Questa è la disavventura di Gio Batta che se ne venne a Genova da Masone.
Accadde nel mese di settembre del lontano 1914 e provate a immaginare il nostro Gio Batta: lui doveva essere un uomo laborioso e instancabile, onesto e genuino, uno che a Masone probabilmente c’era nato e secondo me amava pure rimanerci.
Sapete, alcuni non son fatti per il frastuono e il trambusto della città, taluni amano il silenzio dei boschi e la quiete dei prati ed io ci giurerei, il nostro Gio Batta era uno di questi.
Inoltre da buon contadino egli conosceva certi segreti che mai avrebbe svelato ad orecchie indiscrete, ad esempio sapeva bene dove raccogliere i funghi.
E così, in un bel giorno di settembre, il nostro se ne arrivò a Genova di buon mattino con la sua cesta colma di profumati funghi da vendere.
E con sua grande soddisfazione Gio Batta riuscì nell’impresa, la vendita dei funghi gli fruttò un bel gruzzoletto.
In cuor suo davvero non vedeva l’ora di tornarsene nella sua Masone ma purtroppo la stanchezza del viaggio lo tradì!
Gio Batta pensò così di riposarsi un po’ prima di tornare al suo paesello e si appisolò nei giardini che all’epoca c’erano a Caricamento.
Eh, poverino, la notizia finì persino sul giornale ed è pubblicata su Il Lavoro del 16 Settembre del 1914.
E il giornalista scrive, con un certo rammarico, che il povero Gio Batta si addormentò proprio là a Caricamento e uno sconosciuto gli sottrasse il portafoglio dove erano riposte ben 55 Lire.
Immaginate l’amarezza di Gio Batta al suo risveglio!
E così finì la brutta disavventura di Gio Batta che se ne tornò sconsolato al suo paese senza i funghi e senza i soldi, lui che era arrivato in città e, come scrive il cronista, credeva che Genova fosse come Masone dove si dice che siano tutti galantuomini.
Miss, povero Gio Batta… malgrado il detto, “tutto il mondo è paese”, Genova non era come Masone…
Ma povero davvero, con i suoi funghi perduti e la sua delusione!
E meschin u Gio Batta….tanta fatiga pe’ ninte ….
Cara, hai trovato le parole perfette!
Se mi dai il suo IBAN, rimborso io il povero Gio Batta! Deve sapere che esistono anche genovesi galantuomini!
Mauro, sei un grande! Povero Gio Batta, a leggere la sua storia mi sono intenerita anche io!
Si può anche azzardare un…”corsi e ricorsi storici”? Eh si, credo che la borsa si debba tenere ben stretta, sempre e comunque!
Un baciotto e buon pomeriggio domenicale
Susanna
Hai ragione Susanna, meglio stare attenti, sempre.
Chissà a quanto ammontavano le sue 55 lire, doveva essere un bel gruzzolo! Baci cara, arrivo tardi oggi ma mi sono dispersa al di fuori del web…
E doveva essere un bel gruzzolo sì, aggiungici la fatica di raccogliere i funghi!
Baci a te cara, spero che tu abbia passato una bella domenica.
Povero … come si fa a non immedesimarsi?
Povero, che sfortunato!
..i funghi di settembre! In casa mia tutti cercatori di funghi … Guai a venderli! Si regalavano ad amici e parenti sopra centrini
di foglie di castagno… Poi la sera della provvida raccolta, grandi e piccini tutti pulire dal terriccio e tagliare in sottili strisce i porcini piu’ vecchi per metterli a seccare al sole .. …un intenso qmprofumo di fungo esalava per la casa … questo settembre dopo tanti anni e’ tornata, per per qualche giorno, quella magica atmosfera e quell’ odore di bosco funghito ….
Anche qui si amano i funghi 🙂
anche a quell’epoca la differenza tra paesini di campagna e metropoli si faceva sentire. Che sfortuna il poveretto!
Bellissima l’immagine storica! 😉
Eh sì, poverino, mi ha fatto tenerezza!
calcolando la rivalutazione sarebbero circa 220 euro attuali
Una bella cifretta! Benvenuto qui e grazie dell’osservazione!