Il suo nome è sinonimo di carità e altruismo, Santa Caterina Fieschi Adorno lasciò il segno nella vita di coloro che la incontrarono negli anni bui e difficili nei quali ella visse.
Venuta al mondo nel 1447, era di nobile e ricca famiglia, per nascita aveva ricevuto in dote molti privilegi ai quali rinunciò per dedicarsi ai più umili e ai più sfortunati.
Lei, che avrebbe potuto vivere di agi e lussi, diverrà rettora dell’Ospedale di Pammatone, con le sue amorevoli cure tenterà di alleviare i dolori dei malati di peste, tra le sue braccia stringerà i piccoli infanti abbandonati, è grande l’amore che Caterina ha nel cuore.
Di lei e della sua storia nei suoi diversi dettagli ho già scritto in passato in questo post ma oggi voglio dedicarle ancora questo spazio: Caterina Fieschi Adorno lasciò le cose del mondo il 15 Settembre 1510, la Diocesi di Genova celebra la festa liturgica della Santa il giorno 12 Settembre.
E allora vi porterò là, nel luogo dove lei dorme il suo eterno sonno.
Attigua all’Ospedale di Pammatone dove ora c’è la sede del Tribunale, la piccola chiesetta nella quale la Santa riposa si trova in Via Bartolomeo Bosco, tra le case moderne di Piccapietra.
È denominata Chiesa della Santissima Annunziata di Portoria ma è nota come Chiesa di Santa Caterina proprio perché legata alla figura di lei che in questi luoghi operò.
E là, nella navata destra, c’è il Mausoleo di Santa Caterina da Genova, nella settecentesca urna di bronzo e cristallo è posto il corpo incorrotto di lei.
C’è una scaletta che conduce al suo cospetto, là c’è anche un tavolino e su di esso un quaderno sul quale fedeli provenienti dai più disparati luoghi scrivono preghiere e parole dirette a lei: Santa Caterina da Genova continua ad occuparsi di coloro che hanno bisogno del suo aiuto.
Il magnifico mausoleo è fastoso e scenografico, quattro sono le statue che circondano Caterina in una mistica armonia di gesti.
Le statue risalgono al 1737-38 e sono opera di Francesco Maria Schiaffino, rappresentano l’Amor Divino, la Fortezza, l’Ubbidienza e la Penitenza.
Ed è un gioco di armoniose simmetrie.
Un’assoluta bellezza di sguardi e gestualità.
Luce radiosa illumina Caterina nella Chiesa dove molti vanno in cerca di lei.
Sul soffitto che la sovrasta c’è un affresco di Pantaleo Calvi nel quale è ritratto Dio Onnipotente.
Grazia celeste custodisce il sonno di una donna indomita e coraggiosa che trovò la sua forza nella sua fede.
Così lei riposa tra le figure che circondano l’urna nella quale è adagiata.
Il suo sorriso gentile spicca poi sulle piccole immaginette dove sono riportate le preghiere da rivolgerle.
E sono davvero numerosi coloro che affidano a lei le loro inquietudini e i loro pensieri, la ringraziano per il soccorso ricevuto, a lei si rivolgono per ricevere la grazia della salute o della serenità.
Nella pace silenziosa della raccolta Chiesa di Portoria, Santa Caterina da Genova resta ancora vicina ai genovesi e a tutti coloro che a lei rivolgono sguardi colmi di fiduciosa speranza.
Miss, la più celebre Santa Caterina da Siena, induce quasi a chiamarla Santa Caterina da Ziena…
Io sono molto affezionata a Santa Caterina da Genova e passo spesso a trovarla, quando tornerai sarebbe bello che tu vedessi questa piccola chiesa.
Buona giornata a te!
con molto piacere, perchè le tue foto sono davvero affascinanti… ma lo sai che su street view fatico a trovarne l’ingresso, forse si entra anche dall’Acquasola?
Sì, ha due ingressi, quello da Via Bosco su street view forse è difficile da trovare se non si conosce il posto, devi guardare proprio dopo il palazzo di Giustizia vedrai che c’è una traversa e una scala, la chiesa non si vede perché è sulla destra ma il portone che si vede in fondo è il Museo dei Cappuccini, anche quello merita!
Nelle tue foto la luce che emana dalle lampadine delle candele aggiunge un’aura suggestiva. Un bacione
Grazie amica mia, un abbraccio.
Irene
Mia madre si chiamava Catharina (in olandese) e perciò questo nome è familiare e prezioso per me. Conosco la Santa Catarina di Siena ma non ancora la tua Santa Catarina di Genova. Ammiro e amo tutte le donne che meritavano la loro beatificazione. Grazie, cara Miss Fletcher, per le bellissime foto. Un abbraccio olandese.
Grazie a te amica cara, un abbraccio genovese a te!
In un periodo di pandemia come questo viene spontaneo,per noi genovesi,rivolgersi a “Cateinin di ospiae”come mi ha insegnato a chiamarla mia nonna .
Sì, che donna speciale doveva essere, torno a trovarla sempre volentieri.
Il solo fatto che,ai suoi tempi,fosse direttrice sanitaria dell’ospedale più importante di Genova,ruolo che ancora adesso poche donne possono ricoprire….
Veramente, straordinaria Caterinetta.
Carissima, il mito di questa Santa è meritato, ed era seguito in tante comunità della Liguria.
Dove io vivo c’è una piccola frazione chiamata Serò, e nella Chiesa vi è un quadro dedicato alla nostra Santa, antico e molto bello.
Molte volte ci siamo chiesti come fosse giunto in questa Chiesa, è probabile che durante l’occupazione della Liguria da parte delle truppe napoleoniche, molte Chiese e Oratori vennero smenbrate compresi i loro arredi.
Probabilmente qualche benestante della nostra antica comunità. comprò il quadro e lo donò alla Chiesa, e quì viene festeggiata ogni anno a settembre.
Ho sempre desiderato approfondire con ricerche tra i documenti della Parrocchia, ma questi attualmente sono depositati presso l’archivio di Zarzana.
Forse un giorno riuscirò ad andarci.
Eugenio
Che meraviglia, Eugenio, questa vicenda del quadro è davvero da approfondire, ci sarà dietro una storia interessante da scoprire e solo tu puoi svelarla, speriamo che presto tu possa accedere alle carte dell’archivio.
Un abbraccio Eugenio, grazie!
le tue immagini riescono a dare maggior bellezza anche ai capolavori della nostra città, rendendola unica agli occhi di un turista che passi dal tuo blog… 😉
Grazie Max, sei sempre gentile!
Che ulteriore straordinario capolavoro barocco, che forse nemmeno tutti i genovesi conoscono. Grazie Miss come al solito
Sì, è meraviglioso. Grazie a te Paola, buon pomeriggio.
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