Tra i tanti viaggiatori che visitarono Genova c’è anche un celebre scrittore francese: Henri Beyle, noto agli onori del mondo con lo pseudonimo di Stendhal.
E il suo raccontarsi è preciso e puntale, Stendhal non risparmia le critiche, elargisce consigli, è davvero una guida di eccezione.
Alcune sue memorie hanno già trovato spazio su queste pagine nel mio primo post dedicato ai famosi visitatori che nell’Ottocento passarono nella Superba.
Desiderate conoscere le dritte dello scrittore francese? Le trovate qui, sulla Pensione Svizzera il nostro fornisce dettagliate indicazioni.
Da molto tempo desideravo approfondire una curiosità che riguarda il soggiorno genovese di Stendhal, la frutta di stagione mi ha fatto tornare alla mente questo episodio.
Dunque, torniamo a quegli anni e quei giorni che Stendhal trascorse a Genova, questa memoria si trova tra le pagine del suo Mémoires d’un touriste e già l’ho citata nel mio precedente articolo.
Il nostro Henri narra di essere tornato ripetutamente in un caffè dei caruggi dove era solito gustare una bevanda sublime, l’acqua rossa che lo ritemprava dalle fatiche del suo girovagare.
E riporto le sue parole:
“… cinque o sei ciliegie in fondo al bicchiere e il profumo delizioso dei noccioli.
Questa bibita eccellente e mai lodata abbastanza costa tre soldi…”
Tre soldi per un bicchiere di acqua rossa.
E cosa sarà mai questa accattivante bontà?
Si tratta di una bevanda della tradizione genovese, è lo sciroppo di amarene.
Le immagini che corredano questo articolo ritraggono succose ciliegie, parenti strette della frutta che si utilizza per questa bibita.
Insomma, mi pare opportuno pubblicarne la ricetta: non si può mai dire, potrebbe capitarvi di ospitare qualche esigente scrittore straniero, vorrete forse farvi cogliere impreparati?
Ecco qua la maniera per preparare l’acqua rossa che piaceva a Stendhal, dosi e procedimento sono tratti da un autorevole testo che probabilmente è in molte case della Superba: La Cuciniera Genovese di G. B. e Giovanni Ratto, un volume risalente alla seconda metà dell’Ottocento.
Riassumendo, la ricetta è la seguente.
Occorrono 4 kg di amarene, si schiacciano con le mani e si lasciano fermentare per 24 ore.
Quindi vanno messe in una salvietta bagnata e strizzate per far uscire il sugo che va messo a cuocere in una pentola insieme a una parte dei noccioli precedentemente pestati nel mortaio.
Dopo due o tre bollori, dicono i nostri stimati Ratto, lo sciroppo va versato in un sacchetto di flanella precedentemente bagnato e con pazienza va fatto filtrare.
Ora bisogna addolcire il tutto, per 300 grammi di sciroppo servono 600 grammi di zucchero.
Si rimette sul fuoco e dopo 5 o sei bollori è pronto, lo si lascia raffreddare e quindi lo si ripone nelle bottiglie.
Lo sciroppo di amarene è una vera delizia, non so proprio dirvi se quello che ho bevuto sia stato preparato in questa maniera.
E non ho mai provato a farlo, non sembra complicatissimo però è certamente laborioso, se doveste fare un tentativo fatemi sapere il risultato.
Un locale nei caruggi, tre soldi per un bicchiere e il profumo delizioso dei noccioli.
Questa è l’acqua rossa che piaceva a Stendhal, la gustò a Genova e non la dimenticò.
Deve essere delizioso ma non mi ci vedo a spolpare 4kg di amarene 😀 e tu? Ce lo facciamo preparare da qualcuna delle nostre amiche foodblogger, che dici? Buona giornata! 🙂
Ecco, sono perfettamente d’accordo con te, noi ci proponiamo per la degustazione, cosa ne dici ❤ ?
Un bacione cara, buona giornata a te!
Guarda guarda il Signor Stendhal, matto dello sciroppo d’amarene!. E chissà qual era il caffè nei caruggi e non mi stupirei affatto se tu riuscissi a scoprirlo, cara Miss Fletcher… baci, raf
Eh sì, pare proprio che fosse così!
Il locale era il Caffè della Costanza, l’ho scritto nell’altro post… sono magnifiche le memorie di Stendhal, tornerò di sicuro a scriverne ancora, c’è molto altro da dire.
Un abbraccio Rag, grazie a te!
Ottimo, prova anche ad aggiungere un po’ di succo di limone!con acqua e ghiaccio è estremamente dissetante!
Grazie, Stendhal, Grazie miss
Emanuela
Grazie cara, che bel suggerimento!
Un abbraccio Emanuela, grazie.
Ti dirò, carissima amica Fletcher, che senza fare la fatica di spolpare le amarene, io le metto belle pulite intere in barattoli di vetro chiusi, con zucchero e al sole per un mesetto, girando di tanto in tanto e scuotendo le amarene senza aprire il coperchio. In inverno, dopo averle conservate al fresco e al buio…sono un vero corroborante tuffo nell’estate e lo sciroppo ottenuto, ovviamente è alcolico ma gustosissimo.
Ci credo che Stendhal lo apprezzasse!
Bacino Susanna
Uh, non l’avevo mai sentita questa ricetta!
Comunque le amarene sono sempre una delizia per me, frutta buonissima!
Un bacione, cara, grazie.
1 litro di vino rosso, 100 foglie di amarene e 300 grammi di zucchero. Lasciare in infuso per un po’,poi passare il tutto con un colino. Lo sciroppo di amarene è pronto
Brava Marina, grazie della ricetta!
Anche mia mamma utilizzava la ricetta di Susanna : Stendhal è stao anche console a Civitavecchia ove , io nativo di Genova , abito e se parla bene di Genova c’è da crederci perchè era un po’ rognoso nei giudizi !!! Meravigliosamente gustosi tutti questi sciroppi che facevano molto le nostre nonne e anche , in tono minore , le nostre madri ! ce ne sarebbe da dire !! Grazie per queste vostre rimembranze che mi fanno un piacere del’anima ! Me risciouan !
Ma grazie a lei Mariano, ha lasciato qui un bellissimo commento.
Buona serata e a presto!
Miss, pensa se ricapitasse a Genova quando l’acqua della fontana di De Ferrari è rossa!
Ah Sergio, questo commento è spettacolare, fantastico!
Ma Guarda cosa riesci a tirare fuori da una frase di viaggiatore illustre?! Una bontà senz’altro. La prossima volta che vengo a Genova la cercherò
Una vera delizia, mia cara! Buongiorno a te Katia, grazie.
Anche io non so dimenticare il gusto delle amarene e dello sciroppo, ora sono diventate introvabili e a peso d’oro peccato ,beato chi le trova .Ciao
Eh che bontà cara Ottavia!
Buona giornata a te cara, grazie.
Stendhal è uno dei miei scrittori preferiti, ed è molto divertente pensare che amasse lo sciroppo di amarena. Lo farei volentieri, se trovassi le amarene, che mi piacciono moltissimo anche belle fresche 🙂
Un po’ lungo come procedimento ma il risultato è garantito! E se piaceva pure a Stendhal…