I pescatori avevano gli stivali di gomma, color verdone.
I pescatori portavano pantaloni di velluto a coste e giacconi con tante tasche, perché quando si va a pescare bisogna avere tutto a portata di mano.
I pescatori portavano un berrettino con la visiera, perché d’estate fa sempre caldo.
I pescatori avevano quella borsa di plastica, anch’essa verdone, dove tenevano tutto l’occorrente: lenze, esche, ami, sugheri.
I pescatori passavano un mucchio di tempo insieme, ormai da anni, e prediligevano la pesca di fiume.
Ah, che divertimento andar per trote!
I pescatori amavano i piaceri semplici, le rocce levigate dall’acqua, l’aria che leggera muove le foglie, il gorgoglio del fiume che gioioso fluisce.
I pescatori erano dei buongustai, ogni domenica andavano a pranzo fuori, con le loro mogli, a Camogli.
Erano amici sin da bambini e sapete, uno dei due era molto ricco e a Camogli possedeva una bella villa, con vista sul mare.
Certo che per arrivarci bisognava fare una scalinata ripidissima, che fatica!
Ma quando il suo amico si ammalò e per lui divenne difficoltoso salire per quella scala, il padrone della villa fece mettere una sorta di ascensore, una sedia, che portasse il suo amico d’infanzia in quel giardino, sotto quegli alberi, là, dove c’era il forno a legna per cucinare la pizza.
I pescatori erano proprio delle buone forchette, a Capodanno si incontravano con tutti i loro amici, nella casa di uno dei due, e il padrone di casa cucinava certi manicaretti per decine di persone, che tavolate!
Primo fra tutti il cappon magro, una delizia della cucina genovese, ricca di pesce e di verdura e complicatissima da cucinare.
E tutti gli anni c’era il dramma della maionese, uh, quando impazziva il cuoco certo non la prendeva bene!
E poi venivano serviti gli antipasti della Serafina, i gamberetti in salsa rosa dentro alle conchiglie, i tortellini fatti in casa, e tante, tante altre delizie!
E gli ospiti portavano sempre delle bottiglie pregiate e le scatole con i dolcetti di Romanengo.
E c’era una bambina che ogni anno disegnava il menu, su un cartoncino.
In copertina disegnava dei fumetti, in genere i personaggi di Disney oppure i Peanuts, e dentro scriveva le portate che sarebbero state servite.
Questa bambina aveva un sughero con una lenza e d’estate al mare stava tutto il giorno sugli scogli a pescare i granchi.
Beh, insomma non è che fosse proprio una pesca!
Li tirava su e li metteva nel secchiello, insieme ai ricci, ai paguri e alle stelle marine, ma poi, prima di tornare a casa li restituiva al loro mondo.
Però che abbronzatura, quella bambina! Da grandi non ci si scurisce così, è ben diverso starsene fermi sul lettino, tutta un’altra cosa!
I pescatori non litigavano mai, erano proprio intimamente affini, soprattutto per alcune qualità rare e sottostimate, l’onestà e la pulizia, nelle azioni e nei pensieri.
E quando andavano a pescare, chissà di cosa parlavano!
Certo che ci stavano delle ore, ma quando tornavano, con il cesto pieno di trote, avevano proprio quella felicità infantile dipinta sul volto.
E c’è una foto dei pescatori con un piatto davanti, pieno di pesci, che memorabile bottino quella volta!
I pescatori sono partiti per un lungo viaggio, a pochi anni di distanza uno dall’altro.
Sapete com’è, quando si è amici, amici veri, non si riesce a stare tanto separati, si vorrebbe restare ogni giorno insieme per condividere tutto e così è stato per i pescatori.
Il cuoco, colui che preparava la cene di Capodanno per decine di persone, era mio padre.
Il proprietario di quella splendida villa a Camogli era il suo migliore amico.
Entrambi avevano un cuore grande come il mare.
Ovunque siano, sono certa che abbiano trovato un fiume ricco di trote e due canne da pesca.
La bambina che faceva i disegni e andava a pescare sugli scogli ha ancora quel sughero con la lenza.
Dell’amicizia non va perso nulla! Un saluto ai due pescatori e un abbraccio a te che conservi ancora quel sughero e tutte le belle immagini che ti ha lasciato il tuo papà e il suo amico pescatore. Un bacetto
Grazie cara, ricambio di cuore il tuo abbraccio.
O ma che bello questo post! Che dolce…mi sa che un pezzetto di quel cuore grande come il mare il cuoco lo ha lasciato a questa (ormai grande) bambina con il sughero e la lenza 🙂
Un abbraccio..
Eh, Massimo…io sono sempre la bambina con il sughero, ricordo quella pesca sugli scogli come una delle esperienze più belle della mia vita, mi divertivo tantissimo! Un abbraccio a te e buon sabato.
Mi sto inzuppando dalla commozione.
Grazie.
Sapessi quante volte mi hai fatta commuovere tu, cara…
Touché, dear Miss Fletcher.
Oggi mi hai infilzato il cuore e mi hai scatenato una baraonda di ricordi.
Ho trascorso tante estati a Camogli col mio nonno Giovanni che mi portava in barca con sé. Mi piace anche pensare che quel bimbo abbronzatissimo con gli occhi azzurri abbia incontrato la bambina abbronzatissima che pescava con sughero e lenza, solo che è passato un pò di tempo da allora e non tutto può rimanere nella testa.
I miei genitori sono ancora vivi e sebbene abbia avuto dei contrasti molto forti con loro, io non posso che dire grazie e amarli ogni giorno di più, perché ogni giorno potrebbe essere l’ultimo e vorrei salutarli il più tardi e serenamente possibile, senza rimpianti o sensi di colpa.
I pescatori sono persone speciali, rispettano il mare ma non ne hanno paura. Hanno quell’equilibrio interiore che a me è mancato spesso, del resto io non ho mai tenuto in mano una canna né tanto meno gettato una rete.
Fabio – Zeneize since 1965. There’s a time to fish and a time to dry nets.
Eh, caro Fabio…la bambina con il sughero pescava su altri scogli, sulla riviera di Ponente, ma ha comunque passato moltissime domeniche a Camogli, sulla passeggiata con il gelato in mano e forse chissà, può darsi che allora ti abbia incontrato!
E’ vero che i pescatori sono persone speciali, come tutti coloro che amano il mare e la terra, i fiumi, i boschi e le montagne, hanno maggiore rispetto per la natura e anche per il genere umano. E quell’equilibrio di cui tu parli, che spesso manca anche a me.
Io non ho mai tenuto in mano una canna da pesca, ma con il sughero, la lenza e il secchiello non mi batte nessuno 😉 !
Oh Miss oooohhoooo….. ma che bello questo post! Ma è come una favola! Che carina, ti ho immaginato sai? Ma vuoi che ti confido una cosa? Lo sai che io andavo a pescare da sola a sette-otto anni con una canna di bambù? E pescavo girelle, gobbi, verdoni, roba piccina ma la mia topo zia mi faceva il sugo per la pasta. Eh l’amicizia Miss, l’amicizia vera….amicizia, senti che bella parola…un bacio grande Miss.
Una parola speciale topina, grazie di aver scritto questo commento, sei tenerissima!
Bacetti!
Bellissimo post! Racconta l’amicizia, quella vera, in modo davvero poetico, colpisce e resta impresso…
Merce rara l’amicizia vera, cara E., a trovarla bisogna tenersela stretta…un abbraccio!
Bellissima e dolcissima!Finalmente ti sento parlare di tuo padre!!!!
….baci 😉 !
E non me lo dovevi fare… uffa.
Io non voglio più commuovermi e sentire quel dolorino e tremore che insieme al tenero piacere mi fa un po paura.
Ma come si fa, quando c’è di mezzo il sentimento più importante della vita, quello destinato a non finire? e poi il mare e i suoi e miei mille ricordi….
Miss sei grande…. un sorriso
Anche tu sei grande, streghina! Ti abbraccio forte!
che dolcezza questo post, tesora. E’ davvero una poesia che profuma di mare e di vita vera. Ti abbraccio forte, leggendoti ho sentito tutti i profumi delle mie estati da bimba in liguria nella casa dei nonni
Un bacino, tesorina, sono felice di averti fatto sentire il profumo del mare!
io credo che dall’altra parte si sarà un po’ tutti pescatori, anche chi non è ha passione. E i pesci non soffriranno, anzi.
Hai ragione, Pani! Che bel pensiero, grazie di cuore.
Le storie di amicizia vera mi hanno sempre appassionato e questo ricordo meraviglioso che ci hai regalato ha un sapore dolce e nostalgico nello stesso tempo. Sai, ho letto il tuo post questa mattina ma non sono riuscita a lasciare un commento subito. Il cuore è diventato piiiiccolo…
E devo dire la verità, ho compreso solo alla fine che la bambina in questione eri tu. Un’emozione dietro l’altra.
Dolcissimo frammento di vita, Miss.
Buona serata.
Eh, sì sono proprio io! Grazie delle tue parole, un bacino Sabri!
Lo sapevo, ecco. Non dovevo venire a leggerti stasera. Ora ho il magone ma che dolcezza. E la complicità e la solidarietà tra pescatori… tuo padre…tu bimba ostinata ed abbronzata alle prese con sughero e granchi che abboccavano..
Una storia di “cuori grandi come il mare”.
Ti voglio bene Miss Fletcher, un bacetto, buonanotte
Susanna
Ti voglio bene anch’io, Susanna!
Certamente si faranno compagnia con San Pietro, che di pesca se ne intendeva… chissà che spettacolo di pesci in paradiso!
Giusto Rita! Davvero chissà che divertimento lassù!
Un abbraccio!
Come sempre,quando si legge Miss Fletcher,qualcosa rimane.
Grazie di cuore Massimo, mi hai scritto proprio una bella cosa.
Miss, dopo aver letto questo specialissimo Post, ho pensato che il miglior commento fosse tacere per paura di alterarne il “retrogusto” che mi aveva lasciato, non in bocca, ma nei sentimenti… e allora ho cercato d’immaginarti, pescatrice atipica, alle prese con il sugheretto della foto… ed essendo io un padre, ieri sera, la bimba non poteva avere che la faccia di mia figlia…
Grazie carissimo, questo splendido commento è molto gradito.
Eh, il mio sugheretto con la lenza è preziosissimo, insieme a lui ho trascorso giornate meravigliose, un divertimento così, da grande, è quasi impossibile e mi considero davvero una persona fortunata perché ho avuto un’infanzia bellissima.
Un abbraccio a te, buona domenica!
Miss, ho riletto, e continuo ad avere un debole per questo post…
Grazie di cuore, davvero!
presente, Miss…
Eccoti, Sergio!
Sono commossa, Miss… bellissima storia di sentimenti sinceri😍
Grazie carissima!