Palazzo San Giorgio, il prezziario delle gabelle e le cassette per il mugugno

E siamo ancora a San Giorgio, nel mirabile Palazzo che si affaccia su Caricamento e che fu un tempo sede della Casa delle Compere e dei Banchi di San Giorgio, gloriosa istituzione genovese.
Una vera e propria banca, nata nel 1408 per risolvere i gravi dissesti delle finanze pubbliche del tempo.
Lo Stato, tramite San Giorgio, prendeva prestiti da parte di privati cittadini che come contropartita ricevevano il diritto di acquisire le compere, ovvero i proventi dei dazi e delle gabelle.
La Casa di San Giorgio aveva un’amministrazione complessa e ben strutturata, sui suoi banchi pubblici si svolgevano operazioni di alta finanza.
E sapete cosa potrete vedere nel cortile di Palazzo San Giorgio?
C’è di che stupirsi, ve lo garantisco!
Signori, ecco a voi una lapide del XVIII secolo con il prezziario delle gabelle e le regole che ne disciplinavano gli appalti.
Storie di palanche e di altri tempi nei quali si usava un linguaggio a volte per noi insolito.

Prezziario delle gabelle

Storie di calleghe, così si chiamavano le pubbliche aste con le quali si vendevano le gabelle.
Le tasse colpivano beni di vario genere: il grano e l’olio, la legna, il lino e i panni di seta, la Pinta di Recco, di Savona e della Spezza, di Recco e Sestri Levante.
C’era una gabella sulla canna dei panni, ovvero le stoffe grezze ancora da lavorare, e una che riguardava la grascia, vale a dire l’importazione ed l’esportazione di carne conservata, formaggi e strutto.

Prezziario delle gabelle (2)
E i caratti? Erano gabelle che colpivano tutte le merci, esclusi animali vivi, alimenti, olio e vino.
I caratti riguardavano le merci portate all’interno dei confini dello Stato via terra o via mare, un diritto doganale che bisognava assolutamente pagare.
Come si dice? L’occasione fa l’uomo ladro! In un documento del 1660 si legge che a terra era difficile controllare per cui c’era chi faceva il furbo e portava a destinazione le merci senza pagare la dovuta gabella, ma guarda un po’!
E’ evidente che questa è una materia piuttosto complicata, quando si parla di palanche è sempre così!
Ma guardate bene la lapide, sotto al prezziario sono poste cinque cassettine.
E c’è dell’ingegno in questa particolarità!
Signori, le cassettine servivano per segnalare i disservizi ai vari uffici della Casa delle Compere.

Avisi per Li Protettori

Per caso qualcuno ha da protestare con il Magistrato del Sale?
Imbuchi pure qui la sua lettera orba, così si chiamavano le segnalazioni anonime.

Avisi per il Magistrato del Sale

Ci sono problemi da segnalare al Magistrato del 1444? Ecco una cassettina apposita!

Avisi per il Magistrato del 1444

Qualcuno ha da mugugnare per il trattamento ricevuto e intende rivolgersi dal Magistrato dei Revisori? Si armi di santa pazienza e metta tutto nero su bianco!

Avisi per il Magistrato de Revisori

E lo stesso si dica del Magistrato dei Procuratori, i genovesi avanzino le loro richieste senza indugi!

Avisi per il Magistrato de Procuratori

Trovo tutto ciò semplicemente geniale e lungimirante, è meraviglioso che questa lapide sia giunto fino a noi.
Nel faldone di qualche archivio ci saranno sicuramente le lettere orbe scritte dagli antichi abitanti di Zena, quanto mi piacerebbe leggerle!
Quando siete dalle parti di Caricamento entrate a Palazzo San Giorgio, è un invito che rivolgo ai miei concittadini e ai turisti.
Tutti vengono a visitare l’Acquario che è a pochi passi da questo meraviglioso palazzo, uno scrigno di tesori e di testimonianze del nostro passato.
Sul muro, in cortile, c’è anche il prezziario delle gabelle con le cassettine che i genovesi usavano per farsi le proprie ragioni.

Prezziario delle gabelle (3)

23 pensieri su “Palazzo San Giorgio, il prezziario delle gabelle e le cassette per il mugugno

  1. Splendide le cassette per i mugugni… Chissà se leggevano tutte le segnalazioni o se si limitavano a far sfogare il malcontento. Servirebbero anche si nostri giorni ma temo sarebbero sempre stracolme…baci

  2. CAspita, Miss, solo tu potevi farci rivivere tutta la meraviglia di Palazzo San Giorgio e i suoi segreti.
    Pensa se mettessero mai a Genova una tassa sul mugugno: pronta cassa 😉
    Un abbraccio!

  3. Certo che venivano lette, presso l’archivio di Stato ci sono addirittura i verbali dove venivano allegati i biglietti, la stessa cosa veniva fatta a palazzo Ducale in cui si conserva una buca simile, era il sistema che dava voce al popolo su tutte le questioni, potremmo classificarlo come il 117 dell’epoca.
    Cara Miss, e bellissimo l’insieme della tabula delle regole, ma come vedi ancora oggi il tutto e mal tenuto, guarda attentamente la foto, e ti accorgerai che hanno fatto l’intonaco intorno alle bocchette, sporcando completamente i marmi, quello non è un restauro ma comunemente come chiamiamo noi a Genova ” u le in tapulu”.
    Un caro abbraccio Eugenio

    • Eugenio carissimo, io non avevo affatto notato i dettagli che metti in evidenza, mi sono sempre persa a leggere la lapide e ad ammirare le cassettine!
      E sì, la buca di Palazzo Ducale e i biglietti di calice! Avevo pubblicato la foto quando ho parlato del palazzo, ti ricordi?
      Devo andare a cercare quei verbali all’Archivio di Stato dei quali mi parli, devo assolutamente leggerli!
      Un abbraccio a te, grazie delle tue preziose informazioni!

  4. Cassette per i mugugni. Sarebbe pane per i denti dei nostri difensori civici, no Miss Fletcher? E vedo che il prezziario delle gabelle non mi sembra scritto piccino picciò, come le decine di fogli che ogni mese le nostre care banche allegano per gli aggiornamenti delle tariffe, ormai sono autoriproducentisi, regolarmente! 🙂
    Bacetto Susanna

  5. Gentil Signora Fletcher,La pregherei caldamente ,se non l’avesse ancora fatto’ di spiegare chi erano gli otto personaggi in alto sul fronte del Palazzo Ducale.La ringrazio di cuore. G. Ligure

  6. Pingback: Gli inestetismi dei centri estetici | insonniamarina

  7. Miss, eravate davvero originalissimi… meglio imbucare una “lettera orba” nelle cassette differenziate, che avere, come si suol dire, le lacrime in tasca… oggi, tra i peccati di “gola”, quello di brontolare senza costrutto, è tra i più veniali… (“ma se ghe penso alloa… mugugno”, consentimi questa parafrasi, di una canzone struggente).

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