Dalla Liguria all’Emilia, lungo il Trebbia

Da una terra all’altra, mutando orizzonte e panorama, se segui il corso del Trebbia dalla Liguria giungerai in Emilia e potrai cogliere tutte le differenze tra queste due regioni.
Segui il fiume, il suo corso si snoda tra i boschi.

Trebbia (2)

Verde e azzurro di acqua limpida, il Trebbia è il paradiso dei pescatori.

Trebbia (3)

Là, sotto al ponte di Rovegno, l’acqua scivola e danza sui sassi lisci.

Trebbia (4)

Un viaggio che ti condurrà lontano.

Trebbia (5)

In un prodigio di ombre e riflessi, in certe ore del giorno.

Trebbia (5a)

Segui la Statale 45, verso Piacenza, tra curve funamboliche.

Statale 45

Il profilo delle montagne e l’ultimo baluardo di Liguria, Gorreto.

Gorreto

E ancora il Trebbia con i suoi riflessi d’azzurro, fugge e si perde nel verde brillante dell’estate.
A poca distanza da qui inizia la terra d’Emilia.

Trebbia (6)

E quelli che amano guidare qui si divertono un mondo, sapete?
E si sale, tra curve e strapiombi, nel luogo più scenografico del corso del fiume.

Trebbia (7)

E sono laghetti di acqua fresca e pura che fanno da specchio a nuvole fugaci.

Trebbia (8)

E sassi chiari e rocce e vegetazione per uno scenario di una bellezza da mozzare il fiato.

Trebbia (8a)

La strada prediletta da ciclisti e motociclisti si snoda sinuosa tra le montagne e sovrasta il Trebbia.

Statale 45 (2)

Natura semplice e incontaminata.

Trebbia (9)

Meta di bagnanti che al mare preferiscono queste rive.

Trebbia (10)

E poi guarda, accade come all’improvviso.
Già senti l’aria più calda, mentre ti avvicini a Piacenza la temperatura sale, non si sente più quel fresco frizzantino tipico dei miei posti.
E’ caldo, davvero un altro clima.

Trebbia (11)

E poi guarda, accade come d’improvviso.
Il letto del fiume diventa più ampio, più dolce è il panorama sullo sfondo.
Meandri, anse e ancora boschi.

Trebbia (12)

Avrai ancora chilometri da percorrere ma  poi guarda in su, verso la Rocca di Brugnello che domina il Trebbia.

Brugnello

E ancora, ancora più lontano, questa è Bobbio, la terra di San Colombano.

Bobbio

Guarda, guarda come muta la prospettiva davanti al tuo sguardo, è sempre più piana e meno frastagliata.

Trebbia (13)

Cartoline dall’Emilia, il panorama è un susseguirsi di campi e di vigne, di coltivazioni e di prati curatissimi.

Emilia

Dolci declivi, languide colline, una nuova terra, così diversa dalla Val Trebbia ligure.

Emilia (2)

Colori che si incontrano, in contrasto e in armonia.

Emilia (3)

E intanto il Trebbia scorre, si snoda verso la nostra meta, in questo viaggio generoso di bellezze e di spettacoli della natura.
Dalla Liguria all’Emilia, lungo il Trebbia.

Trebbia (14)

Uccelli degli orti e dei boschi

Qui in campagna, oltre alle rondini, si incontrano diversi simpatici pennuti, c’è una stradina circondata da orti e da alberi da frutta, là ad ogni ora del giorno è un continuo cinguettio!
E per l’appunto, quanto si ha un orto, immagino che si preveda di avere ospiti molto spesso, in particolare all’ora di pranzo.

Uccellino (8)

Toh, come sarà la situazione? Qui secondo me qualcosa di buono si trova!

Uccellino (2)

E infatti, totalmente incurante della mia vicinanza, l’uccellino in questione ha iniziato a banchettare.

Uccellino (4)

Strano, in genere quando si accorgono che c’è qualcuno nei paraggi se la battono!
Si vede che il cibo era troppo invitante per abbandonare la presa.

Uccellino (5)

Ecco, poi come da copione ha assunto un’espressione innocente proprio come dire: io non ho fatto niente!
Vaglielo a dire al padrone dell’orto!

Uccellino (3)

Nei boschi, in estate, si trovano inconsuete meraviglie: le piume degli uccelli.
Le perdono in volo, planano leggere tra le foglie degli alberi e si posano sull’erba, io quando le trovo le raccolgo sempre.

Piuma

E quest’anno sono stata fortunata, ne ho già aggiunte due alla mia piccola collezione.
Questa è andata a far compagnia ad una simile, vista la lieve sfumatura d’azzurro penso di sapere a chi potrebbe appartenere.

Piuma (2)

Sì, secondo me è della ghiandaia, altra rinomata ladra di frutta!

Ghiandaia (3)

Pure lei si acquatta nell’erba e cerca di far l’indifferente, è un vizio!

Ghiandaia

Un paio di giorni fa poi, al margine di un fitto bosco di castagni, a terra sul sentiero ho visto una piuma meravigliosa.
E di chi sarà?
Ecco, in questi casi è sempre bene rivolgersi a chi ne sa più di te, così sono andata a casa del signor Agostino, 87 anni di saggezza e di esperienze.
E lui ha detto che questa piuma potrebbe essere di un falchetto o di un gufo reale.

Piuma

I falchi li vedo librarsi sopra le cime degli alberi ma il gufo?
Eh, dura avvistarlo, come si sa esce di notte e di giorno se ne sta nei tronchi cavi degli alberi, ora non so se sia il caso di andarci a sbirciare dentro.
In ogni caso, nel verde dell’estate, qui la compagnia non manca, nei boschi, negli orti e sugli steccati si incontrano sempre tipi interessanti.

Uccellino

Fontanigorda, salendo verso il Pan di Zucchero

Scorrendo le mie foto mi è capitato di pensare all’estate che verrà.
Cosa ci attende in questo nuovo anno?
Come ricorderete nel 2014 i mesi del solleone ci hanno riservato un clima spesso capriccioso e mutevole, così una delle mie passeggiate è stata accompagnata da un alternarsi di nuvole e sole.
Sono andata lassù, sul Pan di Zucchero, da lì si gode della migliore veduta su Fontanigorda, il paesino delle mie vacanze.

Fontanigorda

E per arrivarci si affronta una breve e piacevole camminata, vi circonda la natura selvatica che nasce rigogliosa tra la roccia.

Fontanigorda (2)

E rami carichi di bacche rosse.

Fontanigorda (3)

Attenti alle spine, io ci finisco sempre in mezzo.

Fontanigorda (4)

E qui ho incontrato un verdissimo ramarro, uno di quei personaggi che vanno di fretta e infatti mi è sfuggito subito, neanche il tempo di far amicizia, insomma.
Fiori, colori, profumo di erba e di bosco.

Fontanigorda (5)

E felci alte e ondeggianti.

Fontanigorda (6)

Cornice perfetta del panorama che ti si apre davanti agli occhi, la dolcezza dei monti e le nuvole che corrono in cielo.

Fontanigorda (8)

E alberi, li immagino adesso nella stagione del freddo, coperti di neve e di ghiaccio.

Fontanigorda (9)

E foglie, da piccola sognavo di fare un mio piccolo erbario, direi che sono ancora in tempo.

Fontanigorda (11)

E aria densa di suoni incantati e profumi di resine, rischiarata da raggi di sole che improvvisi compaiono per poi svanire altrettanto in fretta.

Fontanigorda (12)

E attorno a te i monti.

Fontanigorda (10)

Lassù ho incontrato farfalle avventurose sprofondate tra i fili d’erba, chissà cosa andavano cercando.

Fontanigorda (13)

Ed altre invece così lievi, posate sui fiori, la natura non conosce imperfezioni.

Fontanigorda (14)

E more acerbe, non era ancora giunto il loro tempo.

Fontanigorda (15)

Su ogni ramo una piccola, nuova meraviglia.

Fontanigorda (16)

E ancora rosso vermiglio, acceso e vitale.

Fontanigorda (16a)

Pensando all’estate che verrà, ai posti dove tornerò, al Pan di Zucchero, ai monti, ai boschi e ai ruscelli immersi nella pace della Val Trebbia.

Fontanigorda (17)

Fontanigorda e le dolcezze dell’estate

Ed è giunto il tempo di ritornare a Genova, lascio le montagne e il mio piccolo paesino in Val Trebbia, l’estate è volata via ed è stata una bella e piacevole, malgrado l’incostanza del clima, così saluto la mia dolce Fontanigorda, con il ricordo dei giorni trascorsi.

Fontanigorda (21)

Saluto gli alberi, non è ancora autunno ma già regna un magico silenzio, l’altra mattina mi sono fermata ad ascoltare il vento che faceva cantare le foglie.

Fontanigorda (9)

E anche quando il cielo si copre di nuvole ogni ora ha la sua bellezza e ovunque io mi trovi cerco lei, la bellezza.
Un saluto al fieno e al suo profumo.

Fontanigorda (13)

Luglio mi ha regalato le fragoline rosse e dolci.

Fontanigorda (22)

E la felicità di tornare a casa con un piccolo delizioso bottino!

Fontanigorda (7)

E poi i mirtilli, li raccogli e ti ritrovi le dita macchiate, piccole gioie delle passeggiate nei boschi.

Fontanigorda (16)

L’ortica mi ha fatto incontrare una famigliola di coccinelle, di loro devo ancora parlarvi!

Fontanigorda (19)

E mi sono goduta ogni raggio di sole che ha illuminato queste montagne.

Fontanigorda (17)

La rosa che ho scelto come mio simbolo continua a fiorire rigogliosa.

Fontanigorda (20)

E poi esiste anche la magia delle nuvole e il loro bianco candore, montagne, felci e alberi, è ancora bellezza.

Fontanigorda (14)

Pioggia, pioggia, pioggia.
Io però sono contenta comunque, appena torna il sereno corro fuori a cercare il sole nelle pozzanghere, sono un tipo così.

Fontanigorda (25)
E poi vado a guardare il cielo che si specchia nell’acqua pura del torrente.

Fontanigorda (10)

E poi la pioggia ci ha regalato i funghi, che bontà!

Porcini (2)

Non posso dimenticare certi tipetti davvero speciali che ho incontrato, vi ricorderete di loro!

Fontanigorda (24)

Il soggiorno a Fontanigorda è fatto di queste piccole semplici esperienze e di questa dolce pigrizia estiva.

Fontanigorda (3)

E comunque c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, sì!

Fontanigorda (5)

Ora nell’aria c’è profumo di autunno,  i boschi sono immersi in un silenzio incantato.

Fontanigorda (11)

I primi giorni di settembre però sono stati i più luminosi e splendenti di tutta l’estate.

Fontanigorda (12)

E le farfalle? Eh, ce n’erano poche quest’anno ma ho comunque avuto modo di incontrarle in tutta la loro grazia e delicatezza.

Fontanigorda (4)

Sempre indaffarate, tra un fiore e l’altro.

Fontanigorda

Un refolo di vento e lo stelo dondola.

Fontanigorda (8)

Ho visto una sola farfallina azzurra, il prato era tutto per lei!

Fontanigorda (26)

Dolcezze effimere di una stagione che volge al termine.

Fontanigorda (23)

Io cerco la bellezza, sempre.
E nel mio piccolo paesino è così facile trovarla, ogni giorno ha la sua goccia di armonia.
Guardo le montagne, ancora ho il desiderio di venire qui quando cadrà la neve.
E allora troverò altra bellezza, ancora più ovattata e silenziosa, nella quiete della mia Fontanigorda.

Fontanigorda (15)

Al Passo del Fregarolo

Vi porto con me, in un luogo ben noto ai frequentatori di queste zone.
Si sale, curva dopo curva, da Fontanigorda oltre Casoni si va verso la Val D’Aveto e si giunge al passo del Fregarolo.

Passo del Fregarolo

Qui la natura è bella e generosa e grandi alberi svettano contro il cielo azzurro.

Passo del Fregarolo (2)

E il sottobosco è un tripudio di piccoli dolci frutti, questa è la loro stagione.

Passo del Fregarolo (3)

Ed è la stagione che regala semplici e spontanei fiori di campo, amo la loro allegra confusione.

Passo del Fregarolo (4)

Qui, al Fregarolo, tra l’erba lucida ai margini del bosco, sorge una piccola cappella.

Passo del Fregarolo (5)

E alcuni si ricordano di portare fiori alla Madre di Gesù.

Passo del Fregarolo (6)

Tra le montagne, nel silenzio e nella pace.

Passo del Fregarolo (7)

Ancora pochi metri e raggiungeremo  la nostra meta, il Passo del Fregarolo, qui  termina l’Alta Val Trebbia e inizia la Val D’Aveto.

Passo del Fregarolo (8)

Altezze di Liguria, 1203 metri sul livello del mare.

Passo del Fregarolo (9)

E vedute incredibili, davanti a voi si apre l’orizzonte e lo sguardo segue il profilo delle montagne.

Passo del Fregarolo (10)

Respira, senti l’aria che ti sfiora la pelle ed entra in ogni tua fibra.

Passo del Fregarolo (11)

Respira, il profumo del bosco regala un senso di quiete.

Passo del Fregarolo (12)

E tutto attorno la vita si manifesta.

Passo del Fregarolo (13)

Guarda oltre le cime degli alberi, verso le nuvole, tra la terra e il cielo.

Passo del Fregarolo (14)

C’è anche una panchina, per sedersi ad ammirare il panorama, si potrebbe quasi fare un spuntino, seduti qui, al fresco.

Passo del Fregarolo (15)

Respira, guarda tra gli alberi, al di là di essi.

Passo del Fregarolo (16)

E qui una lapide ricorda coloro che combatterono tra queste montagne e che mai verranno dimenticati.

Passo del Fregarolo (17)

Profumo di erba, di muschi e di legna tagliata.

Passo del Fregarolo (18)

E il bosco, una salita e le sue meraviglie, questi sono posti da fungaioli, stivali, cestino e bastone e ci si mette in cerca.
Se anche voi vorrete andar per funghi ricordatevi che in Val D’Aveto dovrete munirvi di tesserino.

Passo del Fregarolo (19)

E poi  le foglie, un fruscio, un battito d’ali, il ronzio di un insetto e un volo improvviso, gli uccelli si nascondono tra i rami e cinguettano allegri, è semplice e complessa la vita del bosco.

Passo del Fregarolo (20)

Ha tante forme, tante maniere di manifestarsi.

Passo del Fregarolo (21)

La vita è alberi imponenti sotto ai quali ti senti un piccolo puntino in un universo di perfezione.

Passo del Fregarolo (22)

 La vita ha toni di cipria, è aerea, leggera, impalpabile, incomprensibile.

Passo del Fregarolo (23)

La vita si posa per un istante sulla corolla di una margherita dai petali scompigliati.

Passo del Fregarolo (24)

E’ piccoli fiorellini e violette.

Passo del Fregarolo (25)

 E ancora violette e ancora fragole, la vita è spontaneamente armoniosa.

Passo del Fregarolo (26)

 E’ un fiore rosa che cresce ebbro di sole accanto alla pietra calda.

Passo del Fregarolo (27)

E così se verrete al Passo del Fregarolo incontrerete tutta questa bellezza che è un balsamo per lo spirito.
Respira, apri le braccia, guarda verso l’orizzonte.
E qui c’è anche un luogo splendido dove ristorarsi dopo una bella camminata nei boschi, è la Trattoria al Valico, dove potrete gustare pietanze davvero deliziose.
Piatti ridondanti ottimi salumi, ravioli e taglierini, diversi secondi a base di selvaggina.
E quando è la stagione dei funghi, potete starne certi, qui ve ne leverete la voglia!

Passo del Fregarolo (28)

 E anche voi guarderete le montagne al di à della staccionata.

Passo del Fregarolo (29)

Qui, al Passo del Fregarolo, dove si incontrano due valli di Liguria.

Passo del Fregarolo (30)

Una passeggiata a Fascia, capitale della Resistenza

Vi porto con me, in luoghi a me cari, nella mia Val Trebbia.
Su, in alto, in un paesino che detiene un curioso primato: se la vicina Rondanina è il comune più piccolo della Liguria per numero di abitanti, Fascia è il comune più alto e svetta orgoglioso con i suoi tetti rossi a 1118 metri sul livello del mare.

Fascia (2)

Oggi è il 25 Aprile e non ci potrebbe essere giorno migliore per condurvi lassù, Fascia è anche Capitale della Resistenza.

Fascia (3)

Queste montagne racchiudono la memoria degli eventi che sono accaduti tra quei boschi, qui nacquero la Brigata di Aldo Gastaldi, detto Bisagno e di Aurelio Ferrandi, detto Scrivia.

Fascia (4)

E c’è una strada dedicata a lui, al partigiano Bisagno.

Fascia (5)

Fascia è raccolta nella sua quiete, nel silenzio dei boschi di Liguria.

Fascia (6)

A loro, agli uomini che con coraggio scelsero di combattere tra questi monti, è dedicato un suggestivo monumento, si trova proprio all’inizio del paese.

Fascia (7)

E’ la memoria del nostro passato, viva e presente.

Fascia (8)

E se andrete lassù li incontrerete anche voi i partigiani di Fascia dallo sguardo vigile e attento.

Fascia(8a)

Appostati tra le pietre e l’erba chiara.

Fascia (9)

Sono stata lassù un pomeriggio d’agosto, in una giornate calda e limpida.
E ho camminato per le stradine di Fascia.

Fascia (10)

La piazza è dedicata a Paolo Emilio Taviani, uomo politico e anch’egli protagonista della Resistenza in questo piccolo paese.
Taviani rimase legato a questi posti e fu persino eletto sindaco di Fascia.

Fascia (11)

I colori dell’estate, il cielo lucido e turchese.

Fascia (12)

E le case in pietra, in questi luoghi c’è un’atmosfera particolare, è la semplicità della campagna ligure.

Fascia (13)
Come lo racconti un posto così?
Cogliendo quei piccoli particolari che costituiscono la sua identità, fermandoti là dove l’acqua sgorga gioiosa e fresca.

Fascia (14)

Fascia è prati verdi e carriole cariche di fiori.

Fascia (15)

E’ porte di legno testimoni di chissà quali antiche storie.

Fascia (16)

Ed è una finestra con una grata.

Fascia (17)

Fascia è quei luoghi dove un tempo si recitavano preghiere e litanie.

Fascia (18)

E il ricordo di ciò che è accaduto tra queste montagne è sempre presente.

Fascia (19)

Fascia è sole, ombra, scale e gatti che salgono su per i gradini.

Fascia (20)

E’ la terra e le fatiche dell’uomo.

Fascia (21)

E tegole rosse e tetti vicini uno all’altro.

Fascia (22)

E muretti, cieli azzurri e luoghi dove avventurarsi per delle rigeneranti camminate.

Fascia (23)

E ancora altre porte vissute e usurate dal tempo.

Fascia (24)

Fascia è il suo semplice campanile che emerge tra le case per una caratteristica cartolina di Liguria.

Fascia (25)

E’ cascine, gerani e discese.

Fascia (26)

E scalette e ringhiere e altalene che dondolano, gioia dei bimbi che trascorrono qui le vacanze estive.

Fascia (27)

E’ curve sinuose e persiane spalancate.

Fascia (28)

E’ pietra antica e calda di sole.

Fascia (29)

Fascia è la legna faticosamente tagliata per certi freddi inverni.

Fascia (30)

E’ case di contadini e case di bambola di piccole donne che giocano in mezzo alla stradina.

Fascia (31)

E la semplice quiete della campagna, la pace silenziosa della Val Trebbia.

Fascia (32)

Tra alberi ricchi di foglie e piante generose di fiori, nutrite dall’aria pura e dall’acqua di queste zone.

Fascia (33)

Un posto così lo racconti ascoltando il sussurro della sua anima semplice e vera, qui dove la vita segue i ritmi del creato.

Fascia (34)

 Là, dove i rami degli alberi circondano le case.

Fascia (40)

E poi lo sguardo segue il profilo delle montagne che si perde nell’infinito dell’orizzonte.

Fascia (36)

E osservi proprio come coloro che qui lottarono e combatterono, coloro che incontri quando arrivi a Fascia.

Fascia (36a)

E osservi quei boschi fitti, vivi e rigogliosi che protessero e nascosero i partigiani di questa valle.

Fascia (37)

E il sole illumina i tetti rossi di Fascia.

Fascia (39)

Casa del Romano, ai confini dell’infinito

Nature is painting for us, day after day, pictures of infinite beauty.
John Ruskin

Da qualche parte, nel mondo, l’universo parla.
E trova una voce che tocca il nostro animo, pronuncia parole che narrano l’infinito senza confini.
Può accadere sull’orlo di un abisso, davanti al mare il tempesta, ai piedi di una montagna innevata o lungo un sentiero scosceso.
O su una strada che sale, tra curve sinuose.

Casa del Romano (2)

E allora può accadere di sentire proprie le parole di un grande poeta, le parole di Ruskin, la natura dipinge per noi, giorno dopo giorno, quadri d’infinita bellezza.

Casa del Romano (3)

E se verrete quassù, a Casa del Romano, vedrete spettacoli di incommensurabile splendore.
Casa del Romano è il nome della località e dell’albergo ristorante che qui troverete, un nome che deriva da un’affascinante leggenda.
Tanto tempo fa, c’era un giovane che si chiamava Stevanin che era andato via dal paese per poter lavorare ed era arrivato nella bassa Romagna, quasi vicino a Roma, così i compaesani gli avevano affibbiato questo appellativo,  il Romano.
E sapete com’è la vita, distante da casa Stevanin trovò l’amore!
E lei era dolce e bella, Stevanin avanzò la sua richiesta di matrimonio e le promise che l’avrebbe portata a vivere a Sottoripa.
Oh, Sottoripa, davanti al mare di Genova!
La fanciulla accettò così  gli sposi iniziarono un lungo viaggioe dopo diverso tempo giunsero in un piccolo paese tra le montagne.
Oh, che amara sorpresa, si trattava di Sottoripa di Montebruno!
Che delusione per la giovane sposa, lei proprio non riusciva ad abituarsi a vivere in quel posto.
Ma tutto attorno c’erano monti superbi e un bel giorno lei ne indicò uno e chiese a Stevanin di portarla a vivere lassù.
E fu così che Stevanin costruì un’osteria e una casa, lassù, quasi vicino al cielo, era sorta la Casa del Romano.

Casa del Romano (5)

Casa del Romano è una frazione di Fascia, il Comune più alto della Liguria con i suoi 1118 metri sul livello del mare.
Come indica questo cartello Casa del Romano è ancora più in alto.

Casa del Romano (4)

Da qui partono gli escursionisti diretti al Monte Antola e alle altre vette.
E qui potrete vedere quei quadri di infinita bellezza che sono certa sarebbero piaciuti a Ruskin e non solo a lui.
Portate qui un pittore con la sua tela e i suoi pennelli, vi dipingerà una strada che si snoda tra i prati.

Casa del Romano (8)

Guardate verso l’infinito, verso il profilo delle montagne.

Casa del Romano (6)

E ancora oltre, oltre gli alberi allineati uno accanto all’altro.

Casa del Romano (11)

Guardate i rami carichi di bacche rosse che pendono sullo sfondo azzurro del cielo.

Casa del Romano (10)

Verso i paesi adagiati nelle vallate.

Casa del Romano (9)

Verso i tetti della Casa del Romano circondata dai monti e dagli alberi.

Casa del Romano (7)
E poi si sale, verso un piccola cappella.

Casa del Romano (12)

Poco distante nella terra sono piantate tre croci, si dice che siano la tragica memoria della triste fine di persone che trovarono la morte in una bufera di neve.

Casa del Romano (17)

Lì vicino vi è anche un altro ricordo di anni difficili, queste sono montagne di partigiani, questi sono luoghi che hanno nascosto molti di loro.

Casa del Romano (18)

E poi il sentiero sale ancora.
Quando cala la notte su queste montagne scende un buio ricco di mistero, questa parte della Liguria  ha un bassissimo inquinamento luminoso, non c’era davvero posto migliore per costruire un osservatorio astronomico.

Casa del Romano (15)

E sorge qui, su questa altura.

Casa del Romano (16)

Guardate il cielo, oltre lo steccato, il cielo e le montagne in una giornata d’agosto.

Casa del Romano (13)

L’infinito si perde laggiù, all’orizzonte, oltre quelle vette.

Casa del Romano (14)

Una panchina davanti all’universo.
Immaginate una notte stellata, profondo buio illuminato solo dalle stelle.
E immaginate di essere qui, sotto questo cielo.

Casa del Romano (23)

Un’esperienza che si può vivere venendo all’Osservatorio Astronomico del Parco dell’Antola.

Casa del Romano (19)

Vi lascio il link dove sono indicate le le prossime aperture dell’Osservatorio, lo trovate qui, è certo una visita che vale un viaggio tra queste montagne.

Casa del Romano (20)

Che sia una notte di stelle o un cielo terso, questo è un posto d’incanto e poesia.

Casa del Romano (21)

Tra il fitto rigoglioso del bosco che regala ombra e riparo.

Casa del Romano (22)

E laggiù, dove le montagne si uniscono in un abbraccio.

Casa del Romano (25)

Sui fiori selvatici, gialli come il sole d’estate.

Casa del Romano (24)

Un’incantevole quiete, sui prati dall’erba umida e fresca, di verde acceso e vivo.

Casa del Romano (27)

Un albero cresce con i suoi rami ampi a ridosso di uno steccato.
Pare voler sfiorare il cielo, pare cercare il suo infinito, ognuno ha il proprio, del resto.

Casa del Romano (28)

E c’è chi corre a perdifiato, verso un diverso infinito, verso l’ebbrezza della libertà.

Casa del Romano (29)

Sui prati verdi che circondano la Casa del Romano.

Casa del Romano (30)

La Casa di Stevanin che era andato via e che lontano trovò l’amore.
Tornò tra queste montagne, in questi luoghi.

Casa del Romano

E qui vi conduce una strada tortuosa e bella, una strada che vi porterà ai confini dell’infinito.

Casa del Romano (32)

I tetti di Fontanarossa

Una strada che sale e si inerpica tra le montagne, una strada che conduce a un piccolo paese dai tetti aguzzi, il paese di Fontanarossa.
E per arrivarci occorre attraversare questo ponte.

Fontanarossa

E là sotto scorre il Trebbia, il fiume che si insinua in questa valle, tra i verdi boschi e gli alberi frondosi.

Trebbia

E sono gorghi e laghetti, spazi ombrosi dove ritemprarsi dal caldo dell’estate.

Trebbia (2)
E poi si sale, tra curve e tornanti.
Ed è un ondeggiare gentile, tra prati curati e ben tenuti, con l’erba brillante e lucida.

Fontanarossa (2)

Lungo la strada che vi porterà lassù una casa in solida pietra.
Ed appartiene a un mondo antico, un mondo contadino che qui ha ancora la sua dimensione.

Fontanarossa (3)

E tutto parla di quel mondo a Fontanarossa.
I tetti rossi delle case spiccano contro il blu del cielo.

Fontanarossa (5)

E questa è una sinfonia di tegole, una dietro l’altra sullo sfondo delle montagne.

Fontanarossa (6)

I campanili, le ringhiere dei terrazzi.
E’ un angolo di Liguria abbarbicato quassù, nel silenzio.

Fontanarossa (7)

Un paese che ha una storia lontana, nel ‘500 fu sotto il dominio dei Doria ed è a questa famiglia che apparteneva questo antico palazzo che è posto in posizione predominante.
E’ strano il destino, questa un tempo fu anche una cupa prigione, adesso appare come un luogo quieto, abbellito da un cespuglio di ortensie.

Fontanarossa (8)
E là, sotto le scale, una carriola, delle cassette e della legna.

Fontanarossa (9)

E vedi il cielo attraverso le finestre, per quanto possa essere suggestivo, vien da pensare che questo edificio avrebbe bisogno di qualche intervento, non pare anche a voi?

Fontanarossa (10)

Fontanarossa e il passato, sapeste chi è nato quassù!
Accadde tanti anni fa, prima di molti eventi significativi per l’umanità intera, si presume che qui sia nata una bimba alla quale venne imposto il nome di Susanna.
E quando quella bimba divenne donna andò in sposa a un certo Domenico, di professione lanaiuolo.
Era il 12 Ottobre 1492 quando il figlio di Domenico e Susanna approdò in un continente sconosciuto: Cristoforo Colombo aveva scoperto l’America.
E qui una targa ricorda che sua madre era originaria di questo piccolo paese della Val Trebbia.

Fontanarossa (11)

Oh, ma dev’essere l’aria di questi luoghi a predisporre all’avventura!
A Fontanarossa c’è una piazza intitolata ad un altro dei suoi figli, un uomo che ricoprì un ruolo di una certa importanza.
Una famiglia della Val Trebbia e le sue radici, da Fontanarossa a San Francisco.

Fontanarossa (12)

Scorci caratteristici, montagne e panni stesi, in questo angolo di Liguria che in estate si anima del turismo delle seconde case.

Fontanarossa (13)

Tetti spioventi e il campanile.
E quelle tegole, le tegole che disegnano le geometrie e il panorama di Fontanarossa.

Fontanarossa (14)

In questo mondo in qualche maniera ancora antico, pare fermo nel tempo in certi istanti.

Fontanarossa (16)

E qui c’è un anello per assicurare il vostro cavallo, signori!
Poteva essere altrimenti?

Fontanarossa (18)

Campagna, aria pulita e profumi.
Un odoroso cespuglio di lavanda attira farfalline dalle ali bianche, sono a decine si posano sui fiori e si rialzano.
E io mi incanto a guardarle!
Che volete farci? Ognuno ha le sue debolezze, no?

Fontanarossa (17)

Legno, pietra, finestre dai vetri opachi.
Il senso di altri anni.
Un altro tempo, semplice e rustico.

Fontanarossa (19)

Gli alberi regalano i loro frutti, gli orti traboccano dei doni della terra, sbocciano le margherite dai fiori bianchi.

Fontanarossa (20)

E non so se anche per altri sia così, a me colpiscono questi tetti dal colore caldo e lucente, uno dietro l’altro, a diverse altezze.

Fontanarossa (21)

Scende la strada, sullo sfondo si scorgono i monti superbi generosi di funghi e di castagne.

Fontanarossa (22)

Una vanga e gli attrezzi del contadino lasciati qui posati contro un tronco d’albero.

Fontanarossa (23)

Cartoline dalla Val Trebbia, colori che sarebbero piaciuti a Vincent Van Gogh, se fosse venuto qui sono certa che si sarebbe seduto ad osservare e poi avrebbe ritratto la cascina, il prato, i rami degli alberi.

Fontanarossa (24)

La legna è addossata sul muro, è dura e faticosa la vita di campagna.

Fontanarossa (25)

Le fascine opportunamente legate impilate una sull’altra.

Fontanarossa (26)

E lo steccato e i sassi, il profilo perfetto delle montagne.

Fontanarossa (27)

Un mondo antico, eppure è adesso.

Fontanarossa (28)

Il verde acceso e tutte queste diverse sfumature.
E il cielo è sempre blu, in estate, in Val Trebbia.

Fontanarossa (29)

E ancora la visita a Fontanarossa non è terminata, c’è un luogo ricco di fascino e di mistero che desidero mostrarvi nel dettaglio,
E sarà un viaggio alla scoperta di un posto meraviglioso e forsepoco conosciuto, in questo territorio così bello e così ricco.
Vi lascio qui, sul limitare del bosco.
Vi lascio qui, davanti ai tetti di Fontanarossa.

Fontanarossa (30)

La 5 giorni degli Appennini

In questi giorni d’estate, tra le montagne della Liguria e in particolare in Val Trebbia, si è svolta una competizione sportiva di grande rilievo: la 5 giorni degli Appennini.
Una gara di orienteering e cioè orientamento nei boschi, una disciplina che non conoscevo affatto e che annovera molti cultori appassionati.

5 Giorni degli Appennini  (2)

E così sono arrivate persone da ogni parte del mondo, in paese si sono viste macchine provenienti da tutta l’Europa, a questo evento hanno partecipato più di 800 persone.
Queste le tappe: Rovegno, la Casa del Romano, i caruggi di Genova, Camogli, Fontanigorda e Pietranera.
Sono i miei posti, sono luoghi che conosco bene e che frequento da sempre.
E ieri gli orienteers sono arrivati a Fontanigorda per la loro gara.
Potevo mancare di parlare con alcuni di loro? Non sia mai!
E così ieri mattina sono salita al Bosco delle Fate dove tutti loro erano riuniti in attesa di salire sui monti.

5 Giorni degli Appennini  (3)

Tante nazionalità e tante lingue diverse per una competizione all’insegna dell’amore per la natura e per i boschi.

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Zaini, attrezzature e seggiolini pieghevoli per sedersi all’ombra degli alberi.

5 Giorni degli Appennini

E subito ho incontrato lei, il suo nome è Anna Bisceglia e viene da Lugano, dalla vicina Svizzera.
E Anna mi ha raccontato lo spirito dell’orienteering, uno sport che unisce le persone.
Si corre tutti insieme, tra gli alberi, il campione gareggia accanto all’amatore.
E a lei ho chiesto le sue impressioni sulla nostra Liguria e su questo entroterra.
Anna mi ha detto che per lei Liguria significa mare e che queste montagne sono stata una sorta di sorpresa, a lei ricordano quelle del suo Ticino.
E il mio pensiero è andato a questo nostro territorio che merita davvero di essere messo più in risalto e di essere conosciuto.
E ancora ad Anna ho chiesto cosa pensa di Genova e lei ha usato uno degli aggettivi più belli che si possano scegliere: intrigante.
Eccola qua Anna, sorridente insieme a un compagno del suo gruppo, Paolo Bianchi.

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E con loro c’era anche lui, Thomas Hiltebrand, ha 58 anni ed è campione Master 2006 nella categoria H 50.
E’ stato 5 anni nella Nazionale svizzera, 10 anni allenatore in selezione regionale e altri 6 anni allenatore della Nazionale Svizzera.
Una vera autorità in materia, un vero appassionato.
Ed eccolo qui, seduto al Bosco delle Fate.
E cosa pensa Thomas della mia Genova? Il traffico è caotico ma la città è più bella di quel che si aspettava, a lui ricorda Venezia.

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Andiamo avanti, passeggiamo sotto gli alberi da dove tutti partiranno.

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Questa è una manifestazione bella, colorata e allegra.
Ci sono ragazzini, mamme con i bambini, persone di una certa età, tanti giovani.
Belle facce e sguardi puliti.
E ovunque tutto ciò che a loro serve per esercitare l’orienteering.

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E nell’attesa i bambini vanno sui giochi e si spingono sull’altalena.
Oh, ho anche visto un piccolissimo orienteer, era un piccino che gattonava per terra e andava come un treno, quel bambino ha un futuro, ne sono più che certa!

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Ecco i cartelloni con indicazioni preziose per i partecipanti.

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Ci si ferma a leggere, in attesa della partenza.

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E sugli alberi c’è chi esibisce il proprio amor patrio.
E io davvero non l’avevo mai vista la bandiera dell’Australia appesa a un ramo al Bosco delle Fate!

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Zaini, bottiglie, scarpe e ancora un’altra bandiera, questa volta austriaca, ognuno ha la propria.

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E poi sono arrivata allo Scoiattolo dove ci sono tavoli e panche di legno, dove tra tante persone ho trovato una simpatica famiglia scandinava, sono finlandesi e abitano a Espoo, vicino ad Helsinki.
E allora ho fatto una chiacchierata con lei, una giovane donna di nome Mepa.

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Un bel gruppo di sette persone, molto amanti dell’Italia, delle sue bellezze e della sua buona cucina, dell’atmosfera e del relax che offre un’attività sportiva come l’orienteering in posti come questo.
E lei, Mepa, era entusiasta di questi boschi e ha detto una frase tanto semplice quanto significativa: in posti così non ci si arriva perché non li si conosce.
Lei pratica questo sport da 14 anni e questa era la sua sesta volta nel nostro paese per le gare di orienteering.

5 Giorni degli Appennini  (7)

Quando gli stranieri parlano di noi lo fanno in maniera generosa e gentile, così è stato anche questa volta.
E Mepa ha detto di apprezzare quel lato del nostro carattere che ci fa essere così espansivi, il nostro desiderio di comunicare che si riscontra anche in chi non sa parlare in inglese e tenta comunque di farsi comprendere.
Talkative, così ci ha definiti.
Ha detto che le è piaciuta Nervi e il suo mare, Monterosso e le suggestioni di quell’angolo di costa unico al mondo.
E ancora, la sua tappa preferita della 5 giorni dell’Appennino è stata la Casa del Romano, con quel panorama mozzafiato che si gode da lassù.
E Genova? Com’è stato fare orienteering nei caruggi?
Per lei è stato come trovarsi in un labirinto ma sapete cosa ha detto Mepa?
Tutto sommato non era neppure tanto caldo grazie a quelle case così alte!
Ve lo dico sempre, vedete che ho ragione!
Le ho anche chiesto cosa non le è piaciuto di Genova ed ero davvero preparata a qualsiasi risposta.
I turisti sono generosi con noi, noi forse dovremmo esserlo di più con loro, non credete?
Beh, dalla Finlandia l’unica critica che è stata mossa alla Superba riguardava nuovamente il traffico caotico, pensate!
Ed eravamo lì, sedute sotto gli alberi.
Lei mi ha mostrato tutto ciò che occorre per orientarsi nei boschi.

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E il foglietto con le varie mete, Mepa mi ha spiegato i simboli: il quadrato alla riga due significa rovina, il triangolo alla riga quattro è una pietra, alla riga sei c’è il simbolo dell’albero.

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E gli orienteers portano questo foglietto fermato sul braccio.

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E poi hanno questo altro strumento del quale ignoro il nome che usano quando raggiungono una delle destinazioni.

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Una bella famiglia di persone sorridenti e piacevoli, la più grande è Rachel ed ha 81 anni, la più giovane ne ha solo dieci, si chiama Emmi e ha i capelli biondissimi e due occhi grandi come laghi.

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Uno sport che unisce e che raccoglie persone di diversi paesi, in un bosco della Valtrebbia.
Un bel momento di condivisione tra persone unite da una passione comune.
E tutte le lingue del mondo, al Bosco delle Fate.

5 Giorni degli Appennini  (28)

Ecco ancora i foglietti che ogni partecipante deve avere.

5 Giorni degli Appennini  (27)

I tronchi, le foglie verdi, il cielo azzurro.
Una mattinata tersa e ventilata, la Liguria è stata gentile con gli orienteers nel giorno della loro competizione fontanigordese.

5 Giorni degli Appennini  (18)

E poi su, al campo da pallone, questo il punto di partenza e di arrivo della gara.

5 Giorni degli Appennini  (20)

Ho visto arrivare due ragazze, di corsa, di gran carriera, rosse in viso ma felici.

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E chiunque sia il vincitore, sappiate che io ho tifato per il gruppo ticinese e per la famiglia finlandese, ho parlato con loro ed ho trovato proprio delle belle persone: disponibili, gradevoli, sorridenti e aperte alla vita.
E sapete cosa penso? Se avessi parlato con i russi o con i francesi sarebbe stato lo stesso, dev’essere questo vivere in comunione con la natura a rendere le persone così solari e piacevoli.
Nel pomeriggio gli orienteers hanno lasciato Fontanigorda, oggi è il giorno della Finale a Pietra Nera.
La 5 giorni degli Appennini è stata una splendida iniziativa che ha portato in Val Trebbia persone provenienti da molte nazioni.
Ed è così che deve essere, queste zone meritano di essere conosciute, eventi come questo valorizzano il territorio e questo entroterra ricco e fecondo, tra monti e fiumi che gorgogliano tra le valli.
E’ così che il profumo di questi boschi e di questi prati va oltre i nostri confini, rimanendo nella memoria di chi li ha veduti e li ha vissuti correndo tra gli alberi in una giornata di luglio.

5 Giorni degli Appennini  (19)

In viaggio verso Fontanigorda

Faccio questa strada da tutta la vita, è la strada che conduce alla verde Val Trebbia dove trascorro da sempre l’estate.
E la conosco bene, sono cresciuta facendo questo viaggio.
C’era un cielo cupo su Genova ieri, anche nell’immediato entroterra le montagne erano sovrastate da nuvoloni grigi.
E poi, d’un tratto, l’azzurro e una delle tante curve.

Verso Fontanigorda (2)

Una curva dietro l’altra, tra gli alberi e i centri abitati.

Verso Fontanigorda (3)

E scende, si piega dolcemente, per la gioia dei motociclisti e di coloro che amano guidare.

Verso Fontanigorda (8)

Oh, state attenti! Si preannunciano incontri interessanti!
Scende sinuosa la strada, tra i rami si nascondono le creature del bosco: a volte attraversano la strada e ci si ritrova faccia a faccia con un fiero daino.

Verso Fontanigorda (7)

Una curva dopo l’altra, verso i luoghi delle vacanze.

Verso Fontanigorda (8)

Seguendo con lo sguardo il profilo di queste superbe montagne.

Verso Fontanigorda (9)

Si viaggia verso la meta mentre il cielo diviene sempre più blu.
Quando ero piccola lungo il percorso contavo i cartelli stradali, sono certa che da bambini lo facevate anche voi!

Verso Fontanigorda (10)

Montebruno, un piccolo paesino molto curato con una storia antica e interessante.

Verso Fontanigorda (11)

E poi via, ancora altre curve.

Verso Fontanigorda (12)

E pare che non si finisca mai di girare il volante.

Verso Fontanigorda (13)

E l’aria è frizzante e pulita, le foglie sono verdi e brillanti, vi circonda la semplice bellezza di questa natura.

Verso Fontanigorda  (14)

Il Trebbia che si insinua tra le montagne con le sue acque gorgoglianti e chiare che levigano i sassi e le rocce.

Verso Fontanigorda  (15)

Qui, a Due Ponti, c’è un albergo e un ottimo ristorante.
E dopo pranzo, dopo aver assaporato gustose prelibatezze, potete andare ad sedervi su una comoda sdraio, sul prato che si affaccia sul fiume.
E’ un posto meraviglioso che merita certamente una sosta.

Verso Fontanigorda  (16)

Curva dopo curva, ancora.
La strada amata e decantata dal poeta Giorgio Caproni:

E’ una strada tortuosa.
Erta.
Tipica di queste nostre
zone montane.
Dovunque,
segnali d’allerta.

Verso Fontanigorda (17)

E a volte anche qui c’è un rettilineo, non ci facciamo mancare proprio nulla da queste parti!

Verso Fontanigorda (18)

Eccola lassù Fontanigorda, manca davvero poco!

Verso Fontanigorda (19)

Il bivio e la strada che sale.
E anche qui sono ancora curve.

Verso Fontanigorda (14)

E’ terso, limpido e chiaro il cielo in questa valle.

Verso Fontanigorda (15)

Un viaggio breve e piacevole, tutto attorno i prati, il profumo dell’erba e gli aromi del bosco.
Un’incantevole quiete, nel silenzio e nella pace della Val Trebbia.
Luoghi che conosco e frequento da sempre, luoghi che sono nel mio cuore.
Sono arrivata ieri in questa casetta immersa nel verde.
Ho aperto la finestra ed ho ricevuto il saluto degli alberi e delle montagne.

Verso Fontanigorda (22)