo mai.
Miss, io ero un bambino degli anni 50, cresciuto non lontanissimo dall’ Antofagasta del tuo Giro del mondo… il mio si chiamava “Viaje al rededor del mundo” e la tappa più lontana era Samarcanda… e pure io avevo un puzzle, solo che il mio si chiamava “Rompecabezas” (in italiano Rompicapo), non era immenso, però era costituito da cubi, per cui le scene da costruire erano sei… anche noi bambini degli anni 50 avevamo una fantasia formidabile…
Sergio, che meraviglia, i nostri giochi in scatola secondo me alimentavano fantasia e creatività, una bella maniera di diventare grandi.
Anch’io diversi giochi li ho sempre usati dai miei amici, senza possederli, a partire proprio dall’Allegro chirurgo… un altro è “Indovina chi” (che poi mi sono procurato in tempi recenti per usarlo a lezione, insegnanto italiano a stranieri 🙂 )
Ah che bella idea, un modo creativo di insegnare!
Sì, il metodo ludico dà sempre ottimi risultati!
Ci credo!
Miss cara tocchi un argomento che è come un vaso di Pandora …. si sprigionano ricordi su ricordi, scatole di giochi da tavolo conservate per anni ….una tra tante una battaglia navale con cui giocai anche da grande e poi con le mie figlie … L abbiamo ancora nella cassapanca delle ragazze … mai “colpita ed affondata” per sempre !
Eh cara, i giochi in scatola erano per noi un must delle vacanze, i ricordi sono simili e sono sempre un po’ nostalgici.
Hai ragione! Inventavamo giochi davvero entusiasmanti ma tra i giochi da tavolo sai già che in me hai un’affezionatissima de “La principessa del ballo”. Mi son sempre chiesta perché non lo abbiano più pubblicato, secondo me piacerebbe molto anche alle bambine di oggi. Bacioni!!!
E io penso proprio che tu abbia ragione, era un gioco che faceva sognare! Se fossimo più vicine io e te avremmo già fatto una partita, senza alcun dubbio. Un bacione cara, grazie.
Devo dirtelo però, paradiso rosa è il mio preferito e lotterò per averlo 🤗😂😁
Hahaha, sei un’avversaria temibile!
NON T’ARRABBIARE!!! Miss! Cosa hai nominato! Mi si è aperta una porta della memoria che era rimasta chiusa!!! Che belli certi giochi, dovrebbero riproporli.
E tu, fortunata, ad avere ancora il mitico Non Ti Arrabbiare…..
Eccome se ce l’ho, prima o poi organizziamo una partita eh? Un bacione cara, grazie!
La reginetta del ballo, lungamente desiderato e andato a prendere da sola nel negozio sotto casa con i soldi che mi avevano regalato per il compleanno.
Mi ricordo ancora la gioia di poter prendere quella scatola dalle mani della negoziante che mi conosceva fin da piccolissima e la mia uscita trionfale con il gioco sottobraccio.
Ovviamente gelosamente custodito.
Ah che soddisfazione Giuseppina, ti capisco benissimo!
Io avevo ci pensavo stamattina un gioco di moda di Paco Rabanne: c’erano tanti tasselli di plastica brillante che si univano insieme con dei gancetti e… , voilà ‼️‼️ pronta per la festa ☮️
Questo non lo ricordo, chissà che bello!