In viaggio con Octavia, un’americana a Genova

Oggi faremo i turisti per le strade della Superba in compagnia di una visitatrice d’eccezione, la scrittrice americana Octavia Walton Le Wert.
Come già ho avuto modo di narrarvi, a metà dell’Ottocento la nostra eroina soggiornò per alcuni giorni a Genova e prese una stanza all’Hotel Croce di Malta.
La lasciammo lassù, in cima alla superba torre che fronteggia il mare.

Torre dei Morchi

E poi cosa accadde? Oggi andremo con lei, la seguiremo nei  suoi percorsi cittadini.
E da brava americana all’estero nei suoi Souvenirs of Travel Octavia racconta ogni dettaglio, si sofferma persino su certi piatti che gustò in albergo, come ad esempio certe deliziose sardine fritte e frutta fresca di stagione, sul tavolo c’è anche un cestino ridondante di pomme d’amore (apples of love) così lei li definisce, e da forestiera Octavia rimane attratta da questo nome così romantico per scoprire poi che si tratta semplicemente di una varietà di pomodori.
E’ domenica, le campane risuonano gioiose e c’è un’intera città da scoprire, Octavia e la sua famiglia fanno una prima passeggiata alle Terrazze di Marmo che si trovavano dove ora è situata la Sopraelevata.
E poi giù per i caruggi che a quanto pare non incontrano il favore della nostra visitatrice, le capita in sorte di passare per una strada particolarmente stretta e neanche tanto pulita eppure qualcosa attira l’attenzione di Ottavia ed è la striscia di cielo sopra le case da lei definita un tetto blu.

Caruggi

E poi, quanti bambini ci sono nei vicoli, da non credere!

Bambini

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

La nostra esigente viaggiatrice sceglie una meta rilassante, il Parco dell’Acquasola.
Ahimé, ai giorni nostri non è più rigoglioso e splendido come ai tempi di Octavia, lei vi trova numerosi genovesi a passeggio, il fior fiore della buona società.
E c’è una banda militare, la musica risuona nel parco tra aranci, limoni e frondosi oleandri.
E poi ci sono panchine, fontane zampillanti e statue che emergono tra le rose lussureggianti, una carrozza compie lenta il giro del parco.
E la nostra vezzosa amica ha uno sguardo attento, nota che le donne di Genova portano un velo bianco e ricorda che da sempre c’è una sorta di gara d’eleganza con le dame di Milano che in genere usano coprirsi il capo con un velo nero.

Acquasola

L’Acquasola – Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

E poi la bellezza di perdersi nel labirinto di Genova, Octavia non avrebbe potuto descriverla meglio:

We came down into the lower city, and enjoyed the delight of losing our way, and wandering hither and thither to find it. We made many inquiries, and received various directions, which we followed, but without success

Siamo venuti giù nella città bassa, e abbiamo apprezzato la gioia di perdere la strada, e di vagare qua e là per ritrovarla. Abbiamo fatto molte domande e ricevuto varie indicazioni che abbiamo seguito, ma senza successo.

Per fortuna i nostri viaggiatori vengono soccorsi da un marinaio, costui conduce Octavia e i suoi famigliari sani e salvi al Croce di Malta.
Il marinaio è piuttosto male in arnese, racconta ad Octavia di essere stato diverse volte in America e per gratitudine verso le cortesie ricevute nel Nuovo Mondo non accetta la somma che Octavia le offre per sdebitarsi.
Com’è strana la vita, chissà se quest’uomo avrà mai saputo di essere finito tra le pagine di un libro.
Le ore sono sono dolci quando si è in viaggio, Octavia prende un buon caffé in un accogliente locale e poi passa una serata al Teatro Carlo Felice dove assiste a una commedia e ad un’operetta.
Scoprirà anche le chiese della Superba,  San Matteo e la Nunziata, ovviamente non si farà mancare una visita alla Cattedrale.
Ed eccola camminare perle Vie dei Palazzi, la turista americana resta colpita dalle numerose opere d’arte esposte in certi edifici, ammira Rubens e Rembrandt, tuttavia sostiene che queste strade siano strette e che così non si possa godere appieno della magnificenza di certi edifici.
Octavia mi perdonerà ma in questo caso mi tocca dissentire!

Via Garibaldi

E ciò che più la affascina pare che sia la dimora di Andrea Doria, anch’essa è molto mutata da quegli anni, Octavia vede il giardino davanti al mare, racconta di alberi di aranci a pochi passi dalle onde bianche e spumose.

Villa del Principe

Una turista americana a Genova sente una profonda emozione per il fatto di trovarsi nella città natale di Cristoforo Colombo e certo ha una differente percezione dello spazio.
E così certe strade anguste la stupiscono, non ci passa neppure una carrozza!
E la curiosa viaggiatrice scrive di aver udito gustosi aneddoti riguardo a certi caparbi sudditi di Sua Maestà che si misero in testa di passare comunque per certi caruggi e vi rimasero incastrati tanto che furono costretti  a uscire dal tetto della carrozza.
Un episodio analogo è raccontato anche da Charles Dickens, evidentemente erano piccoli incidenti che suscitavano una certa ilarità.

Vico del Duca 7

Vico del Duca

E poi viene il tempo di raggiungere altre mete e così Octavia si imbarca sull’Anatole, partirà alla volta di Marsiglia.
E a dare l’addio a questi viaggiatori sono tante piccole barche che circondano il piroscafo, a bordo ci sono gruppetti di cantanti che in cambio di qualche soldo creano improvvisati intrattenimenti per i turisti.
Tra questi artisti c’è anche una bimba, è lei a porgere verso i ricchi americani un barattolo di latta dentro al quale cadranno sonanti monete.
C’è ancora uno sguardo che si volge indietro, è lo sguardo incantato di Octavia che incontra la superficie del mare a far da specchio al cielo di Genova, in una poesia che io conosco bene.

The day is lovely, the sea calm and intensely blue, and the atmosphere of such wonderful clearness, we can distinguish perfectly objects on the shore. There seems a rivalry between sky and sea, or, perhaps, a love one for the other.

La giornata è bella, il mare calmo e blu intenso, e l’atmosfera di un tale meraviglioso chiarore che riusciamo a distinguere perfettamente gli oggetti sulla riva.
Sembra che ci sia una rivalità tra cielo e mare, o, forse, un amore l’uno per l’altro.

Souvenirs of Travel – 1857

Via Gramsci

24 pensieri su “In viaggio con Octavia, un’americana a Genova

  1. Uno dei tuoi articoli più belli! Molto emozionante! Perfetto connubio tra storia, letteratura e amore per la nostra terra! ❤

  2. Per un’americana abituata agli ampi spazi d’oltreoceano i caruggi di Genova specie a quei tempi dovevano rappresentare un fascino del tutto particolare con quegli spicchi d’azzurro che si insinuano tra un tetto e l’altro. Bacioni 🙂

    • Davvero Viv! Mi piace un sacco leggere le memorie dei viaggiatori, mi rendo conto che spesso parlano degli stessi posti, è anche logico, questa non è una metropoli, però c’è sempre qualche chicca che mi incuriosisce! Grazie cara, un bacione!

  3. Pròpio stamatìn êa da-e Vigne e, vegnindo in sà, ò visto davéi ben ben de turisti, e a De Ferâri gh’êa âdreitûa doî de quelli òutobi che ghe fan fâ o gîo da çitæ, e pensâva: chi l’aviæ mai dîto, sôlo vint’ànni fa, che Zêna a saiéiva diventâ ‘na çitæ turistica?

    Traduzione
    Proprio stamattina ero alle Vigne e, venendo in qua, ho visto proprio tanti turisti, e a De Ferrari c’erano addirittura due di quei bus che gli fanno fare il giro della città, e pensavo: chi l’avrebbe mai detto, solo vent’anni fa, che Genova sarebbe diventata una città turistica?

  4. sono appena tornata a casa dal lavoro,concedendomi, visto il tempo bello, una passeggiata dalla stazione marittima a Portello ,Meraviglioso, come sempre, e davvero pieno di turisti.E poi, in Spianata, meraviglioso cono gelato lampone e albicocca.Davvero ci si sente sempre un po’ in vacanza, in questa città! un abbraccio Emanuela

    • Turiste nella nostra città, una bellezza vera saper apprezzare ciò che si vede ogni giorno, Emanuela, io e te siamo fortunate!
      Un abbraccio e buona serata a te, mi hai fatto venire voglia di gelato al lampone.

  5. Che piacere leggere la tua rievocazione, Miss. In effetti, pensando a quanto spazio incontaminato ci fosse negli Stati Uniti all’epoca di Octavia, ovviamente dev’essersi sentita quasi in gabbia. Sai che anche attualmente molti americani quando tornano dall’Europa si lamentano del fatto che tutto sia così piccolo e stretto che si sentivano angosciati.

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