E ritorniamo a camminare insieme nel passato della Superba, oggi attraverseremo una centralissima piazza genovese e proveremo a scoprirla osservando i dettagli di due cartoline della mia collezione.
Del resto, se si vuole viaggiare nel tempo, questo pare ancora essere il metodo migliore!
E così eccoci in Piazza Corridoni, è tempo di rivoluzioni urbanistiche e di modernità così bene testimoniate dalle fiammanti automobili poste una accanto all’altra, non manca però un carretto con il suo fido cavallo, le buone abitudini del passato hanno pur sempre il loro fascino.
E così si svela questa fantastica Piazza Corridoni, nessuno di noi la conosce con questo toponimo che le venne attribuito per un certo periodo, ai nostri tempi questa è chiaramente Largo Zecca che tante volte molti di noi hanno attraversato proprio come questi antichi genovesi.
C’è chi va di fretta, chi se la prende comoda, lo spazio è ampio e libero, nella città che cambia si appprezzano i molti miglioramenti della modernità.
E sullo sfondo si scorge un tram che imbocca la Galleria allora dedicata a Vittorio Emanuele III ed oggi invece denominata Galleria Giuseppe Garibaldi.
Questa Genova è una città operosa e vivace, si nota sullo sfondo un uomo chinato, potrebbe essere un addetto a qualche manutenzione o alla pulizia della strada, più sulla destra forse si scorge un vigile.
E così si mostra la bella prospettiva di Piazza Corridoni: è una città moderna e nuova, la piazza è elegante e di ampio respiro.
Ancora si notano altre vetture magnifiche parcheggiate lì a lato, là dietro ci sarebbe la stazione della Funicolare Zecca Righi e non sapete quante volte ho fatto di corsa questo pezzo di strada!
Per non perdere la funicolare, naturalmente.
E a dire il vero nemmeno sapevo che stavo attraversando Piazza Corridoni!
Dal passato al presente il cielo chiaro sempre sovrasta questa parte di Genova che sono riuscita a cogliere in un istante insolitamente poco trafficato.
E resta tutto molto riconoscibile in questa zona di Genova un tempo nota come Piazza Corridoni.
Buongiorno cara Miss! Ovviamente ignoravo che Largo Zecca fosse stata chiamata per un breve periodo piazza Corridoni. Ho notato che nella foto appaiono soltanto uomini! Chissà dov’erano le signore: prepararsi per uscire? A far la spesa o a cucinare?
In quale anno sarà stata scattata la foto? Le carrozze non ci sono più (ricordi il Signor Donzelli?) e c’è il tram.
Confrontando l’immagine di ieri e di oggi, la piazza è praticamente immutata. Grazie e bacio
Davvero, qui si fanno continue scoperte, tra l’altro ogni volta che mi capita di scrivere delle automobili del passato mi viene sempre in mente Carlino che guidava con il Manuale dell’automobilista, che forte!
Sì, è davvero tutto uguale, questa Piazza Corridoni è stata una sorpresa anche per me.
Un bacione cara, buona giornata a te!
Ho detto male! In realtà nella prima foto ci sono ben tre donne!
Uh, è vero, ci sono!
Anche io ignoravo questa toponomastica di Largo Zecca! Per me l’ antico edificio a destra della galleria ospitava lo studio del prof Veneruso, che fu titolare di una cattedra di storia e che mi fece da relatore alla tesi … più volte mi recai in quel polveroso studio archivio ricolmo di carte e libri dove lui dietro spessi occhiali mi sbirciava … da quella stanzetta si godeva di una stupenda vista sul largo o piazza sottostante ….
Ah che privilegio, mia cara, quella è davvero una bella piazza e ammirarla da una prospettiva insolita è una fortuna vera!
Miss, certo il cavallo ha un’aria alquanto dimessa… e infatti la concorrenza di quelli “a vapore” appare schiacciante…
Hahaha, è vero, meschinetto! Però fa del suo meglio, dai.
Anche io ignoravo i … precedenti. Conosco benissimo la Zecca perchè papà lavorava lì vicino, nel Palazzo Flotta Lauro e poi alla Zecca andava a prendere la funicolare per San Nicola, allora a due tratte diversificate. La Galleria prima … monarchica poi garibaldina, mania di cambiare i nomi … Potevano chiamarla Galleria Superba ed era tutto ok! Un abbraccio Miss fonte di cultura raffinata e ben curata ciaoooo
Ecco, Galleria Superba mi piace, chissà come mai nessuno ci ha pensato! Grazie Mario, buon pomeriggio.
Come non riconoscere il palazzo “sopra la galleria” sede dei nostri dipartimenti di Scienze politiche fino al trasferimento all’Albergo dei poveri. Stanze e corridoi strapiene di scaffali e libri e quei finestroni su L.go Zecca con tutto il rumore del traffico carico di smog che risaliva di piano. in piano. Ma quanta vita c’era, studenti e laureandi ovunque, quante conversazioni negli studi dei prof.. Perchè l’Università è anche questo, non solo lezioni, seminari, o esami ma quel continuo scambio di parole … che davvero restano per sempre. Ed è davvero gratificante che proprio qui Brunattola ricordi il Prof. Veneruso, professore di Stori contemporanea e Direttore del mio dipartimento, che arrivava sempre per primo, più puntuale di tutti … “per studiare”.
Mi fa piacere che al mio piccolo ricordo tu abbia
potuto aggiungere i tuoi, così intensi e cosi vissuti quei tempi lontani dell’ università vero laboratorio umano di pensieri ed esperienze
Ma che bella cosa!
Forse Brunatttola è stata una nostra allieva? e in quali anni? Se desidera può rispondere qui milan.marina@gmail.com
Professoressa Milan, questi intrecci di ricordi mi riempiono di gioia, che bello che entrambe li avete scritti qui!
Si si sono stata vostra allieva e purtroppo o per fortuna lavoratrice cosi che potei frequentare ben poco sino alla laurea … antesignani della didattica a distanza … un vero peccato perché l’ ambiente universitario conferisce alla persona quella dialettica che porta ad elaborare idee e pensieri … la solitudine nello studio irrigidisce le menti che hanno bisogno di confrontarsi sempre
All’inizio non mi raccapezzavo, poi ho capito che le cartoline erano due! 😅 Bellissime con quelle auto d’epoca affiancate al cavallo e quelle figure operose sullo sfondo. E molto si è mantenuto quasi intatto… tranne quel fascino magico del tempo andato che ci piace ritrovare in quelle cartoline in b/n. Bacioni!
E sì, sono due, in realtà ne ho tre di questa piazza ma non volevo complicare le cose, meno male che poi è risultato tutto chiaro.
Sì, sì, qui tutto è quasi immutato, mia cara, anche se fare la foto senza macchine non è stato semplicissimo.
Un bacione Viv, grazie!
Preziosa collezione di cartoline questa, che ci fa camminare nel passato della città. Affascinante, poi, è scoprire quanti ricordi, quante cose ne sappiano, della Superba, i tuoi lettori genovesi, quanto la amino in ogni suo particolare, di oggi e di ieri. Straordinario. O forse dovrei dire anche: commovente, bellissimo.
Vero, commovente e bellissimo anche per me, mia cara.
Grazie Fiorenza una bella serata a te!
Buongiorno Miss Dear,il confronto del passato con il presente è folgorante.
Non si può cancellare il passato,con le tue preziose cartoline è sempre presente.
E’ commmovente il dialogo delle due lettrici,ero persuaso che ancora qualcuno può dare testimonianze.Grazie preziosa Dear
Sì, è vero, uno scambio quasi commovente anche per me, caro Mauro!
Buona giornata a te e grazie!
A sinistra, appena prima della galleria, una scala porta alla salita delle battistine, dove sorgeva la “giano grillo”, la mia scuola elementare. Prima della scuola vi è la casa dove abitò Friedrich Nietzsche, al n. 8, interno 6. Prima dell’apertura della galleria la salita attraversava l’intero slargo. Quindi fu accorciata e sostituita, nella porzione demolita, dalla scala con apertura ad arco
Benvenuto qui Massimo! La bella Salita delle Battistine è al termine dell’altro lato della galleria, qui siamo in Largo Zecca, prima o poi dovrò scrivere anche di Portello e di quella zona.
Grazie Massimo, buona giornata.