C’era un tempo un magnifico negozio presso il quale di certo si serviva la migliore clientela: si trovava in Galleria Mazzini, celebre ritrovo dell’alta società cittadina.
Una galleria elegante, raffinata ed armoniosa, luogo prediletto per il passeggio e molto amato dai genovesi nei tempi passati.
A sfogliare la Guida Pagano del 1926 si scopre che là in quegli anni c’erano negozi favolosi: si vendevano alabastri e filigrane, c’erano orefici e fotografi, non mancavano un ombrellaio e un confettiere.
E ancora risplende la nostra Galleria Mazzini e noi ancora amiamo camminare al riparo, su e giù, qui dove si affacciano le vetrine scintillanti di negozi prestigiosi.
Sotto i vetri che luccicano, quando la luce li attraversa.
E ancor di più amiamo frequentarla nelle occasioni che la rendono più viva e affascinante restituendole la sua identità e facendoci apprezzare la vantaggiosa gradevolezza di avere una galleria in pieno centro.
In Galleria Mazzini si tiene da sempre la Fiera del Libro, a causa di certi restauri negli ultimi anni è stata traslocata altrove ma tutti noi attendiamo che la prossima edizione torni nel suo luogo di origine.
E che dire del mercatino dell’antiquariato? Sì, questa è la collocazione perfetta.
Facciamo un passo indietro e andiamo a certi anni del secolo scorso quando erano in voga ben altre eleganze.
In Galleria Mazzini c’era un negozio di cappelli, ne ho notizia grazie ad una cartolina spedita nel 1913 e comprata su una bancarella.
La cartolina è molto rovinata e ha diverse pieghe, questo però non toglie nulla alla mia fantastica scoperta.
E qui ringrazio i mie amici Giancarlo Moreschi e Pier Giorgio Gagna, sono stati loro riconoscere la via in cui si trovava questo negozio, restava da trovare l’esatta collocazione.
Dunque, osserviamo l’insegna.
Signori, qui si vendono cappelli di paglia e di feltro, è garantito un certo stile!
Quindi immagino che certi elegantoni si fermassero a sbirciare le vetrine, è difficile far la scelta giusta quando ci sono così tanti articoli in esposizione.
Nella parte alta dell’insegna spiccano queste parole: Emporio Cappelleria Genovese.
E nella zona sottostante si legge che questo negozio ha una storia, in anni anteriori infatti aveva probabilmente il nome del suo precedente proprietario, Susto.
E allora eccomi in Galleria Mazzini, con la cartolina tra le mani.
Mi piacerebbe tanto comprare un cappello di paglia, purtroppo non c’è più la Cappelleria Genovese, altrimenti sarei un’affezionata cliente!
Io vado su e giù, cerco il luogo che corrisponde esattamente a quello della mia immagine d’epoca.
Ci sono due vetrine, su ognuna è collocato un punto luce con una lampada, sono separate da due semicolonne, sull’estrema sinistra si scorge parte del lampione della pubblica illuminazione.
Ed io, in una mattina di settembre, sono certa di aver trovato il punto esatto.
Mi assiste l’intuizione ma anche un pizzico di fortuna, una volta tornata a casa ho letto che la Cappelleria Susto sul finire dell’Ottocento si trovava al 57 e 59 di Galleria Mazzini.
E presumendo che la numerazione non sia cambiata questo è esattamente l’indirizzo del negozio di abbigliamento fotografato da me.
Non basta, andiamo ancora oltre, c’è altro da raccontare.
Come vi ho già detto la mia cartolina risale al 1913, sulla Guida Pagano del 1926 risulta che a quell’indirizzo in quell’anno c’era il negozio del Signor Marini: cappelleria, modisteria e impermeabili.
Io non so dirvi se si tratti dello stesso negozio della mia immagine perché su questo cartoncino sbiadito non si legge questo nome, certo è che in ogni caso lì si vendevano sempre questo genere di articoli, che bellezza!
I cappelli, italiani e stranieri, venivano confezionati in certe scatole lussuose.
E attenzione, si vede anche il cartellino del prezzo!
Ho messo indietro la macchina del tempo e sono rimasta a passeggiare in quegli anni lontani, nella nostra Galleria Mazzini.
E ho incontrato un avventore, forse era solo un tale che passava da quelle parti e si è messo in posa davanti al favoloso negozio di cappelli.
Alla Cappelleria Genovese c’erano cappelli, berretti, copricapi per ogni gusto e avrete notato che le vetrine erano bordate con dei disegni di cappelli dalle diverse fogge.
Il tempo è trascorso, è tramontata l’epoca della paglietta e con essa sono svanite molte altre mode.
In un giorno distante il fiero proprietario di questo negozio si mise in posa per farsi immortalare davanti alla sua vetrina, il signore in questione portava una giacca di buon taglio e sfoggiava un bel paio di baffi.
Mi è rimasta solo una curiosità, chissà, magari qualcuno di voi lettori può essermi d’aiuto.
Come potete vedere il nostro abile commerciante non è solo, c’è un gatto davanti ai suoi piedi, si direbbe un habitué.
Ecco, se per caso qualcuno conoscesse il nome del piccolo felino lo scriva, a me piacerebbe tanto saperlo.
Miss, non ne ho la più pallida idea, ma per stare al gioco, tento: Copricapo, se è un maschio, Bombetta se è una femmina…
Ah, magnifico! Bombetta mi sembra perfetto!
O,semplicemente,u mignin.
Ecco!
Senza parole ❤ ❤ ❤ ❤
Grazie Roberta, queste scoperte mi appassionano tantissimo!
Quelle insegne nere con le lettere dorate davano un valore aggiunto a tutto l’insieme. È un peccato che se ne siano conservate così poche e che le nuove siano così brutte, o nel migliore dei casi così anonime, al confronto. Buon lunedì cara! Un bacione
Oh quanto hai ragione, cara.
Le insegne di adesso sono spesso fuori contesto, alcune proprio stridenti, soprattutto nei centri storici.
Un bacione Viv, buona giornata a te.
Ma che bello questo articolo!
Graziea cara!
Brava Miss, molto bello.
Per me, però, Galleria Mazzini significa sempre in primis Hoepli 😉
Sì, lo so, che la libreria si chiama Bruzzo… ma per me è sempre stata Hoepli 😀
Ecco 🙂
Grazie Mauro, ognuno ha i propri ricordi cari.
articolo bellissimo e commovente. è possibile fare una mappatura della vita di una volta attraverso le immagini, come risalire alla storia delle persone attraverso il flebile filo di una fotografia, allora la cupola scura del tempo si fora e scende una lunga stella cometa di luce…
Sì, è proprio così, vedi che ci capiamo bene io e te! Grazie infinite.
Galleria Mazzini è uno dei miei posti preferiti a Genova, non mancavo mai la fiera del libro. Sono contenta di leggere che è in restauro. Oggi i cappelli non vanno più come una volta … avevo una zia modista che si era saputa riciclare con intelligenza e lungimiranza
Una zia modista, che meraviglia!
Sì, è tutto cambiato, la moda, il nostro modo di vivere, le insegne che allora erano magnifiche.
Grazie Paola.
un tempo dev’essere stata bellissima, ultimamente la trovo molto trascurata, se fosse tenuta meglio sarebbe un altro angolo di Genova di cui vantarsi. Belle le tue immagini, la valorizzano al meglio .
Buona giornata (:-))
Dopo i lavori sta tornando splendente, le foto sono tutte recenti, io amo tantissimo Galleria Mazzini.
Un articolo molto bello, cara Miss, con delle foto stupende.
Complimenti
Grazie Luisa!
Magnifiche scoperte, Miss!
Sapessi quanto mi diverto a fare queste scoperte, sono una ricchezza vera!
E noi lettori siamo così fortunati per questo!☺
Grazie Amaia, sei proprio tanto cara!