Accade così, gironzolando nei caruggi gli occhi trovano spesso l’immagine cara della Madonna, avvolta nel suo manto e ospitata in quelle edicole che adornano palazzi vetusti della città vecchia.
Sono statue protese sui passanti, mani giunte o braccia aperte in un gesto mistico e accogliente ma Maria non è la sola ad essere rappresentata nelle strade di Genova, anche i santi trovano posto negli angoli antichi e in certe nicchie.
A esempio provate a recarvi in Vico del Rosario, un vicoletto breve che si percorre con pochi passi e unisce Via della Maddalena e Piazza Inferiore di Pellicceria, sono quei caruggi dove si respira ancora la lunga storia di questa città.
E lassù ecco la figura di Sant’Antonio Abate.
Incisa sul marmo che sovrasta il portone si legge anche questa scritta: restaurata anno 1787.
E quando si trovano testimonianze come queste il mio pensiero va subito alle mani di abili artigiani che sfiorarono e toccarono questi marmi per prendersene cura: da quei restauri sono trascorsi più di 230 anni e noi ancora osserviamo questo antico portale.
Si potrebbe anche provare a immaginare i volti di tutti coloro che varcarono questa soglia e solo in questo breve tratto di strada potremmo scrivere un romanzo infinito di amore e di gloria, di cadute e trionfi, le vite si susseguono e se ci pensate ognuna è un libro di avventure.
Coloro che a vario titolo e in diverse epoche si ritrovarono in questo tratto di Vico del Rosario forse alzarono gli occhi e lessero le parole indirizzate a Sant’Antonio che anche voi potete vedere: defende nos ab igne e cioè difendici dal fuoco.
A quali fiamme si riferirà questa incisione?
Forse potrebbero facilmente essere quelle dell’Inferno in quanto di Sant’Antonio Abate si narra che si sia recato laggiù proprio per sottrarre a quel fuoco terribile le dolenti anime dei peccatori.
Tuttavia occorre anche ricordare che il Santo protegge coloro che soffrono di quella malattia nota appunto come Fuoco di Sant’Antonio.
L’antica statua pare poi mancante di un pezzo, lo si evince osservando i dettagli della mano sinistra.
Sant’Antonio Abate viene in genere rappresentato mentre regge la Croce a Tau e forse potrebbe essere questo l’oggetto che la statua teneva in una mano.
Sotto a questo cielo uguale a quello che guardarono tutti coloro che sono venuti prima di noi e se ci pensate questa è una cosa in qualche modo straordinaria.
Là resta la mistica figura di Sant’Antonio Abate, nella confortevole penombra di Vico del Rosario.
Miss, presumo che la protezione contro l’herpes zoster non riguardi solo chi abita in quel portone, ma comprenda pure il breve caruggio, dotato già di un nome discretamente protettivo…
Decisamente sì, caro Sergio, tra l’altro è un vicoletto così breve, ti ci porterò!
La posa del Santo è quella di un combattente, persino senza brandire la croce. Un altro piccolo gioiello dei tuoi amati vicoli… un bacione cara!
Uh, che attenta osservatrice sei, direi che è la definizione perfetta, grande Viv.
Un bacione a te cara, grazie!
Nulla sfugge ai tuoi super-occhi e…meno male! Così possiamo goderne anche noi.
Un abbraccio e buon inizio di settimana
Susanna
Grazie Susanna, un abbraccio anche a te!
riesci sempre a vedere oltre la banalità di uno sguardo fugace, valorizzando la nostra amata Genova 😉
Grazie Max, troppo gentile!
belli questi ritagli di cielo
Grazie Simone!
Del centro storico, oltre alle edicole, mi incantano i portoni, tutti opere d’arte
Sono d’accordo, sono spesso dei capolavori!
Consideriamo il porcellino un cinghialotto e speriamo che Sant’Antonio ci metta una pezza…
Giusto, cara!
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