È un giorno d’inverno del 1858 in una casa di Genova: è la dimora di un patriota di nome Gabriele Camozzi, bergamasco ed esule politico che è solito radunare in quelle sue stanze molti altri esuli presenti nella Superba.
Il 19 Dicembre di quel 1858, in occasione di una di quelle riunioni, si presenta anche un personaggio illustre: è Giuseppe Garibaldi, nella circostanza c’è anche Nino Bixio.
Garibaldi stringe mani, riscalda i cuori, tutti si avvicinano a lui.
Tra quelle persone c’è anche un rinomato poeta che risiede a Genova e insegna al Collegio delle Peschiere, con i suoi versi ha suggellato uno dei momenti più tragici della storia d’Italia: si tratta di Luigi Mercantini, autore della poesia La Spigolatrice di Sapri scritta in memoria di Carlo Pisacane e dei drammatici eventi della Spedizione di Sapri nella quale perì lo stesso Pisacane e con lui molti altri patrioti.
Garibaldi discorre con Mercantini, a lui chiede di comporre un canto per i suoi volontari: un canto per far ardere i cuori durante la battaglia e da intonare dopo la gloriosa vittoria.
Mercantini onorato accetta, Camozzi propone che sia la moglie del poeta, talentuosa pianista, a comporre la musica.
L’anno volge al termine e l’ultimo giorno di Dicembre gli esuli ancora si trovano a casa di Gabriele Camozzi.
Tutti attendono il volgere degli eventi e con impazienza aspettano di udire le parole prescelte da Mercantini e destinate ai volontari di Garibaldi.
Così, quando il poeta fa il suo ingresso, gli animi si scaldano e i cuori prendono a battere forti all’unisono mentre Mercantini pronuncia quei suoi versi che tutti voi certo conoscerete:
Si scopron le tombe, si levano i morti
I martiri nostri son tutti risorti!
Le spade nel pugno, gli allori alle chiome
La fiamma ed il nome d’Italia nel cor!
Uno scroscio di applausi accolse quelle parole, la signora Mercantini si mise al piano e fece sentire alcune note nella musica prescelta: a comporla non era poi stata lei, l’arduo compito era stato infatti affidato ad Alessio Olivieri, capobanda della Brigata Savoia.
L’evento è narrato con dovizia di particolari tra le pagine della rivista A Compagna del mese di Maggio del 1930.
Quel giorno, in quella dimora, riecheggiarono le parole di Mercantini e tutti i presenti si misero a cantare l’Inno.
Dopo lo sbarco di Marsala il canto patriottico prese il nome di Inno di Garibaldi, Mercantini aggiunse i versi finali sul finire del 1860.
Genova, città dei patrioti, conserva molte memorie di quei giorni gloriosi, anche se a volte i luoghi della storia vengono quasi dimenticati e su di essi si posa inesorabile il velo del tempo.
Luigi Mercantini dimorava in un edificio non più esistente in Via Dei Sansone, anche la casa del patriota Gabriele Camozzi ai nostri tempi non esiste più.
Trascorsero 50 anni dal giorno della partenza dei Mille, nel Maggio 1910 nella Superba si tennero speciali celebrazioni: tra le varie iniziative su quella dimora che un tempo fu casa del patriota Camozzi fu apposta una lastra commemorativa in memoria di quegli eventi.
Come già ho scritto la casa non esiste più, si trovava in Passo dello Zerbino e al suo posto oggi svetta questo edificio di recente costruzione.
La targa marmorea è stata conservata e affissa sul questo nuovo palazzo, tuttavia si trova molto in alto ed anche un po’ difficile da leggere.
Non so quanti genovesi conoscano questo edificio e questo marmo che ricorda un memorabile giorno del nostro passato, io credo sempre che questi luoghi andrebbero valorizzati nella loro vera unicità, senza inutili orpelli e nel rispetto della storia passata.
Trascrivo così per voi i versi scolpiti nel marmo.
Quando vi trovate in Passo dello Zerbino alzate lo sguardo: là passò anche l’Eroe dei Due Mondi, là il poeta Luigi Mercantini declamò davanti a un pubblico di ferventi patrioti L’Inno di Garibaldi.
QUI IN CASA DI GABRIELE CAMOZZI
CAPO DELLA RIVOLUZIONE DELLE VALLI BERGAMASCHE
NEL 1848-49
SOCCORRITORE DI BRESCIA EROICA AGONIZZANTE
LUIGI MERCANTINI
COMPAGNO D’ESILIO A DANIELE MANIN
CANTORE DI TITO SPERI DI CARLO PISACANE
NEL DICEMBRE 1858
PROVAVA L’INNO DA LUI COMPOSTO
PER INCARICO DEL DUCE
E MUSICATO DAL GENOVESE ALESSIO OLIVIERI
PERCHÉ INFIAMMASSE LE ROSSI COORTI NELLA PUGNA
CONTRO I SECOLARI OPPRESSORI D’ITALIA
E NE FOSSE IL PEANA
NEL RITORNO DALLA VITTORIA
——
A RICORDO A EDUCAZIONE DEL POPOLO
A GLORIA DELL’INGEGNO CONSACRATO ALLA PATRIA
IL MUNICIPIO DI GENOVA
NEL CINQUANTESIMO DALLA PARTENZA DEI MILLE.
——
LA LAPIDE PROVIENE DALLA VECCHIA CASA GIÀ ESISTENTE NELLO STESSO SITO.
Grazie, Miss L. Importanti questi richiami per il loro valore oggettivo, ancora maggiore se
si considera la scarsa abilità di noi genovesi nel ricordare figure e/o azioni rilevanti che hanno
trovato i natali nella nostra città.
Eh, non so darti torto, caro Vincenzo.
Grazie di cuore delle belle parole di apprezzamento, mi fanno molto piacere.
Cara Miss, in una pubblicazione ho trovato questa nota:” La stampa dell’inno fu curata dall’editore N. Armanino – che aveva una litografia a Genova – cugino di Nino Bixio, al quale, dopo aver distrutto le matrici, furono consegnate tutte le copie prodotte. Fu stampato in quattro pagine compreso il frontespizio con il titolo Inno nazionale e i proventi della vendita sarebbero serviti per la causa italiana”. Un caro saluto.
Spettacolo, il tuo antenato era sempre presente nei momenti importanti.
Grazie di cuore cara, questo commento arricchisce il mio post con una notizia bella e curiosa.
Un abbraccio!
Miss, ricordo molto bene quei primi versi cantati da mio padre…
Memorabili, caro Sergio! Buona giornata a te!
Mi piace Miss il tuo patriottismo sopratutto in questi tempi in cui una certa area politica rosseggiante deride il Risorgimento, la Prima Guerra Mondiale e cose simili. Invece dobbiamo capire che se fatti bene o male esistono degli “italiani” lo dobbiamo a Eroi e Martiri di allora. Brava Miss un abbraccio e un saluto a tutti i navigatori del sito!
Eh sì, poi certo non tutto era perfetto anche in quell’epoca però le pagine del Risorgimento sono per me sempre appassionanti e intense.
Grazie Mario, di cuore, buon pomeriggio a te!
Completamente d’accordo.
Poi la Prima Guerra Mondiale per l’Italia è in realtà la Quarta Guerra d’Indipendenza: Trento e Trieste mancavano per completare il paese.
Mi cospargo il capo di cenere ma non ho mai sentito quest’inno e non sapevo nemmeno che esistesse. Se il papà del tuo commentatore ne cantava i primi versi evidentemente non deve essere così sconosciuto… brava tu a riportarlo alla memoria e a farlo conoscere. Bacioni!
Sì, è piuttosto famoso, cara. Grazie a te delle tue belle parole, Viv, un bacio grande!
Noi che abbiamo fatto il liceo al Da Vinci lo conosciamo eccome 😉
Grazie Mauro, sono contenta che tu abbia letto questo post!
Storia eroica Miss di uomini virtuosi!
Chi non ricorda a memoria la Spigolatrice di Sapri?
Mi scende una lacrima,grazie Dear Miss per questo splendido articolo,che se non è tutto è un pezzo del cuore della Superba.
Grazie di cuore Mauro, i tuoi commenti sono sempre speciali!
Magnifico post, molto Risorgimentale! Brava!
Grazie di cuore Daniele, sono contenta che tu lo abbia letto!
Graçie pe avéi nominòu a Compagna: i articoli di primmi boletin én ‘na minea!
Grazie per aver citato la Compagna: gliu articoli dei primi bollettini sono una miniera!
Dovere, cara, quei bollettini sono davvero preziosi, come la rivista Genova, c’è davvero la storia della città.