Le pietre d’inciampo di Genova

Oggi, 27 gennaio, si celebra la Giornata della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto.
Non si legge mai abbastanza in merito a questi argomenti, a noi che restiamo è lasciato il dovere e l’obbligo di non dimenticare affinché non accada mai più, i nomi e le storie tragiche di quegli anni non devono cadere nell’oblio.
Ho scelto questa giornata per mostrarvi alcune pietre di inciampo che potete vedere a Genova.
L’idea di realizzare le pietre d’inciampo si deve ad un artista tedesco, esse si trovano nelle nostre strade e sono segnalate da targhe in ottone, vengono posizionate in luoghi particolari: l’abitazione di una delle vittime, il posto nel quale la sua vita ha avuto fine o anche il punto nel quale è stata arrestata.
A Genova, di recente, ne è stata collocata una davanti al civico 26 di Via Carlo Barabino nel quartiere della Foce.

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Qui visse Ercole De Angelis che non fece mai più ritorno alla sua casa.

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Spostiamoci quindi in Via Roma, davanti al civico 1.
A terra luccica la triste testimonianza qui posta in memoria di un giovane uomo di appena 25 anni.

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Giorgio Labò, strappato ai suoi affetti e ai suoi sogni, membro della Resistenza e decorato al valor militare.

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A lui è intitolato anche lo slargo tra il Carlo Felice e Galleria Mazzini.

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E proprio all’imbocco di Galleria Mazzini abbassate lo sguardo, là riluce un’altra targhetta.

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Ricorda Reuven Riccardo Pacifici, rabbino capo di Genova.

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Fermatevi, riflettete, chi ha fede certo dirà una preghiera.
Alcuni libri su certi argomenti non si leggono mai abbastanza, la penso così.
Concludo questo post citando le parole tratte dal diario di Anna Frank, una ragazzina divenuta simbolo tragico dell’Olocausto e della crudeltà di quel tempo.
Le sue parole, queste parole, sono da ricordare a memoria, con la speranza che gli uomini sappiano essere migliori.

“È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili.
Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo che può sempre emergere.”

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40 pensieri su “Le pietre d’inciampo di Genova

  1. Cara Miss, grazie. Non si può né si deve dimenticare, anzi, bisogna parlarne ai giovani affinché sappiano e tramandino la Memoria. Bacio, raf

  2. bravissima Miss, è un importante monito per le generazioni che non hanno vissuto questo orrore e non hanno qualcuno in famiglia che lo abbia potuto
    raccontato loro! A Roma nel quartiere del ghetto ci sono tantissime pietre d’inciampo e brillano al sole tra i sampietrini grigi…

  3. sto seguendo su Rai1 la diretta dal Quirinale sul giorno della Memoria e aver letto anche queste notizie puntuali da parte tua mi riempie il cuore di commozione, andrò a fare un piccolo pellegrinaggio in questi nostri luoghi della Memoria della nostra città. Grazie, elisabetta

  4. stamattina ascoltavo Radio 3 che trasmetteva dal ghetto di Venezia e mi sono resa conto che non so se c’è stato e dove un ghetto a Genova. E ho pensato anche alle pietre d’inciampo e ora posso andare a vederle, grazie !! Ce ne sono altre ? dove potrei avere informazioni ?

  5. Anche a Roma esistono queste targhe di ottone alla memoria.Nessuna parola nessun ricordo possono darci pace per l’orrore che è stato perpetrato ai danni di tanti innocenti.A volte penso che è impossibile perdonare alla nazione tedesca un simile massacro. Un saluto affettuoso Nicla

  6. È bellissima l’iniziativa di questo artista tedesco. Ce ne sono in tutta Europa e dovrebbe servire anche a farci sentire più uniti. Secondo me non è un caso che sia un artista tedesco ad avere avuto questa idea. Ho molti colleghi ed amici tedeschi e so quanto questi avvenimenti pesino sulle loro coscienze. Sono molto più obiettivi e lucidi di noi italiani che tendiamo a dimenticare le nostre pesanti responsabilità in questi crimini. Anche in Germania ci sono stati tentativi di resistenza, purtroppo soffocati dall’efficienza della macchina nazista. I libri di Erika Mann aiutano a conoscere e capire meglio la vita della gente comune nella Germania di quegli anni. Sarebbe poi lunghissimo parlare dell’antisemitismo delle élites occidentali di quell’epoca che hanno chiuso un occhio troppo a lungo per svegliarsi soltanto davanti all’orrore.
    Grazie Miss per questo bel post, sai trattare anche gli argomenti più difficili con garbo e delicatezza.

  7. Grazie Miss, per averci segnalato queste importanti testimonianze, ogni anno in questa particolare giornata cerco di seguire tutti gli eventi.
    La sofferenza che provo è enorme, non riesco a capire come alcuni uomini abbiano potuto organizzare un simile crimine.
    Eugenio

  8. Gh’é in bèllo libbro, in sciâ facenda da memöia: “Memorie di un ragazzo qualunque” de Mario Canevara. L’aotô o l’àiva vosciuo scrivilo pròpio pe-i zoeni, che tante cöse no-e san.

    C’è un bel libro, sulla faccenda della memoria: “Memorie di un ragazzo qualunque” di Mario Canevara. L’autore l’aveva voluto scrivere proprio per i giovani, che tante cose non le sanno.

  9. bello il servizio sulle targhe commemorAtive, devo dire.che avevo notato quello all imbocco di galleria Mazzini, ma non mi ero soffermata a leggere, la frase di Anna Frank “….credo ancora nell’intima bontà dell’uomo…”‘è drammatica per la sua dolorosa ingenuità.

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