20 Settembre 1907: un mugugno in Piazza Paolo da Novi

Correva l’anno 1907 ed era proprio il 20 Settembre: tra le pagine del seguitissimo quotidiano Il Lavoro apparve la protesta di un anonimo e assiduo lettore che, non sapendo più a che santo votarsi, pensò bene di rivolgersi al suo giornale preferito.
Il nostro cittadino, al quale di certo non mancava una pungente vena polemica, solleva la questione di Piazza Paolo da Novi.
Povera piazza, qualcuno ha avuto la bizzarra idea di metterci delle palme e per la loro sistemazione hanno pure speso migliaia di lire!
Le palme? A parte che per la loro manutenzione occorre consumare tantissima acqua che non è invece concessa ai cittadini va anche considerato che con la tramontana che spira da quelle parti piante del genere non vanno per niente bene, chiosa puntiglioso il nostro concittadino.
Per non dire del fatto che si permette poi a certa ragazzaglia di guastare e rovinare ogni notte le aiuole in questione!
Ci vorrebbe un vigilante, altroché!
Oltretutto, a peggiorare la situazione, sono anche “certi ciclisti da strapazzo che volteggiando attorno alla aiuole” (testuali parole del sagace lettore!) rischiano di travolgere il malcapitato pedone che dovesse trovarsi da quelle parti.
Ecco lì!
Non so dirvi cosa poi sia successo in seguito ma una volta in più ho potuto constatare che i genovesi di tutti i tempi, quando si tratta di mugugnare, lo fanno con impegno e dedizione.
E allora da Piazza Paolo da Novi e dal lontano 20 Settembre 1907 mando un caro saluto a tutti voi!

Nel passato di Via Luccoli: la favolosa confetteria di Giacomo Vattione

Ritornando ancora nel passato ci troveremo a passeggiare nella nostra Via Luccoli, una strada che si distingue per le sue eleganti vetrine di mode e confezioni, i negozi di sete e le gioiellerie.
È piacevole camminare in questa via così ampia e spaziosa, spesso accarezzata dal sole radioso: come noi la percorse in altri anni un intraprendente giovane di nome Giacomo Vattione.

Giacomo è pasticciere, confettiere e droghiere, il suo negozio si trova proprio in Via Luccoli ma prima di lui qui esercitava questa dolcissima arte il Signor Oliveri, presente come pasticciere sul Lunario Genovese del 1882.
Nel 1887, invece, ecco che il negozio diviene del pasticciere Eugenio Novaro e, in base alle mie ricerche, penso di poter ipotizzare che in qualche modo tra Novaro e Vattione ci fosse un parentela, è solo una mia supposizione ma credo che sia piuttosto fondata.
Nel Lunario del 1894 ecco quindi il nostro Giacomo Vattione che risulta nell’elenco dei confettieri e pasticcieri genovesi, in Via Luccoli 11 rosso, è ancora presente nello stesso luogo anche nel 1902.

Ora, tornando ai giorni nostri vorrei svelarvi quale mia fantasiosa intuizione mi abbia condotto sulle tracce del nostro Giacomo.
Tempo fa, camminando in Via Luccoli, la mia attenzione è stata attirata dai fregi marmorei che decorano questo antico negozio.
A volte mi pare di vivere in epoche diverse nel medesimo istante, a volte ho solo bisogno di leggere in un vecchio libro che ciò che io immagino è stato davvero reale.

E sebbene abbia uno stile più semplice e modesto, a mio parere il negozio di Via Luccoli ricorda molto la celebre confetteria genovese di Romanengo sita nella vicina Soziglia.

Sono ricche e fastose le sculture che abbelliscono Romanengo con un’abbondanza di fiori, frutti e foglie.

Anche in Via Luccoli ci sono dolci frutti e petali odorosi che richiamano quell’antica dolcezza e l’arte sublime dei confettieri.
L’ho immaginato ma avevo bisogno di una conferma e così, con pazienza ed entusiasmo, ho consultato tutte le mie vecchie guide genovesi e i lunari dei passato e ho così scoperto le vicende di questa pasticceria.

E allora, signore e signori, varchiamo insieme la soglia di questo magnifico negozio, Giacomo Vattione ci attende affabile e sorridente dietro al suo bancone.
E mi piace immaginare le confezioni di confetti chiuse da lucidi nastri, i vasi di vetro colmi di bonbon e i vassoi con i cioccolatini e le paste alla crema, i pandolci e chissà quali altre bontà!

Certo, la concorrenza, è forte e di gran pregio.
Le delizie del nostro Giacomo saranno state belle ed invitanti come quelle di Romanengo?

Dolci di Romanengo

Di preciso il nostro esercitò la sua arte sublime per molti diversi anni, ad un certo punto, nel 1912, il negozio di Giacomo Vattione risulta in Piazza delle Vigne, esattamente in questo esercizio commerciale.

Pasticcere, droghiere e confettiere, un uomo che con i suoi pacchetti regalava sorrisi a grandi e piccini, di questo sono più che certa.
Inoltre va ricordato che sui lunari del passato risulta anche un certo Francesco Vattione, droghiere in Piazza Paolo da Novi, anche in questo caso non c’è alcuna certezza ma credo che si possa nuovamente presumere una parentela con Giacomo.
La frutta matura e deliziosa ancora abbellisce il negozio di Via Luccoli.

È simbolo di abbondanza e di dolcezza, io non so dirvi chi sia stato il primo pasticcere ad avere l’idea di questa raffinata decorazione ma di certo restituisce una certa idea di bellezza e armonia.
Nel 1922 il negozio di Via Luccoli si trova ancora nell’elenco dei Pasticceri e Confettieri e risulta del Fratelli Vattione.

Nel 1926 i Fratelli Vattione sono ancora indicati tra i Confettieri e i Droghieri.
Profumo di zucchero, di cannella, dolcezza di cacao e di vaniglia.

Purtroppo non possiedo una collezione completa di annuari e lunari e così non so dirvi in quale anno la gloriosa pasticceria abbia cessato la sua attività, so però dirvi che nel 1937 qui c’era un negozio di scarpe, in seguito fino ai giorni nostri il locale ha ospitato diverse differenti attività.
Il mondo cambia e con esso mutano anche le nostre vie, per me riscoprire una piccola traccia e poi seguire il filo di una storia è sempre un’emozione impareggiabile.
Quando passate in Via Luccoli, alzate lo sguardo verso questo negozio, come bambini che si incantano davanti alla vetrina di una bella pasticceria: qui c’era un tempo il favoloso negozio di Giacomo Vattione.

Camminando nel passato di Piazza Paolo da Novi

Camminando nel passato di Piazza Paolo da Novi potreste ritrovarvi in uno spazio ampio, aperto e arioso, attraversiamo così la piazza in tutta tranquillità come i vari passanti che qui si attardano in diverse maniere: c’è chi scambia due parole, chi si ferma sulla panchina e chi invece si dirige con passo sicuro verso qualche bottega.
Tic tac, tic tac, la mia macchina del tempo vi porta nel lontano 1926, periodo che mi è più semplice immaginare grazie alla Guida Pagano di quell’anno che mi consente di conoscere le attività commerciali della zona.
Piazza Paolo da Novi è un piccolo mondo a parte, non manca nulla per il gran comodo degli abitanti della zona.

Ci sono infatti due macellerie, due drogherie, una salumeria, tre rivendite di vino buono, il Signor Podestà vende ghiaccio e il Signor Cerosillo offre invece ai suoi clienti le sue esuberanti acque gazzose, c’è una calzoleria e persino una fabbrica di ombrelli.
Qui si trovano salumi, prodotti di erboristeria e poi mobili e tappezzerie e anche macchine da cucine, le sorelle Zanchi vendono alle signore i loro capi all’ultima moda e naturalmente c’è anche un parrucchiere.
E poi ci sono due botteghe di ferramenta e per il carbone si può contare sul Signor Morando.
Deve essere questa la ragione per la quale, cari lettori, in Piazza Paolo da Novi tutti se la prendono comoda: hanno il loro piccolo mondo a parte dove trovano tutto ciò che di cui hanno bisogno.

In Piazza Paolo da Novi, in questo scorcio di un altro tempo, c’è anche qualche smagliante automobile ma si tratti di mirabili eccezioni in un spazio in prevalenza libero.
Chissà se colui che sfreccia a bordo di questa macchina fantastica si figura come saranno queste strade negli anni a seguire, il futuro è sempre difficile da immaginare.

I dettagli che avete veduto sono tutti tratti da una cartolina della mia collezione e mostrano una città per noi inconsueta.
Piazza Paolo da Novi è ancora ricca di negozi e di attività commerciali, certo in maniera diversa rispetto a quel 1926.
La piazza: luogo di incontro e di condivisione, a volte spazio adibito a mercato, fulcro della vita di un quartiere e suo cuore pulsante.
Ad un certo punto della nostra storia e del nostro percorso nel mondo, in certi casi, con le nostre abitudini abbiamo attribuito un diverso significato al termine piazza, mutando la destinazione di certi luoghi: le nostre piazze sono spesso congestionate dal traffico o utilizzate come parcheggi, così non sappiamo più ritrovare il loro originario orizzonte.
È il naturale corso del progresso che, a volte, ha anche un prezzo, certamente è chiaro che nessuno di noi pensa di dover rinunciare ai diversi agi della modernità o ai mezzi di trasporto privati.
Nella coscienza di ciò, tuttavia, mi permetto di fare una mia personale considerazione: attraversando le nostre piazze e le nostre vie, dovremmo avere sempre la perfetta consapevolezza della loro originaria destinazione e potremmo anche non essere in grado di ritrovarla ma la conoscenza può esserci di aiuto per vivere al nostro meglio gli spazi delle nostre città.
E così, quando vi troverete in Piazza Paolo da Novi provate a osservarla con occhi diversi, come se poteste davvero camminare anche voi in quel passato per tutti noi sconosciuto.