Che cosa intende con sogni di felicità? Non mi offende il riferimento ai sogni, perché non c’è mortale sulla faccia della terra che qualche volta non sogni. Ma sogni di felicità! Sogni pacifici, rasserenanti, dolci sogni! Ecco quello che sono: sogni che si avvereranno, mi renderanno la vita, oggi più triste che non allegra, più tollerabile.
Sogni e parole di Wolfgang Amadeus Mozart, da Salisburgo.
Sono talmente celebri certi aneddoti su di lui, che non saprei neppure se siano da citare.
Amadeus, il bambino prodigio, colui che a cinque anni suonò davanti all’imperatrice d’Austria.
Amadeus, che suonava bendato o a braccia incrociate.
Amadeus, che amava lo scherzo, che giocava con le parole, Amadeus che parlava e scriveva al contrario.
Il film che narra la sua vita, per la regia di Miloš Forman, ce ne restituisce un ritratto vivido e vitale. Tom Hulce, l’attore che interpreta il compositore in maniera così coinvolgente e vera, porta sul grande schermo il suo genio, la sua sregolatezza, la sua fantastica follia.
Splendidamente folle Amadeus, uomo del Settecento, eppure nessuno è più moderno di lui.
A Vienna, la città che vide l’esplosione del suo estro, tutto parla di lui e se ci siete stati sapete di cosa stia parlando.
Vienna è attuale, vibrante e vivace, in certi luoghi le architetture ci riportano al nostro tempo, altrove sembra una vecchia signora e in molti quartieri, in molte sue strade si respira l’atmosfera di quegli anni, i bellissimi anni di Mozart.
C’è la sua casa, con i suoi oggetti.
Camminare nelle stanze di Mozart, calpestare quel pavimento, sfiorare i muri che hanno ascoltato i suoi respiri e le sue note.
Per me saper apprezzare tutto questo ha un valore inestimabile, è il senso di esistere accanto a qualcuno che a volte mi accompagna, con qualche suo accordo, con quelle melodie che hanno la potenza di rasserenare e di farmi sentire la grandezza dell’universo.
Io che non conosco la musica, io che non so leggerla ma solo ascoltarla, io che grazie a lui riesco a vedere un cielo, l’immensità, la totalità dell’infinito, ascolto, sento, vedo, grazie a quelle sue note, non credete anche voi che sia una grande privilegio poter trascorrete il proprio tempo in sua compagnia?
Mozart, se volete incontrarlo andate a Vienna, dove Amadeus è presente e vivo, Amadeus è un brand, l’immagine e il suono di una nazione.
Un uomo del Settecento, eppure molto vicino a noi, al nostro sentire.
Se volete incontrarlo leggete le sue lettere, l’espressione di quel suo genio folle, smisurato, capace di toccare gli abissi e le vette della coscienza, imprevedibile e sofferto, irrazionale e giocoso.
Giocava Amadeus, con le note e con le parole.
A volte si firmava WAM, a volte Wolfgango de’ Serenissimi Mozartini, ma anche Trazom, il suo cognome al contrario.
Genio infantile e particolare, eccolo Mozart, scrive missive al padre, alla sorella, alla cugina, alla moglie.
Fantasioso e amante del ridicolo, conclude così una lettera alla cugina:
Ora stai bene, ti mando mille baci e sono come sempre il vecchio giovane Codadiporco
Wolfgang Amadé Rosadibosco
E se qualcuno di voi ha letto il suo Epistolario saprà che lui, uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, usa spesso un linguaggio scurrile, ama lo scherzo pesante, la parola greve, oscena, capace di suscitare scandalo ed imbarazzo.
E sì, è Mozart, ma io non ho il cuore di riportare qui alcune sue parole.
Perdonami Amadeus, se mi avessi incontrata so che mi avresti presa in giro, io sono permalosa, oltre tutto, sarei stata un bersaglio perfetto!
Mozart, tenero e adolescente, che appena quattordicenne scrive da Napoli alla sorella e chiede:
Scrivimi come sta il signor canarino. Canta sempre? Fischia ancora? Sai perché penso al canarino? Perché nella nostra camera ce n’è uno che fa gran chiasso, proprio come il nostro.
Candore giovanile, vero? Mozart lo conserverà per tutta la vita, a volte, da uomo adulto, mostrerà certi acerbi entusiasmi, è proprio del genio essere così deliziosamente infantile.
E scrive alla sua amatissima, carissima mogliettina:
Sii allegra, felice e compiacente con me. Non affliggermi e non tormentarmi con un’inutile gelosia.
Abbi fiducia nel mio amore, certo non te ne mancano le prove! E vedrai come saremo felici!
E poi ancora:
…nell’aria ci sono 2999 bacetti e mezzo che volano via da me e aspettano di essere presi.
Adieu. Mille baci teneri.
Adieu cara mogliettina, amami quanto io ti amo, ti bacio duemila volte con il pensiero.
Dolce, infantile, appassionato con la sua Stanzi, come lui la chiamava.
Lei che conosceva il suo talento, ma non sapeva compenetrare nelle profondità della sua creatività, lei che avrebbe forse desiderato accanto un uomo solido, dalle molte concretezze.
Ebbe Mozart, sregolato e geniale, vicino a lui la vita fu un continuo batticuore con tante emozioni e molte difficoltà, ma quanto poco conta la ricchezza materiale, quella che Mozart non ebbe!
C’è la sua vita nelle sue lettere, ci sono i viaggi, i trionfi e i concerti.
C’è il dolore per la perdita della madre, ci sono gli incontri, i successi, le fanciulle, come una povera ragazza che certo non incontra i favori di Mozart!
Lui la descrive grossa come una contadina che suda in maniera orribile, la trova una creatura repellente.
No, ad Amadeus la ragazza non piace proprio:
Si è puniti a sufficienza per tutto il giorno se gli occhi hanno la sventura di volgersi da quella parte.
Eh, Mozart le da lezioni di piano e che accade? La ragazza si innamora perdutamente di lui.
E lui, implacabile, le dice che proprio non c’è speranza per loro due.
Non è però servito a niente, era sempre più innamorata.
Alla fine ho iniziato a trattarla sempre con molta cortesia, tranne quando faceva le sue moine: in questo caso ero scortese.
Ah, ma lei non si arrende, in giro si dice si sposerà con Amadeus!
Povera ragazza, così perdutamente perduta del genio inafferrabile.
Imprevisto e imprevedibile, vi ho già detto, Amadeus ama il turpiloquio, scoprite da voi quanto è nelle sue corde, quanto si diletti con la battuta sporca, sfrontata e provocatoria, con una pioggia di parole pesanti che non potete immaginare!
Provate a leggere e sorriderete, così è Amadeus.
E provate a pensare alla sua giovane cugina, vestita con un abito lieve dai colori chiari, con una di quelle pettinature complicate così tipica delle donne di quell’epoca, profuma di cipria e borotalco, di rosa e di verbena, è una creatura allegra e vivace, regge tra le sue mani di perla una lettera di quel matto di Amadeus che le scrive:
Mia carissima violoncelletta, così va e gira il mondo, uno ha la borsa e l’altro ha il denaro, e c’è chi non ha né l’uno né l’altro, non ha nulla e il nulla è molto poco, il poco non è molto, quindi niente è sempre meno di poco, poco sempre più di non molto e molto sempre più di poco e…
E la cugina sorrise.
E anch’io.
E noi no, non siamo grandi abbastanza per comprendere gli equilibrismi verbali e musicali di Wolfgang Amadeus Mozart, siamo umili essere umani di fronte alla sua grandiosità.
Mozart, il compositore che ha lasciato all’umanità il Flauto Magico e il Don Giovanni, le sonate, le variazioni e le sinfonie, morì ad appena 35 anni e disponendo di pochi mezzi venne buttato in una fossa comune.
Quando sono stata a Vienna sono andata in quel cimitero, dove si trova un monumento a lui dedicato.
E’ un luogo tranquillo, con i viali alberati.
C’è una statua, che celebra il più grande dei compositori, il salisburghese Wolfgang Amadeus Mozart.
Ma lui non è lì, non è nella terra, in un luogo così infimo che mai potrebbe contenere il suo genio.
Non è sotto una lapide, accanto a un cipresso, sotto ad un freddo marmo.
Mozart è nell’aria fresca di primavera, nei tasti di un pianoforte, nelle corde di un violino, nell’armonia delle stagioni, del tempo, di una sinfonia.
Mozart è nella pioggia e nel cielo cupo, nelle nostre gioie e nelle malinconie che ci colgono in certe giornate, è nella consolazione di quel sogno di felicità che ognuno di noi cerca.
La felicità, quella fatta di cose semplici quanto eterne, il sogno della felicità.
E’ nella complessità, nelle cose oscure e in quelle che invece riusciamo a comprendere.
Nelle cose più semplici.
Una tartina, un coltellino e un strato di burro.
Provate ad ascoltare, vi sembrerà che questa musica risuoni da sempre nella vostra testa.
Con questa leggerezza, con questa lievità, con il profumo del pane caldo e fragrante e la dolcezza del burro.
Un suono, nato dalla fantasia di un genio.
Chiamatelo WAM, oppure Wolfgango de’ Serenissimi Mozartini, o Trazom, se preferite.
Lui solo, Amadeus.
Bellissimo post cara Miss! E Vienna, beh… Vienna è stato il mio primo amore europeo, avevo sedici anni e decisi che mi ci sarei trasferita. Una città meravigliosa che non delude, accogliente e piena di fascino. Un bacione!
Ti ci vedo a vivere a Vienna, accompagnata dalle note di Amadeus. Grazie di cuore Viv, un bacio grande.
Ah, Mozart, il mio grande amore! Geniale, folle, irriverente: la prima rockstar della storia 😉
Un abbraccio, Miss!
La prima rockstar della storia, hai proprio ragione cara!
Un bacione!
wow!!! che meraviglia di post…
di prima mattina mi ci voleva! Vienna purtropppo non la conosco, so già che me ne innamorerei come di WAM, straordinario compositore.
buon fine settimana carissima Miss
s
Grazie Simonetta, avrei potuto scrivere tanto di più, ma le parole per lui non sarebbero comunque abbastanza.
Buon fine settimana a te, un abbraccio.
Grazie cara Miss Fletcher. Il tuo post mi ha scaldato il cuore in questa mattina d’autunno con nebbia. E’ una gioia leggere ciò che hai scritto e sentire questa musica.
Un abbraccio e buon fine settimana
Susanna
Eh Susanna, è Amadeus a scaldare il cuore, con il suo genio e la sua splendida sregolatezza.
Io poi adoro la tartina di burro, è una vera chicca.
Un bacino amica mia!
Bellissimo post!!! E Mozarti…sono senza parole!
Grazie Elena!
io sono andato in pellegrinaggio a Vienna e pure a salisburgo. Ma queste sono due città da “pellegrinare” indipendentemente da Mozart.
Ma lo sai che sua sorella era molto più brava di lui? Purtroppo era femmina…e si sa come andavano le cose una volta. E pure adesso.
Hai ragione Pani, pensa per per lei cosa deve essere stato confrontarsi con un fratello così…
Che personaggio Miss! Come puoi immaginare questo suo misto di genialità e lato oscuro mi affascina terribilmente.
Ottimo post brava!
Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto e sì, immaginavo che fosse nelle tue cordel
Mi domando perchè i grandi geni della storia Leonardo, Mozart, Dante Shakespeare amavano il turpiloquio. A dire parolacce sono capace anch’io!. E’ a scrivere da destra a sinistra che incomincio ad avere qualche problemino. 🙂
Ah…Moka! Io non ho messo quei brani di Mozart perché non mi piace vedere certe parole scritte sul blog…e tu mi fai questo scherzetto? Scusami, tolgo il termine incriminato, sennò Amadeus se la prende, non arrabbiarti neppure tu però!
E a parlare al contrario come te la cavi 😉 ?
Ciao Miss, scusa il ritardo, son stata via due giorni da topononno e da topononno il pc non esiste. Mi sarebbe sempre piaciuto andare a Vienna a visitare la casa di Mozart ma non l’ho ancora fatto, chissà, un giorno forse… Mozart mi è sempre piaciuto e questo tuo post dedicato a lui è bellissimo. Un bacio sorellina.
Vienna è una bella città, merita un viaggio, c’è tanto da vedere,
Mozart è uno dei miei compositori preferiti, il mondo sarebbe assai più povero senza la sua musica.
Bacioni!
Miss,questo post è fantastico!!!!Sara’ che anch’io adoro Wolfi ,ma tu lo hai descritto egregiamente!!!!!
Grazie tesoro! Ho sempre un po’ di timore ad affrontare questi personaggi, ma lui è uno dei miei grandi amori, glielo dovevo.
Un bacione Vale!
Mozart per me è una presenza costante. Sto in sua compagnia tutti i giorni. E ti dico che questo articolo è tanto emozionante.
Grazie Caterina, detto da una persona speciale e sensibilie come te è un vero onore, credimi. Un bacio grande!
Miss, un genio simile, come mai non è nato a Zena, e a chi attribuire il disguido?
In effetti… come mai? Sergio, pensa se Mozart fosse passato per i miei caruggi quando avrei da scrivere 🙂
Povero Mozart, quanto lo abbiamo massacrato con il coro parrocchiale!ma quando finalmente riuscimmo a cantare il Santus e l’Ave verum in maniera dignitosa l’emozione è stata grande, quasi fossimo riusciti per un attimo a immergerci nell’immensità della Bellezza