L’irrequieto

L’irrequieto ha sempre una valigia pronta e nessuna meta, la sua meta è il mondo intero.
Ed ogni sua partenza è un nuovo sogno, un progetto, un frammento di vita da costruire.
E trova una strada, una piazza, un ponte da attraversare, il profilo di una città ignota.
L’irrequieto chiude gli occhi sotto la luce della luna, il suo sonno è leggero, lui attende l’alba e il nuovo giorno.
E ancora non sa quale sia il suo approdo, il suo sbarco, il suo arrivo.
Cerca uno specchio di mare dove gettare le reti.

Reti

L’irrequieto ha poca dimestichezza con la noia, è incapace di indugiare in simili attitudini, ha solo desiderio di vivere.
E il suo è un viaggio, un viaggio infinito e non saprebbe dirvi il momento esatto in cui è iniziato, l’irrequieto è solo assetato di aria, di luce, di vita.

A wanderer is man from his birth.
He was born in a ship
On the breast of the river of Time;
Brimming with wonder and joy.
He spreads out his arms to the light.

Un viandante è uomo dalla sua nascita.
E’ nato su una nave
sul petto del fiume del Tempo;
colmo di meraviglia e gioia
Apre le braccia alla luce.

(Matthew Arnold)

No, lui non sa quale sia il suo approdo, il suo sbarco, il suo arrivo.
E se un giorno si fermerà, forse sarà per breve tempo.
E poi verrà un nuovo sogno, un diverso progetto, un altro frammento di vita da costruire.
Intanto resta, con la bonaccia e il mare piatto.
Ad una riva, l’ennesima.
Ad un porto, forse il suo.
In attesa che si alzi il vento.

Barche

20 pensieri su “L’irrequieto

  1. In un primo momento ho letto …la sua meta è il mondo ‘interno’ invece che ‘intero’, pensando al mondo interiore. Non mi è dispiaciuto per niente questo mio refuso, vedi come i tuoi scritti mi influenzano? Un abbraccio e buona domenica

  2. quando, uscita dal lavoro, percorro la vecchia darsena , mi perdo a fantastica su ognuna delle barche ormeggiate lì. per ognuna invento una storia…..Quando ero ragazzina uno dei miei sogni era viverci, su una barca!
    Buona domenica Emanuela

  3. Il gozzo ‘Irrequieto’ è eccezionale! Uno si dà alla poesia per tutto il post, si sente un cantore dell’anima e poi…. arriva il gozzo… e a malinconia si muta in sorriso! Brava, Miss, grazie!

  4. Tra tanti nomi possibili ne hanno trovato uno piuttosto inusuale, basta con le dediche al femminile 😉 l’irrequieto ti ha ispirato molto più di quanto non avrebbe potuto una qualunque “Luisa” del caso… Bacioni!!!

  5. Le foto delle reti e della barchetta da pesca mi hanno fatto ripensare al paese dove è nato mio papaà (purtroppo mancato quest’anno): Rovigno d’Istria.
    Solo mare e terra aspra come la nostra Liguria.

  6. Miss, paese che vai, usanza che trovi… in alta montagna il gozzo è una malattia, in Liguria invece, una barca… io potendo scegliere, opterei per il gozzo-barca, qualsiasi nome le sia stato imposto, ma se si chiama “Irrequieto” ed ha pure i panni stesi, come mostra la foto, beh, allora sì, verrebbe voglia di rubarlo, proprio perchè non sai “quale sia il suo approdo, il suo sbarco, il suo arrivo”… unico limite di quel gozzo è che non potrebbe zonzeggiare su e giù per i caruggi, e tu ne soffriresti…

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