Torniamo ad anni cupi, al tempo in cui a Genova si usava rinchiudere i debitori nella sinistra prigione della Malapaga.
Nel passato, narrano gli storici, certi incarceramenti erano ben studiati: erano note le risorse dei generosi amici del condannato e si confidava così nel prodigo soccorso di costoro, certo avrebbero provveduto a coprire il debito del malcapitato per restituirgli così la libertà.
Gettato in un’umida e triste cella finì anche il Magnifico Cristoforo Spinola, rappresentante di una blasonata famiglia e importante uomo affari.
Eccolo il nostro Cristoforo, anch’egli varca la soglia della Malapaga, forse i suoi occhi si posano proprio su quella lapide dove sono elencate le mercedi dovute al custode o forse ai suoi tempi ne trova una diversa da questa.
Beh, il nostro Spinola non tirerà fuori un soldo per uscir di galera e non saranno neppure i suoi amici ad aiutarlo.
Dovete sapere che è finito là dentro per aver mal risposto la sua fiducia nella persona sbagliata, nihil sub sole novi, verrebbe da dire.
E infatti tra il 1742 e il 1743 a Venezia operava un tale che curava gli affari del nobiluomo genovese e non lo faceva certo in maniera cristallina: pare che abbia raggirato e truffato decine di persone!
Ovviamente la legge non ammette ignoranza e le reazioni dei creditori non si sono fatte attendere, uno per uno tutti sono andati a batter cassa da Cristoforo.
Lo Spinola, non sapendo che pesci pigliare, pensò di affidarsi a qualcuno che potesse districare lo spiacevole impiccio e chiese l’intervento di una personalità di riguardo: Carlo Goldoni, all’epoca console di Genova a Venezia, vi ho già narrato i dettagli su questo suo incarico in questo articolo.
Vico Sant’Antonio – lapide per Carlo Goldoni
Malgrado cotanto interessamento lo Spinola non ebbe fortuna e una volta tornato a Genova per l’appunto finì in gattabuia.
Tuttavia i suoi creditori stavano in guardia, non c’era da fidarsi della sicurezza della Malapaga.
E così, tutti d’accordo, scrissero una bella lettera ai Serenissimi Senatori chiedendo che lo Spinola venisse trasferito nella prigione del Palazzetto Criminale dal quale Cristoforo non sarebbe certo riuscito ad evadere.
La storia è narrata con ricchezza di particolari dal meraviglioso Amedeo Pescio nel suo Croce e Grifo, io possiedo questo prezioso volumetto che è stato stampato in 25 copie, ho scovato una di esse nello scaffale di una libreria dell’usato.
La prigionia di Cristoforo Spinola ebbe un esito imprevisto, state un po’ a sentire cosa accadde.
Mentre lui era ancora dietro le sbarre, a Genova imperversava la rivolta contro l’invasore austriaco, il 5 dicembre 1746 un ragazzo noto come Balilla lanciò un sasso e diede inizio alla ribellione della gente di Genova.
Nei giorni che seguirono il popolo si riversò nelle strade, un’orda furiosa travolse persino la Malapaga e vennero liberati tutti prigionieri, si voleva che questi si unissero ai genovesi per scacciare i nemici austriaci.
E così le porte della cella si spalancarono anche per il nostro nobiluomo, l’ineffabile Amedeo Pescio dice che i popolani si rivolsero a lui con queste parole:
– Scia vegne sciö Cristoffa!
– Venite con noi signor Cristoforo!
Ebbe così fine la disgraziata prigionia del Magnifico Cristoforo Spinola, finito in carcere per i suoi debiti.
Bella la foto del monumento restaurato di Balilla ancora coperto dal drappo crociato del Comune di Genova. Il drappo verrà tolto dall’Assessore Carla Sibilla intervenuta all’inaugurazione. Ma la curiosità è nel fatto che probabilmente ti ho immortalata mentre scattavi la foto. Se mi contatti ti mando la foto in cui tu ti protendi verso il monumento e ti posso mandare anche quella della lapide con la data dell’insurrezione uguale alla tua.
Oh, perdindirindina Elvezio, mi hai fotografata? Pensa te! La foto della targa ce l’ho anch’io, bella questa manifestazione per il restauro della statua di Balilla.
Grazie Elvezio, ti scrivo a questa mail con la quale hai commentato il blog, buona giornata a te!
Che storia appassionante, cara. Diciamo che nel suo caso la rivolta ha funzionato come un indulto…speriamo che in seguito abbia fatto più attenzione ai suoi affari e a chi dava fiducia. Buona settimana!
Anche a me piace un sacco questa storia, a scriverla mi sono divertita un mondo.
E dai, al Magnifico Cristoforo è andata persin bene, tutto sommato!
Un bacione a te cara, grazie!
Magnifico!!! Che vicenda cara Miss, quanti attori! perfino Carlo Goldoni! Ma, poi, il popolo, gli invasori cacciati,il veneziano truffatore… Ma se l’articolo non lo avessi scritto tu -come tu solo sai fare- avrebbe perso sapore! Sciö Cristoffa! Fantastico! Grazie, raf
Raf, eccoti!
Che storia, vero? Le vicende reali sono più appassionanti di qualunque trama frutto della fantasia. non c’è niente da fare.
Grazie amica mia un abbraccio!
Scia vegne … sembra proprio che i genovesi riescano sempre a non pagare 😉
Ah, Paola! Fantastica tu, mi hai proprio strappato un sorriso con questo commento!
Prendiamoci un po’ in giro da soli 😉
Quando ci vuole 😉
all’ombra della Lanterna ci sono tante storie del passato, in particolare questa, che vede implicati, niente di meno che Carlo Goldoni (direi, Coast to Coast) e perfino il Balilla, che la nostra Miss non poteva, certo, lasciarsi scappare…
Grazie caro, coast to coast è la definizione perfetta direi!
Splendida storia, vero?
Buona giornata a te!
Ma storie così sono preziose per ogni narratore e considerando che sono vere hanno un valore inestimabile. Le storie intrecciate con La Storia. io scovare un libri cono di cui esistono solo 25 copie…,
Le storie vere sono sempre più avventurose di qualunque opera di fantasia, è sempre così!
Buona domenica Katia, grazie.