Questa è una vicenda di amori avventurosi e travagliati, i dettagli sono narrati con la consueta maestria dallo storico Amedeo Pescio.
E’ il 1691 e nella città di Genova c’è un giovane dal brillante ingegno, è originario di Sarzana, è colto e appassionato di storia, si chiama Filippo Casoni ed è destinato a divenire un celebre annalista.
Filippo ha quasi trent’anni quando si incapriccia di Apollonia Acquarone, il nostro arde di passione per questa fanciulla che, a differenza di lui, appartiene ad una blasonata famiglia.
La ragazza lo ricambia ma l’amore a volte è una faccenda complicata, come convincere la nobile famiglia di lei a concedere a Filippo la mano di Apollonia?
Che impiccio!
Per poterla condurre all’altare occorreva inventarsi qualcosa e al nostro non mancava certo l’iniziativa, trovo così un’inconsueta soluzione.
Era una luminosa mattina di settembre, sulla strada che porta verso la Chiesa di Nostra Signora di Belvedere ecco una lussuosa bussola, a bordo di essa c’è la giovane Acquarone in compagnia della sua governante.
La fanciulla non arriverà a destinazione, l’indomito Filippo ha ingaggiato quattro soldati che rapiscono Apollonia per condurla a Coronata in una dimora della famiglia Casoni.
I genitori di lei non ci stanno e si rivolgono alle massime autorità cittadine, quell’incresciosa situazione è da risolvere in fretta.
E così Apollonia viene ricondotta a casa, Filippo invece è tratto in arresto e viene rinchiuso al Palazzetto Criminale.
Lo condannano a vent’anni di carcere, non li sconterà tutti ma durante il tempo che trascorrerà in prigionia Filippo Casoni scriverà parte dei suoi Annali della Storia di Genova.
Le autorità erano state severe, Pescio narra che per un’eventuale grazia erano necessari i quattro quinti dei voti.
Il carcere è duro e Casoni si ammala di tubercolosi, nel 1695 finalmente viene scarcerato: il padre versa 1000 sonanti scudi d’argento e Filippo riconquista la libertà.
Ed è ancora l’amore a metterlo nei guai, questa volta ha il viso di Anne Marie Sistom, inglese e di religione protestante.
Ed eccolo lì l’inghippo, la religione!
Filippo certo non si scoraggia e anche questa volta ne studia una delle sue: fa chiamare a casa il il prevosto delle Vigne e questi, solerte, lascia la sua chiesa per recarsi presso la dimora di Casoni.
Tentò il colpo di Renzo Tramaglino, narra sempre Pescio.
E da consumato artista dell’inganno davanti al prete Filippo Casoni dichiara che Anne Marie è la sua sposa.
Il matrimonio clandestino lo fa finire di nuovo in galera, in questo caso ci resterà soltanto un mese e una volta libero riuscirà a rendere legali le nozze con la sua Anne Marie.
In seguito Filippo avrà anche una seconda moglie, Maria Caterina, su di lei non si registrano avventurose vicende simili a quelle che segnarono le precedenti relazioni del nostro.
Era terminato il tempo degli amori tempestosi di Filippo Casoni, memorabile autore di quegli annali che narrano le vicende della Superba.
Certo che poteva anche sospettarlo che il rapimento l’avrebbe portato dritto in galera, no?
Che storiacce che ci racconti, intrigante Miss 😉
Che personaggio, eh? Un bacione Tiptoe, grazie!
Tempi duri per gli amori travagliati, quelli! Certo Filippo sembrava incline alle soluzioni poco ortodosse. Buona giornata 🙂
Era un tipo piuttosto originale, sì! Baci cara, buona giornata a te!
Per fortuna la prigionia, anche se non ha calmato Filippo, gli ha dato modo di dedicarsi alla scrittura degli annali! Focoso Filippo, pur tubercolotico, tre mogli!
Buona gionata Miss!
Cosa vuoi che ti dica, Anna, era un bel personaggio, poi ci ha lasciato quei preziosi annali ma le sue peripezie amorose sono davvero divertenti.
Ciao Anna, un caro abbraccio!
Un vero tombeur de femmes che non si fermava davanti a niente!! Brava Miss,mi sono divertita a leggere questa storia…….Ciao Miss.
Hai visto che tipo? Era da un pezzo che volevo scrivere questa storia, eccola qua!
Ciao cara, buon pomeriggio!
…che tipo tosto, eh ? E pure molto simpatico!
certo che tre mogli………..diciamo che credeva nel matrimonio!!!!
Un abbraccio Emanuela
Ecco, diciamo così! Un bacio grande Emanuela, grazie!
L’amore ha il potere di far fare follie e al nostro non manca l’ingegno. Davvero un bel peperino. Chissà che n’è stato della prima ragazza
E chi lo sa, avrà sposato un nobiluomo che piaceva alla famiglia.
Senza dubbio meglio l’aitante Filippo, con lui non si correva il rischio di annoiarsi!
Qualcosa mi dice che non fosse tipo che si accontentasse di una moglie…
Mi sa che hai ragione!
be’, ma questo era recidivo e viziato
Direi che sono gli aggettivi perfetti, non c’era ostacolo che potesse fermarlo!
Beh oggi ammazzano le mogli e le fidanzate e stanno dentro poco e niente Ci vorrebbero proprio 20 anni di torre grimaldina. Per allora la pena era veramente alta
Miss, certo che, molto meno temporeggiatore di quel Luigi di Francia dell’amor perfetto, l’annalista Filippo, piuttosto spiccio, non c’era pericolo che lasciasse le donne a struggersi d’amore…
Ehm, in effetto proprio no!