In questi giorni d’estate, tra le montagne della Liguria e in particolare in Val Trebbia, si è svolta una competizione sportiva di grande rilievo: la 5 giorni degli Appennini.
Una gara di orienteering e cioè orientamento nei boschi, una disciplina che non conoscevo affatto e che annovera molti cultori appassionati.

E così sono arrivate persone da ogni parte del mondo, in paese si sono viste macchine provenienti da tutta l’Europa, a questo evento hanno partecipato più di 800 persone.
Queste le tappe: Rovegno, la Casa del Romano, i caruggi di Genova, Camogli, Fontanigorda e Pietranera.
Sono i miei posti, sono luoghi che conosco bene e che frequento da sempre.
E ieri gli orienteers sono arrivati a Fontanigorda per la loro gara.
Potevo mancare di parlare con alcuni di loro? Non sia mai!
E così ieri mattina sono salita al Bosco delle Fate dove tutti loro erano riuniti in attesa di salire sui monti.

Tante nazionalità e tante lingue diverse per una competizione all’insegna dell’amore per la natura e per i boschi.

Zaini, attrezzature e seggiolini pieghevoli per sedersi all’ombra degli alberi.

E subito ho incontrato lei, il suo nome è Anna Bisceglia e viene da Lugano, dalla vicina Svizzera.
E Anna mi ha raccontato lo spirito dell’orienteering, uno sport che unisce le persone.
Si corre tutti insieme, tra gli alberi, il campione gareggia accanto all’amatore.
E a lei ho chiesto le sue impressioni sulla nostra Liguria e su questo entroterra.
Anna mi ha detto che per lei Liguria significa mare e che queste montagne sono stata una sorta di sorpresa, a lei ricordano quelle del suo Ticino.
E il mio pensiero è andato a questo nostro territorio che merita davvero di essere messo più in risalto e di essere conosciuto.
E ancora ad Anna ho chiesto cosa pensa di Genova e lei ha usato uno degli aggettivi più belli che si possano scegliere: intrigante.
Eccola qua Anna, sorridente insieme a un compagno del suo gruppo, Paolo Bianchi.

E con loro c’era anche lui, Thomas Hiltebrand, ha 58 anni ed è campione Master 2006 nella categoria H 50.
E’ stato 5 anni nella Nazionale svizzera, 10 anni allenatore in selezione regionale e altri 6 anni allenatore della Nazionale Svizzera.
Una vera autorità in materia, un vero appassionato.
Ed eccolo qui, seduto al Bosco delle Fate.
E cosa pensa Thomas della mia Genova? Il traffico è caotico ma la città è più bella di quel che si aspettava, a lui ricorda Venezia.

Andiamo avanti, passeggiamo sotto gli alberi da dove tutti partiranno.

Questa è una manifestazione bella, colorata e allegra.
Ci sono ragazzini, mamme con i bambini, persone di una certa età, tanti giovani.
Belle facce e sguardi puliti.
E ovunque tutto ciò che a loro serve per esercitare l’orienteering.

E nell’attesa i bambini vanno sui giochi e si spingono sull’altalena.
Oh, ho anche visto un piccolissimo orienteer, era un piccino che gattonava per terra e andava come un treno, quel bambino ha un futuro, ne sono più che certa!

Ecco i cartelloni con indicazioni preziose per i partecipanti.

Ci si ferma a leggere, in attesa della partenza.

E sugli alberi c’è chi esibisce il proprio amor patrio.
E io davvero non l’avevo mai vista la bandiera dell’Australia appesa a un ramo al Bosco delle Fate!

Zaini, bottiglie, scarpe e ancora un’altra bandiera, questa volta austriaca, ognuno ha la propria.

E poi sono arrivata allo Scoiattolo dove ci sono tavoli e panche di legno, dove tra tante persone ho trovato una simpatica famiglia scandinava, sono finlandesi e abitano a Espoo, vicino ad Helsinki.
E allora ho fatto una chiacchierata con lei, una giovane donna di nome Mepa.

Un bel gruppo di sette persone, molto amanti dell’Italia, delle sue bellezze e della sua buona cucina, dell’atmosfera e del relax che offre un’attività sportiva come l’orienteering in posti come questo.
E lei, Mepa, era entusiasta di questi boschi e ha detto una frase tanto semplice quanto significativa: in posti così non ci si arriva perché non li si conosce.
Lei pratica questo sport da 14 anni e questa era la sua sesta volta nel nostro paese per le gare di orienteering.

Quando gli stranieri parlano di noi lo fanno in maniera generosa e gentile, così è stato anche questa volta.
E Mepa ha detto di apprezzare quel lato del nostro carattere che ci fa essere così espansivi, il nostro desiderio di comunicare che si riscontra anche in chi non sa parlare in inglese e tenta comunque di farsi comprendere.
Talkative, così ci ha definiti.
Ha detto che le è piaciuta Nervi e il suo mare, Monterosso e le suggestioni di quell’angolo di costa unico al mondo.
E ancora, la sua tappa preferita della 5 giorni dell’Appennino è stata la Casa del Romano, con quel panorama mozzafiato che si gode da lassù.
E Genova? Com’è stato fare orienteering nei caruggi?
Per lei è stato come trovarsi in un labirinto ma sapete cosa ha detto Mepa?
Tutto sommato non era neppure tanto caldo grazie a quelle case così alte!
Ve lo dico sempre, vedete che ho ragione!
Le ho anche chiesto cosa non le è piaciuto di Genova ed ero davvero preparata a qualsiasi risposta.
I turisti sono generosi con noi, noi forse dovremmo esserlo di più con loro, non credete?
Beh, dalla Finlandia l’unica critica che è stata mossa alla Superba riguardava nuovamente il traffico caotico, pensate!
Ed eravamo lì, sedute sotto gli alberi.
Lei mi ha mostrato tutto ciò che occorre per orientarsi nei boschi.

E il foglietto con le varie mete, Mepa mi ha spiegato i simboli: il quadrato alla riga due significa rovina, il triangolo alla riga quattro è una pietra, alla riga sei c’è il simbolo dell’albero.

E gli orienteers portano questo foglietto fermato sul braccio.

E poi hanno questo altro strumento del quale ignoro il nome che usano quando raggiungono una delle destinazioni.

Una bella famiglia di persone sorridenti e piacevoli, la più grande è Rachel ed ha 81 anni, la più giovane ne ha solo dieci, si chiama Emmi e ha i capelli biondissimi e due occhi grandi come laghi.

Uno sport che unisce e che raccoglie persone di diversi paesi, in un bosco della Valtrebbia.
Un bel momento di condivisione tra persone unite da una passione comune.
E tutte le lingue del mondo, al Bosco delle Fate.

Ecco ancora i foglietti che ogni partecipante deve avere.

I tronchi, le foglie verdi, il cielo azzurro.
Una mattinata tersa e ventilata, la Liguria è stata gentile con gli orienteers nel giorno della loro competizione fontanigordese.

E poi su, al campo da pallone, questo il punto di partenza e di arrivo della gara.

Ho visto arrivare due ragazze, di corsa, di gran carriera, rosse in viso ma felici.

E chiunque sia il vincitore, sappiate che io ho tifato per il gruppo ticinese e per la famiglia finlandese, ho parlato con loro ed ho trovato proprio delle belle persone: disponibili, gradevoli, sorridenti e aperte alla vita.
E sapete cosa penso? Se avessi parlato con i russi o con i francesi sarebbe stato lo stesso, dev’essere questo vivere in comunione con la natura a rendere le persone così solari e piacevoli.
Nel pomeriggio gli orienteers hanno lasciato Fontanigorda, oggi è il giorno della Finale a Pietra Nera.
La 5 giorni degli Appennini è stata una splendida iniziativa che ha portato in Val Trebbia persone provenienti da molte nazioni.
Ed è così che deve essere, queste zone meritano di essere conosciute, eventi come questo valorizzano il territorio e questo entroterra ricco e fecondo, tra monti e fiumi che gorgogliano tra le valli.
E’ così che il profumo di questi boschi e di questi prati va oltre i nostri confini, rimanendo nella memoria di chi li ha veduti e li ha vissuti correndo tra gli alberi in una giornata di luglio.
