Se girate per i caruggi certo conoscerete la Farmacia Mojon: si trova in Via di Fossatello ed è una farmacia moderna e molto fornita.
Oggi non vi parlerò dei suoi medicamenti o magari di rimedi segreti che possono giovare alla vostra salute, torno a scrivere di questa farmacia per quei segreti del suo passato, per le vicende lontane che racchiude tra le sue mura e per la valenza storica della famiglia Mojon.
I Mojon provenivano dalla Spagna, là era nato nel 1729 Benedetto che si laureò in farmacia all’Università di Madrid, fu lui il capostite di una famiglia di scienziati.
Illustre e stimato studioso, Benedetto venne a vivere a Genova e fondò quella farmacia che ancora porta il suo nome, all’epoca era una delle più importanti della città.
Benedetto ebbe diversi figli, tra di essi alcuni si distinsero come lui in scienze diverse come la chimica, la farmacia e l’anatomia: in particolare mi riferisco a Giuseppe, Antonio e Benedetto, tutti furono apprezzati e stimati per i loro studi.
Il loro cammino nel mondo si intreccia inesorabile con la storia di Genova e dell’Italia, ritengo così giusto ricordare, seppure in modo molto succinto, ognuno di loro.
Giuseppe fu professore di chimica all’Università di Genova, tra gli altri sono notevoli i suoi studi di mineralogia e quelli sulle malattie epidemiche verificatisi a Genova nel 1802, fu stimato membro di diverse società scientifiche.
Un giorno per caso, i miei occhi hanno trovato il suo nome.
Sbiadito, quasi illegibile, sulla stele del suo monumento funebre a Staglieno.
Narra appena di lui, del suo tempo in questa città e tra la nostra gente, è una tomba forse dimenticata.
A Giuseppe Mojon
nato in Genova l’anno 1772
professore di chimica
nella patria Università
dal 1802 al 1837
rapito all’Italia
nell’anno 64.mo di sua vita
Di Giuseppe e di suo fratello Benedetto si legge nel volume Storia della Università di Genova del P. Lorenzo Isnardi edito a Genova nel 1867 dalla Tipografia dei Sordomuti.
Benedetto fu medico e studioso di anatomia e patologia, fondò con altri la Società Medica di Emulazione e pubblicò uno studio sulla musicoterapia, importante anche un suo approfondimento sul dolore, fu autore di diverse pubblicazioni sulla fisiologia e di studi scientifici tra i quali uno dedicato al colera.
Benedetto ebbe per compagna di vita la milanese Bianca Milesi, donna volitiva ed eclettica.
Artista e scrittrice, fu amica di celebri pittori e si distinse per i suoi scritti dedicati alla pedagogia e all’educazione dei bambini, tema che le era molto caro.
Da coraggiosa patriota Bianca Milesi era un’appassionata appartenente alla Carboneria e nella sua tumultuosa esistenza diede più volte il suo contributo alla causa.
Giunta a Genova da Milano, in precipitosa fuga dalla polizia austriaca, conobbe nel 1825 Giuseppe Mazzini, qui incontrò anche Benedetto Mojon che amò sempre con sentimento autentico e vero.
Con lui andò a Parigi, per riparare al sicuro in tempi difficili, là Benedetto e Bianca morirono a distanza di poche ore uno dall’altra, colpiti entrambi da letale colera nel 1849.
Nel tempo della loro vita genovese vissero insieme in un prestigioso palazzo in Via Balbi.
Il terzo dei fratelli Mojon a distinguersi in ambienti scientifici si chiamava Antonio: fu lui a occuparsi ancora della farmacia e a portare avanti l’impresa di famiglia.
E un giorno, sempre in uno dei miei giri a Staglieno, mi è capitato di leggere il suo nome, anche questa volta è inciso su una lapide che ha subito le ingiurie del tempo.
Il nome dei Mojon ricorre poi spesso in in libro poderoso suddiviso in sette volumi: è il Diario Politico di Giorgio Asproni, deputato repubblicano che consegnò ai posteri il suo ricordo della storia d’Italia in forma di arguto e brillante memoriale.
Su queste pagine si trovano aneddoti, momenti importanti per la nostra nazione e a volte anche notizie curiose, il Diario Politico copre un periodo che va dal 1855 al 1876.
Asproni qui a Genova aveva un carissimo amico: si tratta di Giuseppe Mojon detto Pippo, il figlio di Antonio dal quale aveva ereditato la farmacia.
Tempo fa dedicai un articolo a questa loro amicizia, lo trovate qui.
Erano tempi di grande fermento, era l’epoca della spedizione di Pisacane e delle sedizioni mazziniane, nel libro di Asproni emerge anche il legame tra Pippo Mojon e Giuseppe Mazzini, a diversi livelli Mojon prese parte alla vita politica del suo tempo.
In quella farmacia, come in altre, ci si riuniva per discutere, per leggere i giornali, erano luoghi d’incontro sicuri.
Sono trascorsi molti anni da allora, oggi la farmacia appartiene a una diversa famiglia.
Per un caso del destino il mio precedente articolo è capitato sotto gli occhi della Dottoressa Zucca che appunto è proprietaria della Farmacia Mojon.
Da lei ho ricevuto un invito del quale ancora la ringrazio, la dottoressa mi ha detto che aveva da mostrarmi una particolarità della sua farmacia che non tutti conoscono.
E così eccomi in Fossatello, con tutta la curiosità del caso.
E guardo a terra: nel pavimento della farmacia c’è una botola.
Cari amici, io sono certissima che questo segreto fosse ben noto al deputato Asproni, come vi ho detto lui andava spesso a trovare il suo amico Pippo Mojon.
E ad esempio il 9 Luglio 1859 così scrive:
Stamani ho avuto un abboccamento a solo con Pippo Mojon, nella stanzina piccola dove ha la cassaforte della sua farmacia.
Ecco, ora io non saprei dirvi precisamente dove fosse la stanzina piccola, accidenti, magari lo sapessi!
So però che se aprite la botola della Farmacia Mojon trovate una scala che conduce a un ambiente sotterraneo e a quanto pare qui ci si riuniva in gran segreto, in quei tempi lontani quando Genova era la culla del Risorgimento e quando qui si cospirava per fare l’Italia con i cuori ardenti di amor patrio.
Lascio a voi immaginare le parole e gli sguardi d’intesa, i saluti solidali tra persone che condividevano certi ideali.
Accadeva molti anni fa in Via di Fossatello, questi sono i segreti della Farmacia Mojon.
Ecco, innanzitutto va detto che tutte le strade portano a Staglieno! Che dire invece di quella meravigliosa chicca che ti ha svelato la Dottoressa Zucca? Un vero reperto storico… immagino che all’epoca l’accesso alla botola fosse ben mimetizzato con un tappeto e magari un mobile. Il tuo blog ormai è diventato un passepartout 😊 bellissimo articolo con sorpresina finale! Bacioni cara!
Cara, sapessi che sorpresa per me! Il primo stupore è stato trovare le tombe dei Mojon senza averle cercate, già questa è una soddisfazione e la sorpresa della botola non parliamone, tra l’altro io frequento quella farmacia, sono cliente, non ne ne ero mai accorta pur sapendo i trascorsi del posto.
Sono veramente grata alla dottoressa Zucca per questa chicca, proprio notevole!
Un bacione cara, grazie!
Hai presente i libri di Augias su Parigi, Londra… ? Io aspetto “I segreti di Genova” scritto da Miss Fletcher 😉
Carissima, magari ❤ Le storie di sicuro non mancano!
Grazie amica mia, un bacio grande.
Mi associo a Stravagaria!!!
Mauro, grazie davvero!
Bisogna proprio ridare una dignità a quella tomba allora! Sapevo che fosse un.personaggio importante, ma direi che dopo le tue parole lasciarla così, in balia dell’ncuria, ma soprattutto non segnalata, non è da persone civili.
Veramente, lo meriterebbero entrambi i fratelli Mojon.
Grazie cara, buona giornata.
Miss, dici: “lascio a voi immaginare…”, e io immagino: la tua Genova è piena di scale che salgono verso panorami mozzafiato, questa scaletta invece scende, ma deve averti lo stesso tolto il respiro…
Eccome, che emozione, non si sa descrivere! Poi là sotto il locale è molto grande. Dai, detto tra noi, caro Sergio, spero che i fratelli Mojon siano contenti di questo mio piccolo omaggio… mi conosci e sai che lo penso davvero. Grazie, buon pomeriggio a te.
C’è per caso un pavimento a scacchi?
Se ti riferisci al locale sottostante non ci sono stata.
Concordo con Stravagaria!
Eliana, grazie di cuore.
E’ eccitante trovare tracce tangibili di storia e questa botola ha tutta l’aria di condurre in un luogo segreto ed importante!
Angelica, sì, è una cosa bellissma. Grazie cara, buon pomeriggio!
Dearest miss Fletcher, carissima amica, appena tornate in Olanda e già ci viene la voglia di venire a scoprire questo posto descritto da te! Ma ci vuole aspettare e per il momento godere dei luoghi imperdibili di Genova a traverso gli occhi tuoi, che è una gioia giornaliera! Grazie mille per le ore passate con te e la mamma. Grazie mille per aver farci scoprire la tua città affascinante con il mar mediterraneo sempre davanti a noi e con i suoi palazzi e i suoi caruggi ma anche per aver partecipato alle piccole conversazioni tra donne gentillissime nella Funicolare Zecca – Righi, andando a casa tua, per aver potuto sederci sulle sedie della tua fermata dell’autobus preferita e per aver potuto godere da voi della vera cucina genovese! Semplice ma anche così raffinata!
Arrivederci, baci e abbracci!!!
Els e Irene
Carissime, è stata una gioia vera avervi qui, spero tanto di rivedervi presto amiche care, un abbraccio grande a voi!
E sarà questa la stessa famiglia a cui venne intitolato il cosiddetto Viale Mojon? Avrà a che vedere?
Grazie per un’altra bellissima storia!
Sì, certo, la strada è dedicata a loro, in quanto in quella zona avevano dei terreni e una casa.
Grazie a te Amaia, felice che ti sia piaciuto.
Che dire Miss ! Interessantissima questa botola nel pavimento … Nell’ ottocento si faceva ampio ricorso a queste soluzioni anche come vie di fuga segrete… Oppure per ovviare al divieto di associazione …oggi con il mondo virtuale le cose sono un po’ cambiate …
Genova è piena di sorprese!
Ho letto tre volte l’articolo, tanto mi è piaciuto.
Spero tu dia retta a Stravagaria, sarebbe bellissimo, un libro!
Anna Maria, son senza parole, ieri mi ero fatta venire i dubbi che l’articolo fosse troppo lungo e tu mi scrivi che lo hai letto tre volte!
Grazie di cuore ❤
Ecco, io vado in brodo di giuggiole per queste cose. Meraviglioso!
Belle scoperte davvero! Grazie Katia.
Che bell’articolo! Ho frequentato per un periodo quella farmacia ma non pensavo avesse alle spalle una storia così interessante. Grazie miss Fletcher!
La nostra Genova è ricca di fantastici segreti.
Grazie Miriam benvenuta qui!
Che storia affascinante!
Grazie Paola, per me è stato emozionante scoprirla e scriverla.