Meg, Jo, Beth ed Amy

Quattro ragazze che non hanno bisogno di presentazioni: le sorelle March, compagne d’infanzia di molte di noi.
Io possiedo una splendida edizione di questo libro, risale al 1947 ed era di mia mamma e i visetti delle nostre eroine sono così ritratti sulla copertina.


Le sorelle March, si legge ancora Piccole Donne? Voglio dire, quelle ragazzine di adesso, che paiono avere atteggiamenti da donne vissute, ancora crescono in compagnia di Meg, Jo, Beth ed Amy?
Sono ragazze speciali le sorelle March, questo certo è un romanzo pensato per giovani lettrici, un romanzo politically correct, che propone, sulla scena, una tipica famiglia americana.
Ognuna delle quattro sorelle rappresenta un archetipo femminile, ognuna di esse ha in sé una di quelle parti che ogni bambina, divenuta donna, in qualche modo svilupperà.
Così credo almeno, così le vedo adesso.
Quattro caratteri, quattro personalità diverse che, in qualche maniera, appartengono ad ogni donna.
Ma anche quattro piccole donne, differenti e complementari tra loro.
Meg, la saggia, paziente sorella maggiore. Madre e sposa, si distingue per assennatezza e saggezza, è la roccia sulla quale poggiano le altre sorelle.
La fragile e sfortunata Beth, emblema della dolcezza e della pazienza, ama suonare il piano, è riflessiva, tranquilla, timida.
Jo, il maschiaccio di casa, ragazza vulcanica e dal carattere un po’ peperino, amante dei libri, della lettura e della scrittura.
E da ultima la minore, Amy, bella, vanitosa e viziata.
Le sorelle March, chi non le ricorda?
Sapete, ho letto questo libro moltissime volte, anni fa.
E mi sono rimasti alcuni ricordi, perché i libri, quando li ami, lasciano un segno, una traccia che resta e che ti fa tornare con il pensiero a quelle pagine, ai giorni trascorsi a leggerle.
Un natale senza doni non è Natale. Così si legge all’inizio del romanzo, ed eccole le quattro sorelle che discutono tra loro, e parlano, voglio comprare un regalo per la mamma. Ricordate questa scena?
Io l’ho precisamente incisa nella mente, come alcune altre.
Ricordo Beth suonare il piano a casa di Laurie, ricordo Amy a scuola messa in castigo dal professore, ricordo la nascita del suo amore con Laurie e poi sempre riguardo ad Amy, ai tempi mi aveva colpito quel suo vezzo di andare a dormire con una molletta sul naso, è così, secondo la piccola March, che poi ci ritrova con il naso all’insù!
Romantico, sognante, ricco di buoni sentimenti, questo è Piccole Donne.
Ed è proprio Amy, insieme a Jo, il mio personaggio preferito.
Certo Jo è una ragazza fuori dal comune, anticonformista, particolare, a suo modo geniale, era emozionante seguire la sua passione per la scrittura, vederla seduta allo scrittoio ad inventare trame ed avventure.
Nellaversione cinematografica del film risalente al 1933, per la regia di George Cukor, Jo ebbe il volto di una splendida Katherine Hepburn, in seguito quel ruolo venne interpretato da June Allyson e infine da Wynona Rider. Nessuna, a parere mio, ha mai eguagliato la grande Kate, è a lei che va la mia mente se penso a Jo. La trovo perfetta, in ogni senso,  credo anche che questa meravigliosa attrice avesse, in un certo modo, molti punti in comune con Jo March.
Anche Kate era una donna fuori dagli schemi, dotata di grande intelligenza e di carisma, non certo una donna banale.
Il ruolo di Amy, invece, fu interpretato prima da Joan Bennett, poi da Elizabeth Taylor e infine da Samantha Mathis.
E non ci sono dubbi, Liz Taylor fu una splendida, indimenticabile Amy March.
Capricciosa, stizzosa, bellissima.
E poi, ricordate la voce? La doppiatrice italiana, Germana Calderini, aveva quel timbro inconfondibile, a dire il vero non è mai stato molto di mio gusto, ma era perfetto per i personaggi interpretati da Liz Taylor e sublime nel caso della piccola March.
Meg e Beth, per me, sono sempre state personaggi di contorno.
Tuttavia, avevo seguito con tanto affetto come Meg scopre l’amore e con molta malinconia la vicenda della piccola Beth e del suo amaro destino.
Ora leggo un’intenzione, nella creazione di questo personaggio, credo che il carattere di Beth, la sua pacatezza, siano lo strumento che la Alcott usò per avvicinare le giovani menti a un tema così doloroso come la morte, credo la funzione di questo personaggio sia, in qualche maniera, didattica e pedagogica.
Perché questo è Piccole Donne, la strada faticosa verso la crescita, gli ostacoli che si presentano lungo il cammino, il coraggio e la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
Il viaggio della vita, insieme a quattro sorelle che tutte noi portiamo nel cuore: Meg, Jo, Beth ed Amy.

42 pensieri su “Meg, Jo, Beth ed Amy

  1. Anni fa, quando aspettavo l’Annetta ho visitato la casa della Alcott a Concord, vicino al bosco dove c’e’ la capanna di Thoreau e al cimitero dei poeti che ospita la creme dei letterati americani dell’epoca. Sara’ per quello che mia figlia e’ un’appassionata di Piccole donne. Se riesco a ritrovare le foto e “scannarle” te le mando. Nel frattempo, sempre sul tema di Piccole donne, ti consiglio il romanzo di Marcela Serrano Arrivederci piccole donne. Un abbraccio!

    • Insonnia carissima, se riesci a trovare le foto non sarebbe il caso di farci un bel post e di raccontarci Concord e tutto quel mondo così lontano? Eh, mi piacerebbe parecchio, sai! Segno il tuo suggerimento…un bacio grande!

  2. Non ho mai letto Piccole donne ma qualcosa m’è rimasto ben fissato in mente grazie al cartone animato 😉
    E neppure quello seguivo con costanza… dunque, evidentemente, Piccole donne ha lasciato la sua impronta nell’atmosfera di più generazioni!

  3. Non toccatemi Piccole donne, io lo adoro!
    È prima di tutto un romanzo di formazione. Tutte le protagoniste partono con un problema e attraverso degli episodi lo superano e arrivano all’età adulta. Tranne Beth, che viene usata per far passare le altre attraverso il dolore del lutto. Ma questo dovrebbe essere in Piccole donne crescono, se non sbaglio.
    Di film pure io ricordo quello con la Tayolor, anche se dicono che quello con la Bennett sia migliore. Mi hai fatto venire voglia di riascoltare il musical XD

  4. Che nostalgia il frontespizio di quel bel volume…ricordo ancora ogni singola immagine all’interno anche se il mio è andato perduto, come quasi tutti i miei ricordi di fanciulla. Temo però che le bambine di oggi si troverebbero in difficoltà davanti a un lessico così ricercato rispetto a quello a cui sono abituate. Ho letto molte volte la saga delle “Piccole donne” negli anni (anche in un’edizione recente Einaudi che dovrebbe andare famosa per i pressapochismi della traduzione, al punto che, presa dal sacro fuoco della maestrina dalla penna rossa, avevo cominciato a prenderne nota per segnalarli alla casa editrice). Come scrivi tu, ognuna di noi porta ancora nel suo cuore un insegnamento tratto da quei libri. Uno per tutti, la frase che mamma March dice a Jo per indurla a perdonare Amy che aveva bruciato il suo romanzo: “Non lasciare che il sole tramonti sulla tua ira”. Da bambina mi ha fatto molto riflettere. Ognuna di noi potrebbe scrivere a lungo sulle sorelle March. Grazie, Miss Fletcher!

    • Cara Viviana, apprendo con piacere che anche tu hai un bel caratterino, le case editrici devono stare attente.
      Sai io non so se sia ancora adatto alle ragazzine, spero di sì.
      Ho messo in questo post i miei ricordi, senza andare a rivedere il libro.
      Ora tu hai citato le parole di mamma March e mi sono comparse alla mente, quella frase è stupenda…grazie di averla scritta qui.

  5. E si, anche io sono una di quelle (ehm ehm…) “ragazze” che è cresciuta con Piccole Donne.
    E mentre fino a poco tempo fa se le citavi venivi guardata come una marziana nostalgica ed un pò troppo retrò, adesso finalmente sono state “sdoganate”!
    Evviva. Nel libro ci sono atmosfere magiche, così intime. E da piccola non potevo non immedesimarmi nella solitaria, ribelle alle regole e riflessiva Jo.
    Mi piace tutto di quel libro. E sento persino l’odore dei famosi limocini….
    Un baciotto, grazie anche per questo dolce ricordo Miss Fletcher
    Susanna

    • I limoncini, ma come dimenticare quell’episodio? Jo è il cardine del libro, secondo me, piace a tutti i lettori.
      E comunque è bello essere cresciute con queste quattro ragazze, io le ricordo davvero con tanto affetto.

  6. Carissima… a parte il terremoto di questa notte e di questa mattina che ci hanno scioccato, ora che sembra tutto tranquillo (spero), ti scrivo….questo è stato il libro della mia giovinezza, l’ho letto innumerevoli volte, mi ha fatto sempre molta compagnia…grazie per questa “spolverata” di ricordi!
    Un abbraccio forte, *Maristella*.

    • Ciao carissima, che brutta esperienza sentire il terremoto, angosciante davvero, spero anch’io che sia finita qui.
      Che tu amassi Piccole donne non avevo dubbi, romantica come sei!
      Un abbraccio, carissima!

  7. Oh Miss….Piccole donne e poi, piccole donne crescono….mamma mia! Avrò avuto 8 anni! Finalmente un’opera che conosco quasi a memoria…solitamente per starti dietro a te ci vorrebbe una laurea in letteratura! 🙂 Bellissimo romanzo e il film….che bello. Quante cose ti ha mandato Chagall, è troppo bravo anche ame manda sempre qualcosa che potrebbe piacermi! Bacetti Miss.

  8. Come non ricordare quel libro che ho amato, letto e riletto…Sono passati talmente tanti anni, ma lo ricordo ancora molto bene…quasi vorrei rileggerlo.

  9. anche io ho una vecchia edizione di Piccole Donne, un regalo di mia nonna a mia mamma. Cartonato, piccolo, qualche anno fa l’ho “restaurato”. Ma devo ancora leggerlo.

  10. Allora,io ho recitato piccole donne quando ero alle medie.Non mi ricordo che delle quattro fossi,so pero’ che ad un certo punto dovevo piangere perchè era morto il mio canarino!!Chi era quella?me lo sai dire?

  11. Miss, “Mujercitas” (ricordo anche “Hombrecitos”), è un libro che non ho letto, ma che in Argentina vedevo in casa delle mie amichette… ho visto il bel film con Liz Taylor…

  12. Me lo regalarono assieme agli altri della serie per la prima comunione…l’episodio che più ricordo,oltre la morte di Beth,é quello del disastroso tentativo di Meg nel fare la marmellata di ribes:mi viene in mente ogni volta che mi dedico alle mie amate conserve!

  13. Ho riletto da poco la versione originale e non quella censurata della mia infanzia in cui si perdeva tutta la carica femminista dell’opera,una vera sorpresa!

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