C’è un presepe a Genova che è più suggestivo di qualunque altro, non conosce tempo né stagioni, potrete ammirarlo in qualunque periodo dell’anno.
E’ un presepe di caruggi che risale a molti secoli fa, lo vedrete passando in Via Orefici, al nr 47r come sovrapporta di una bottega di coltelleria c’è un antico presepe scolpito nel marmo, risale alla metà del ‘400 ed è attribuito a uno degli scultori della famiglia Gagini.
E questo è il presepe di Genova: l”adorazione dei Magi, nella città vecchia.
E c’è la capanna che ospita la Sacra Famiglia, al di sopra si può notare un pastore con le sue pecore.
Maria tiene in braccio Gesù mentre uno dei tre Re Magi si inginocchia davanti al Redentore.
Ci sono le donne a mani giunte, raccolte in preghiera.
E un angelo vola in cielo, vola sopra il mistero della nascita del Figlio di Dio.
E nel piccolo mondo operoso del presepe non manca chi lavora alacremente, in un bosco dagli alberi frondosi c’è un uomo alle prese con la potatura dei rami.
E poi movimento, rumori di zoccoli che battono sul terreno.
E sembra di vederla, questa folla di fedeli che accorre e si affretta verso il luogo dove Lui è nato.
Osservate gli abiti dei cavalieri, le selle e le bardature dei cavalli, uno di essi è chino a bere per saziare la propria sete.
E poi visi, sguardi, stupori e parole che riusciamo a immaginare.
Questo accade quando il freddo marmo viene tramutato da mani sapienti in un’opera d’arte di incomparabile bellezza.
Mentre andate per caruggi soffermatevi in Via Orefici, davanti all’Adorazione dei Magi.
C’è sempre un gran via vai da quelle parti, soprattutto in questi giorni che precedono il Natale.
Alzate lo sguardo verso il piccolo presepe e vi accorgerete di non essere i soli a farlo, mentre scattavo queste fotografie accanto a me si sono fermate due signore, discutevano tra loro sui minuziosi dettagli racchiusi in quella raffinata cornice.
Un bambino venuto al mondo in una capanna, un presepe che non conosce tempo né stagioni.
E’ nel cuore vivo di Genova, nei caruggi della città vecchia.
Un altro meraviglioso pezzo d’arte di Genova! Un abbraccio!
Grazie E., un abbraccio a te!
….quante meraviglie si possono scoprire seguendoti….appena mi sarà possibile andrò in via Orefici….
Buona giornata Miss…
Grazie Gabriella, merita davvero e ci si passa sempre da Via Orefici.
Un abbraccio a te!
Questo lo conosco!
Un capolavoro!
Molto bello ed originale. Pensavo a quanto starebbe bene anche da me, come sovraporta.. quasi quasi sento le vostre Belle Arti e chiedo se me lo prestano! No, eh?? 🙂
No, direi di no! Un saluto Niko!
🙂 supponevo.. 😉
Ciao Carissima
Già l’esimio prof. Luigi Augusto Cervetto nella sua monumentale e introvabile opera sui Gaggini da Bissone edita nel 1903, ci conferma che nessun documento ci ha ancora svelato il nome dell’autore del bassorilievo in marmo esprimente l’Adorazione dei Magi, che in via degli Orefici ogni giorno, ogni momento attira sopra di sé l’attenzione dei passanti, forma l’orgoglio dei Genovesi ed è oggetto d’invidia da parte dei forestieri; ora, se non vogliamo essere così audaci da dichiararlo esplicitamente opera del nostro Bissone, certo non si troverà esagerata l’affermazione, che cioè questo bassorilievo ha nelle figure e negli intagli molta analogia con le sculture di Giovanni.
Ivi infatti eguali gli intagli degli alberi, rassomiglianti le figure dei pastori, identiche le pose delle pecore pascenti sui dirupi, che, si possono vedere nel bassorilievo scolpito dal nostro autore per il portale del palazzo D’Oria da S.Matteo.
In questo bassorilievo dei Magi, con i concetti del sommo Leonardo da Vinci, seguiti dai maestri lombardi, si appalesa un lungo studio, una profonda meditazione sulle opere che l’antichità e l’epoca di mezzo, avevano consacrate alla rappresentazione del grande mistero.
La vergine, come nelle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro sulla via Labicana, in quelle di Callisto e Domitilla, nei sarcofaghi del Laterano, nei mosaici di Ravenna, nel pulpito di Nicola Pisano, nel Battistero di Pisa, nel fregio romanico della porta di S.Andrea in Pistoia, presentasi seduta, avviluppata nel manto in atto d’amabile maestà e tenente sulle ginocchia il divin pargolo.
Una semplice tettoia, che, come nella composizione di Giotto, nella cappella degli Scrovegni a Padova, sembra stendersi a guisa di baldacchino, accoglie il gruppo della sacra famiglia.
Il più anziano dei Magi, non già come un principe di romana provincia tributario a Cesare, ma come fedele al neonato sul cui volto ha scintillato la stella svelatrice che segnò il solco luminoso del lungo cammino, prostrato
nella polvere si accosta al bambino per baciargli i piedi, mentre gli altri due, sollevando leggermente il coperchio dei vasi che sostenevano nelle mani e contenenti i simbolici doni, si preparano a seguire il devoto omaggio. Gruppi di cavalli e di servi, come nel bassorilievo scolpito da Nicolò Pisano nel pulpito della Cattedrale di Siena, arricchiscono la rappresentazione che si completa con alcuni pastori, i quali, sull’erta del sovrastante poggio, vigilando il gregge, dal fiato ai rusticali strumenti.
Semplice la scena, ma solenne l’atto in cui all’idilliaco Presepe pare s’unisca il canto festoso dell’Epifania.
Scena soave, che, se nell’insieme ancora serba l’impronta ingenua degli antichi tempi dell’arte, già va manifestando l’influsso che il rinascimento sta per recare all’arte sacra, cosichè se in questa rappresentazione non è del tutto scomparsa, l’austerità che l’Orgagna imprimeva nell’adorazione dei Magi nel tabernacolo di Or San Michele in Firenze, già di diffonde quella luce per cui si resero meravigliose le composizioni di Gentile da Fabriano, di Filippo Lippi, del Botticelli, del Ghirlandaio ed altri insigni che, traendo i costumi dalle Corti italiane, dai ricevimenti dogali, associarono alle umili figure dei pastori i principi, i magnifici signori togati circondati la mite persona della Madonna, che, nel sentimento di letizia, da cui mostrasi compresa, presenta il suo divin pargolo, il suo sacro tesoro, ai grandi venuti ad inchinarlo come Dio, come Re, come Uomo.
Mi sono permesso, di trascrivere la magistrale interpretazione di questo illustre prof. che ci ha lasciato testi di grande prestigio.
Questo volume me lo sono regalato circa trent’anni fa, oggi non potrei più permettermi un tale esborso.
Grazie carissima per saper scegliere sempre argomenti che esaltano il grande patrimonio genovese.
Eugenio
Eh, caro Eugenio, la tua biblioteca contiene libri preziosi, come questo.
Grazie di aver postato qui questo brano così dettagliato riguardo al sovrapporta, come sempre il tuo commento è ricco di informazioni interessanti, grazie Eugenio!
Carissima Miss, da quando ero piccola mi ricordo di aver ammirato quel meraviglioso presepe che resta lì tutto l’anno! Forse il mio “grande papà” me lo aveva segnalato ed io lo ricordo con infinito affetto, auguri di cuore a te e mamma, un abbraccio
E’ veramente unico questo presepe di caruggi.
Un abbraccio grande a te Mamma Orsa, ci vediamo presto!
bellissima questa informazione…ma quante ne saii?? ♥
ci passerò e ti penserò, grazie x questi doni ♥ ciao
Grazie a te Rosa, felice di farti scoprire angoli della nostra città!
Un bacione!
Questi sono gioielli inestimabili e per giunta alla visione di tutti. Ma che bello.
Sì, tanto!
Grazie Sandra, buona serata.
ma che bello! sabato ci farò un giro 🙂
Merita davvero Marta!
Un bacione a te!
niente da fare…qui non ci sono pecorelle da rovesciare
Ecco, hai visto? Finalmente stanno in piedi!
Ma è bellissimo! Questi presepi sono quelli che preferisco…dei veri gioielli. Un bacione
Grazie Viv, un bacione a te!
Bellissimo. Un presepe così non l’avevo mai visto. Una cosa che mi piace molto dei presepi sono gli antichi mestieri che vengono raffigurati in modo impeccabile.
Ciao Miss!
E’ vero, uno dei grandi pregi dei presepi, creano un piccolo mondo reale.
Un bacione Tiptoe!
Miss, a volerci trovare un difetto, mancherebbe il laghetto fatto con lo specchio…
Soltanto quello, davvero!
Quando passi in zona facci caro Sergio, merita.
osservando il bassorilievo sopra il negozio del coltelliere, mi domandavo se per caso, quello esposto non sia una copia (davvero ben fatta se…) come quello di vicolo delle vigne, che è stato rimpiazzato, non da molto…
Non saprei, a dire il vero non mi risulta però non so. Buona giornata Dino, grazie.
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