Ci sono amici che incontriamo da bambini e poi restano con noi anche quando siamo ormai diventati grandi.
Hans Christian Andersen è per me un caro compagno di viaggio, le sue fiabe mi hanno sempre incantata, da piccola avevo una predilezione per I fiori della piccola Ida.
Con mia gioia di recente è uscita una sua autobiografia, un volume poderoso pubblicato da Donzelli dal titolo La fiaba della mia vita.
Tornerò a scrivere di questo libro e delle eccezionali vicende dell’esistenza di Andersen, oggi dedico questo spazio ai suoi giorni genovesi, è stata un’emozione trovare anche la Superba tra i suoi ricordi.
E allora andiamo a quel tempo, è il 1833, Hans ha 28 anni e ancora non è divenuto celebre grazie al mondo fantastico delle sue fiabe.
In carrozza supera il Sempione: un viaggio in Italia significa per lui calarsi nel sogno, le sue parole restituiscono lo stupore e la meraviglia davanti a panorami incomparabili.
Bucolica Italia, paradiso di alte montagne e ghiacciai lucenti, ridente di laghi disseminati di isole fiorite sotto al cielo chiaro.
Italia di profumi ed aromi, di campi di granoturco e di tralci d’uva che adornano i sentieri.
Sono magiche le descrizioni di Andersen, sono incantevoli come le sue fiabe.
E il suo viaggio lo porta anche Genova, nel luogo dove ritrova l’azzurro mare.
Per i danesi, scrive Andersen, il mare è vita, amore e appartenenza e a Genova Hans rivede la distesa di blu davanti ai suoi occhi.
Così indugia in questo dolce innamoramento e rimane al balcone, a guardare l’orizzonte.
Lo attende, a sera, un’opera teatrale e Andersen, viaggiatore di passaggio, descrive le sue camminate cittadine senza menzionare le vie della città ma è facile riconoscere certi luoghi.
Narra di aver attraversato una via di palazzi che si levano sontuosi uno accanto all’altro e così l’ho immaginato camminare lungo Strada Nuova così spesso immortalata dai celebri visitatori.
Hans è diretto a teatro, pare che non gli sia facile trovarlo, forse si perde ad ammirare le bellezze genovesi.
E poi d’un tratto, scorge una statua che si staglia contro il cielo e comprende di essere giunto a destinazione.
Teatro Carlo Felice
Al Carlo Felice assiste a un nuova opera lirica: va il scena L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti e tra il pubblico c’è anche lui, Hans Christian Andersen.
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Non è solo armonia e bellezza ciò che egli trova in questa città, il nostro autore visita anche un luogo cupo e particolare: l’Arsenale della città e le prigioni.
Sono vivide ed efficaci le sue narrazioni, i prigionieri in catene impressionano la mente fantasiosa di Andersen.
Eccoli i galeotti sfiancati dalla prigionia, macilenti e stremati, Andersen vede i tavolacci e i ceppi ai quali questi uomini venivano legati durante la notte.
E uno dei carcerati lo spaventa con una risata fragorosa e crudele, nei suoi occhi Hans vede il guizzo della cattiveria.
E ancora, in quella prigione c’è un giovane ben vestito, i suoi abiti sono raffinati e di buon taglio, a differenza degli altri non porta catene, Andersen riferisce che si tratta di un ricco genovese che deve scontare due anni di galera per frode e furto ai danni della collettività, costui gode di certi privilegi, la moglie gli fa avere soldi e mezzi per sostentarsi.
Oh, quanto vorrei sapere il suo nome, non avete idea!
Giunge poi il tempo di lasciare la Superba e il racconto torna ad essere idilliaco e pacificante, è sempre la natura a colpire la sensibilità di Andersen.
Gli ulivi e gli aranci, i melograni e i limoni succosi.
E la gente di Liguria, i pescatori con i loro berretti vermigli.
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
E poi, andando verso Levante, la costa e le sue ville, le vele bianche che solcano il grande mare.
E in lontananza il profilo di un’isola, la Corsica.
Ancora gli rimane un lembo di Liguria da visitare, un luogo che tuttora conserva la memoria del suo passaggio.
A Sestri Levante alloggia in una locanda davanti al mare, è di nuovo la natura con le bellezze rigogliose ad affascinarlo.
E nella bella località del Levante Ligure la Baia delle Favole rammenta al visitatore quei giorni che Andersen trascorse in Liguria.
Un racconto che ha la potenza della fantasia e dell’entusiasmo, lo stesso che Hans Christian Andersen trasmette con le sue fiabe, con il suo mondo fatto di fiori parlanti, di teiere sventurate e di avventurosi aghi da rammendo.
Un caro amico, accanto a me da tutta la vita, un caro amico che ha camminato per le strade della mia città.
Ti ho già detto che Sestri Levante l’ho scoperta proprio grazie a lui? Un po’ di anni fa a Natale cercavo un regalo per il mio nipotino e mi aggiravo per la libreria Giunti, che è ricchissima di cose meravigliose per i ragazzi e i più piccoli, e mi sono imbattuta in un libro di fiabe unico: le fiabe scritte da scrittori e personaggi noti – come Moravia, Calvino, Guccini – per il premio “Andersen, la Baia delle Favole”. Potevo non scegliere quello? Sfogliandolo prima di incartarlo ho scoperto tutto, del premio letterario, di Sestri, di Andersen in Liguria… e poi ad agosto ero lì in vacanza.
Da bambina non conoscevo le sue fiabe, avevo altri libri che sfogliavo e risfogliavo di continuo. Le ho lette da un vecchio libro del mio compagno proprio in occasione della vacanze e mi sono piaciute subito. Dolci e tristi, dolcemente malinconiche, uniche…
Un abbraccio e grazie di questo post che mi ha fatto scoprire anche la sua autobiografia… 🙂
Le sue bellissime fiabe io le leggo ancora adesso, ha un garbo particolare Andersen, una fantasia senza confini e amore vero per la parola scritta.
La sua autobiografia l’ho trovata per caso e me la sta godendo pagina dopo pagina, è un capolavoro!
E sì, il legame con Sestri Levante è vivo e presente.
Un bacione cara, buona giornata a te.
Trovo che sia sempre emozionante ripercorrere le tracce dei personaggi che abbiamo amato soprattutto se sono passati per i luoghi che ci stanno più a cuore. Il tuo coinvolgimento, poi, fa tutta la differenza del mondo… Bacioni
Grazie carissima, davvero troppo buona, un abbraccio a te Viv!
Ma quanti personaggi illustri hanno visitato Genova? Una chicca questa
Speciale anche per me, amo moltissimo Andersen e leggere queste righe è stata una vera gioia!
Un bacione cara, grazie.
Camminare per le strade della mia città e sapere che vi sono passati tanti personaggi illustri è,per me, emozionante. Ciao cara Miss!
Anche per me è una grande emozione soprattutto quando si tratta di autori che amo.
Ciao cara Orietta, grazie e buon pomeriggio!
Certo per un danese abituato ai colori freddi del mare del Nord,ritrovare il mare della Liguria,le luci e il tepore del Mediterraneo e l’abbraccio della nostra riviera costellata di fiori e di frutta,deve essere stata una grande esperienza.Credo che per le bellezze d’Italia diventino tutti un po’ poeti,se poi lo sono davvero è il massimo.Scopro ,grazie a lei,che gli estimatori di Genova e della Liguria sono stati sempre numerosi e di grande spessore.
Sì, davvero numerosi coloro che si innamorarono della nostra Liguria.
Il racconto di Andersen è particolare, ha quella magia della parola scritta della quale lui era un vero maestro.
Grazie Nicla, buon pomeriggio!
Che bella sorpresa leggere che anche questo splendido autore sia stato rapito dalle bellezze liguri. E come non poteva essere altrimenti?
Bellissime le sue fiabe, le adoro.
Un abbraccio e buona Festa dell’Immacolata
Susanna
Anche io lo amo particolarmente, Hans è un davvero un caro amico per me!
Un bacione a te Susa, grazie!
Che bello riscoprire uno dei miei autori preferiti nella tua Liguria. Assieme a lui mi viene in mente anche il film interpretato da Danny Kaye. Ma leggere le sue parole su una terra che come te la conosce a menadito deve essere fantastico. Andrò alla ricerca del libro.
Oh, sì… quel film ce l’ho, si intitola Il favoloso Andersen.
Il libro merita, ha una magia tutta speciale proprio come le sue fiabe che hanno lasciato un segno dentro tutti coloro le hanno lette.
Grazie Londarmonica, un bacione a te!
Be’, adesso quel nome voglio saperlo anche io!
Eh, sarà dura scoprirlo, caro Pani, non mi far pensare.
Grazie caro!
Miss, se più in là di Sestri Levante non è stato, si è perso le Cinque Terre! peccato, le avrebbe trovate da fiaba…
Ecco lì! Sergio, sei mitico!