E’ la primavera del 1837, a Londra giunge, per un soggiorno di qualche settimana, Mrs Eliza Dawson, vedova dell’avvocato Archibald Fletcher.
Eliza non è più nel fiore degli anni, è una signora ormai vicina alla settantina.
A Londra incontrerà persone interessanti, come lei stessa scriverà nella sua autobiografia dove si legge che un giorno le venne portata una lettera di presentazione scritta da una delle sue altolocate conoscenze, con quella missiva si raccomandava a Mrs Fletcher un italiano appena giunto a Londra.
E questo è il ricordo del loro primo incontro:
…a young italian who at that time was a friendless stranger in London.
I found in the drawing room a young, slim, dark italian gentleman of very prepossessing appereance.
He could not then speak English and I very imperfect French; but it was impossible not to be favourably impressed at once by his truth and his sadness.
…un giovane italiano che a quel tempo era uno straniero senza amici a Londra.
Trovai in salotto un giovane gentiluomo italiano, snello e bruno, di aspetto molto attraente.
A quell’epoca lui non sapeva l’inglese e il mio francese era molto imperfetto; ma era impossibile non essere subito favorevolmente impressionati dalla sua verità e dalla sua tristezza.
(Autobiography of Mrs Fletcher, with letters and other family memorials)
L’esule è un genovese, l’esule si batte per una causa e per degli ideali per i quali ancora ricordiamo il suo nome, l’esule è Giuseppe Mazzini.
Immagine tratta da “Della Vita di Giuseppe Mazzini” di Jessie White Mario
volume di mia proprietà
Eliza lo ascolta, lui non cerca di suscitare la sua compassione, le dice che vorrebbe avere accesso a una pubblica biblioteca per poter approfondire certi suoi studi.
Eliza lo osserva, è scossa, lo trova ombroso e cupo, lo vede così profondamente vicino alla disperazione tanto da temere che il giovane possa commettere un suicidio.
E cosa fa la gentildonna inglese?
Forte della sua saggezza e della sua esperienza scrive a Mazzini una lettera con la quale lo esorta a resistere alle difficoltà della vita e a mettere a frutto i suoi talenti e la sua forza interiore.
La risposta che riceverà sarà l’inizio di una nuova amicizia: da quel giorno, come lei stessa scrive, si incontreranno nuovamente.
Di lui Eliza apprezza la dedizione e la grandezza d’animo, la colpirà apprendere che l’esule si occupa dei bambini italiani a Londra, quei suonatori di organetto ceduti come schiavi dai loro parenti, per questi piccini Mazzini aprì la scuola di Hatton Garden della quale vi ho già parlato in questo articolo.
La scuola di Hatton Garden
Immagine tratta da “Della Vita di Giuseppe Mazzini” di Jessie White Mario
volume di mia proprietà
Thus he became added to my list of heroes, così egli venne aggiunto alla mia lista degli eroi, scrive Eliza.
Ed è per le virtù del suo autore che le lettere del patriota vennero incluse nell’epistolario di famiglia, perché i discendenti di Mrs Fletcher potessero comprendere la ragione della ammirazione di Eliza per lui.
Ma cosa scrive Mazzini a Eliza nella sua prima missiva?
Cerca di spiegare a lei il suo stato d’animo, tenta di chiarire un malinteso, lui non ha mai pensato di togliersi la vita e così le scrive:
I am naturally triste, I am rendered more so by my position, by what I have suffered.
Io sono naturalmente triste, ancor più triste mi rende la mia posizione, ciò che ho sofferto.
Fotografia esposta al Mueo del Risorgimento – Istituto Mazziniano
E lo incupisce il pensiero della sofferenza causata alle persone amate.
C’è poi una considerazione che svela la sua grandezza e la sua personalità, sono parole che riguardano il senso della vita, i suoi scopi e certe priorità.
Despair, neutralizing activity, appears to me the highest point of selfishness. He who despairs of things and of men, and whom despair makes inactive or leads to quit life, is a man who has wished only to enjoy, and has made that his chief thought; not being able to do that, he destroys his life, either morally or materially, as the child does its plaything. Now, I do not consider life a game, but a very serious thing : it is an office to be fulfilled in the world.
La disperazione, attività neutralizzante, mi sembra il colmo dell’egoismo. Colui che dispera delle cose e degli uomini, e che dalla disperazione è reso inattivo o conduce una vita inerte, è un uomo che ha desiderato soltanto il godimento e ha fatto di questo il suo pensiero dominante; non potendo realizzarlo, distrugge la propria esistenza, moralmente o materialmente, come fa un bambino con il proprio giocattolo.
Ora, io non considero la vita un gioco, ma una cosa molto seria: è una missione che dobbiamo esercitare nel mondo.
It is virtue, and not happiness, which ought to be the aim of life.
E’ la virtù e non la felicità, che dovrebbe essere lo scopo della vita.
(Giuseppe Mazzini a Mrs Eliza Fletcher;
Edizione Nazionale degli Scritti di Mazzini, vol. XII).
Sono parole che si sentono raramente ai nostri tempi, quante volte sentite pronunciare la parola virtù?
In questa lettere si trova la grandezza di tutte le idee di Mazzini e la vera fede nel suo credo, lui rassicura la sua nuova amica, le scrive che è ben distante dal senso di disperazione, tra i suoi propositi c’è quello di far conoscere agli inglesi la condizione dell’Italia e le sue prospettive future, accenna anche a una sua prossima collaborazione con la rivista Le Monde.
Cimitero Monumentale di Staglieno, tomba di Giuseppe Mazzini
Conoscevo la storia di Eliza e la sua autobiografia ma vorrei raccontarvi come questa lettera sia arrivata tra le mie mani.
Un giorno ho ricevuto una mail che si apriva con queste parole: Dear Miss Fletcher.
Me l’ha inviata la Dottoressa Raffaella Ponte, direttrice del Museo del Risorgimento, la quale mi scriveva che la Dottoressa Bertuzzi, referente per la Didattica del Museo, leggendo il mio blog si era ricordata di Eliza Fletcher.
Che curiosa e piacevole omonimia, è vero?
Il libro nel quale sono raccolte le lettere di Mazzini si trova nella Biblioteca del Museo del Risorgimento, ringrazio la Dottoressa Ponte e la Dottoressa Bertuzzi per la loro cortese attenzione, per aver pensato a me e per avermi invitato la lettera di Mazzini alla sua amica inglese, vorrei che avessero visto il mio sorriso quando ho letto il nome di Eliza Fletcher.
Lei, l’amica inglese di Mazzini, ebbe cura del giovane patriota italiano, lo presentò al poeta Thomas Campbell e gli fece avere un permesso di libera entrata alle sale di lettura della biblioteca del British Museum.
E tramandò ai posteri il suo ricordo di lui in quell’autobiografia dove di lui si leggono queste parole, the prophet of the future unity of Italy, Giuseppe Mazzini.
Monumento a Giuseppe Mazzini, Piazza Corvetto
Molto interessante, sono andata a leggere anche il post sulla scuola…sono cose che purtroppo nei libri di testo non ci sono….
Lo so ed è davvero un peccato, queste vicende dovrebbero essere raccontate sui libri di testo, restituirebbero un diversa immagine di Mazzini, mi dispiace molto che non sia così.
Grazie Gabriella, mi fa piacere che tu abbia letto questo articolo.
Buona giornata.
Ci proponi sempre dei racconti bellissimi.
Stefy
Grazie Stefy, ne sono felice.
La vera passione viene riconosciuta da chi la coltiva in prima persona e non mi stupisce che abbiano voluto farti una così gradita cortesia. 🙂 un bacione
Sì, è stata proprio una cosa molto belle Viv, ne sono proprio contenta.
Grazie, buona serata a te.
Grazie sono monotona ma ogni post e’ interessante.
Grazie a te Laura, io sono molto felice che tu me lo scriva, davvero.
E’ la vita vera ad essere una rocambolesca serie di avventure, in fondo.
Buona serata a te!
Se i libri di scuola li scrivessi tu, cara Miss, la Storia si studierebbe molto più volentieri! 😀
Che cosa bella mi hai scritto cara Pendolo, grazie di cuore!
E io ringrazio te che fai ricerche di cui noi godiamo
Grazie a te Pendolante, è una gioia condividere i miei interessi con voi.
Un abbraccio!
Tutto quello che ti arriva di buono e gradito, è meritato, stanne certa!
E grazie per l’attenzione che dedichi alla figura di Mazzini: il suo pensiero è sempre attuale, chissà cosa direbbe e scriverebbe oggi, se fosse vivo……
Grazie a te delle tue belle parole, cara Isabella.
Mazzini è una figura particolare che mi affascina da sempre, per la protervia e la forza delle sue idee, mi fa piacere che questi post siano così apprezzati.
Anchh’io spesso mi domando cosa direbbe di noi se vivesse ai nostri tempi…
Decisamente non esistono piu’ uomini cosi’!!!!!!!!Quando mai sentiamo parlare di virtu’ al giorno d’oggi?!!!!!!!!!!
Infatti, non mi sembra proprio di averla mai sentita questa parola…proprio mai!
Le coincidenze non esistono, ma è come se l’Universo avesse a cuore i nostri interessi e facesse sì che degli avvenimenti si compiano in modi che noi non ci saremmo mai sognati. Grande Miss! ❤
Sì, io sono davvero contenta di aver portato qui la storia di Eliza e il suo carteggio con Mazzini.
Grazie Anna Maria!
Se la storia fosse raccontata come fai tu, gli studenti eccellerebbero tutti in questa materia.
Grazie Speranza, mi hai scritto una cosa bellissima.
Un abbraccio a te!
Miss, ogni tuo post che ha per argomento Mazzini, contribuisce a farmelo diventare simpatico…