Come è ben noto, certi libri antichi o semplicemente vecchi portano in dote preziose eredità.
A volte si tratta di volumi non più pubblicati e così si diventa fortunati possessori di perle davvero rare, questo è già uno splendido privilegio secondo me.
Ogni libro che abbia vissuto più vite conserva spesso la traccia dei suoi precedenti proprietari: può trattarsi di un segnalibro dimenticato o magari di un biglietto da visita.
Io lascio ogni cosa al suo posto, mi pare giusto così.
Su certe pagine a volte troviamo note a margine, le parole che scriviamo sui nostri libri hanno per noi un significato e possono averlo anche per gli altri, se per caso si tratta di un volume adottato per studiare allora sottolineature o riflessioni possono essere in qualche modo utili a richiamare l’attenzione.
Come dire: ehi, guarda qua! Non scordarti di queste righe, sono fondamentali!
A volte nei nostri libri ci siamo noi, a volte nei nostri libri c’è il nostro affetto per certe letture.
Tempo fa comprai un romanzo di Emile Zola ormai non più disponibile in libreria, sulla prima pagina ho trovato una firma e un’ulteriore nota vergata con una certa cura.
Certi libri non sono più attuali, è inevitabile.
Il tempo scorre, le cose cambiano, in realtà è proprio questo a rendere speciali quei libri, non vi sembra?
E tra tutte le annotazioni trovate sui vecchi volumi una mi ha colpita in maniera particolare facendomi fantasticare su quel tempo da noi mai vissuto.
Così ho immaginato un austero genovese, lui tiene da conto le sue copie del Lunario del Signor Regina, questo libretto gli serve per districarsi nella vita quotidiana.
Come ben sapete sul Lunario ci sono informazioni di vario genere, ci sono i negozi e gli uffici pubblici, le scuole, i professionisti e i medici ai quali ricorrere in caso di necessità.
La maggior parte delle indicazioni sono di carattere locale, alcune invece hanno rilevanza nazionale ed è proprio questo il caso.
Dunque, un bel giorno il buon genovese un tempo proprietario di questo volumetto ora a mie mani pensò di completare il suo Lunario colmando una piccola lacuna.
Eh già, era trascorso un po’ di tempo, il Lunario è del 1882 e bisognava in qualche modo aggiungere una precisazione a proposito del Re d’Italia.
Ed eccola lì la minuta calligrafia con la data di morte di Umberto I.
E notate anche un altro dettaglio, gli editori del Lunario sono stati un po’ spicci a proposito del sovrano, evidentemente non avevano voglia di stare a specificare tutti i roboanti titoli e così dopo “Principe di Piemonte” c’è uno sbrigativo eccetera eccetera e tanti cari saluti.
Eh, mi piacerebbe far due chiacchiere con il primo proprietario del mio Lunario, avrei da raccontargli tante novità, dalla nascita delle Repubblica all’Euro che ha sostituito la cara vecchia Lira, tanto per fare un paio di esempi.
Vi immaginate lo stupore di una persona del passato che venisse precipitata nella nostra epoca?
Credo che sarebbe un’esperienza a dir poco sconcertante!
Lasciamo il nostro amico là, al principio di un altro secolo, a quel giorno in cui decise di segnare una data storica sulla pagina del suo Lunario.
Ne ha viste di cose questo volume del 1882, alcune sono scritte sulle sue pagine dalla carta sottile e altre mi piace immaginarle, giocando con la fantasia.
Immagino con quanta attenzione e delicatezza si debbano sfogliare questi preziosi volumi. Che bello però, Miss Fletcher.
Un abbraccio e buona domenica
Susanna
Alcuni sì, vanno sfogliati con cura facendo attenzione a non romperli.
Buona giornata a te Susanna, un bacione!
Miss, ottimo argomento, quello delle annotazioni che si trovano sui libri antichi o semplicemente di seconda mano… a me che ho una predilezione per i quelli usati, è capitato di comprarne grazie proprio alle annotazioni…
Io e te ci capiamo, caro Sergio! IO amo i libri usati e quando mi capita di comprarli vado sempre a cercare eventuali annotazioni, quella sul Lunario è notevole, secondo me. Buona serata a te e grazie!
Possiedo tre libri “antichi”due di devozione che erano della famiglia di mio marito ed il testo di preparazione alla professione di infermiere che invece apparteneva a mio nonno Arturo detto Nin che ha lavorato a villa Scassi.
É impressionante come anche i manuali,non solo la Letteratura,siano specchi del tempo.Dei libri di devozione é impressionante la cupezza e il senso del peccato e del castigo,al punto che ti chiedi cosa intendessero allora per Misericordia mentre nel manuale infermieristico é quasi buffa la pruderie con cui si trattano argomenti proibiti come quello del parto(al punto che mi son chiesta quale assistenza si potesse dare in base a quelle indicazioni).In entrambi i casi,comunque,ne viene fuori il ritratto di tempi particolarmente difficili,in cui la vita aveva un valore relativo,come,purtoppo,ancora in molti luoghi .
Hai ragione Eliana, i libri del passato rimandano uno specchio di una società molto diversa dalla nostra, il tuo manuale infermieristico mi fa venie in mente un libro di medicina del ‘700 che ho qui in casa, ne scrissi diverso tempo fa, da brividi eh!
Buona sera, grazie Eliana.
Come mi piacerebbe vedere un libro di medicina così antico,io che sono affascinata ancora dalle descrizioni del Testut!vado a cercare il tuo scritto
Eh cara, è una piccola chicca quel libro, il post te lo metto qui… meno male che siamo nate in questo secolo, dai!
https://dearmissfletcher.wordpress.com/2012/02/02/larte-di-curarsi-e-di-guerirsi-da-se-medesimo/
E vogliamo parlare della carta? Alcune volte ruvida più di altre, come se ogni carta avesse una sua granatura. Il colore che verte verso il giallognolo e poi il profumo che emanano le pagine, un miscuglio tra carta e inchiostro. Affascinante, grazie!
La carta dei vecchi libri è particolare, hai ragione Londarmonica.
Buona domenica a te cara, grazie.
in un tempo in cui la carta stampata sembra avere i giorni contati, leggere queste preziose finiture ci fa rimpiangere i vecchi tempi, in cui i libri erano lì a colorarsi con il tempo nelle nostre librerie.
Io ho moltissimi libri, anche se non ne compro da tempo, ho conservato tutti quelli comprati nella mia vita. (:-))
Buona domenica.
Anche io li ho conservati praticamente tutti, i libri sono amici preziosi!
Buona domenica Max!
Le note vergate sui libri antichi li rendono ancora più preziosi. È emozionante pensare a chi li ha posseduti e maneggiati prima di noi… ecc. ecc. 🙂
Davvero, proprio così!
Ho ancora delle prime edizioni e altri libercoli meno nobili ma vergati di pugno dai miei bisnonni e, beh… l’emozione c’è sempre, anche se sono una tal divoratrice di carta stampata che oramai leggo solo ebooks, per questioni di spazio e di costi, però vuoi mettere il fascino dei vecchi volumi ingialliti? E ogni qualvolta vedo queste grafie modellate da anni di aste e filetti, rigorosamente datate dal 1800 in poi penso a quanta vita è passata…
Un abbraccio (bello sapere che c’è ancora chi apprezza queste piccole cose)!
Eh, io amo solo i libri di carta, Tatiana, non posso farne a meno! Un bacione a te carissima, grazie.
Ho anch’io qualche vecchia edizione, così affascinanti
I vecchi libri sono speciali!
Da amante delle vecchie edizioni ti faccio i complimenti per un argomento che non viene mai trattato. Le annotazioni, le dediche e spesso anche le cartoline sono per me dei ricordi preziosi quando trovo un libro che, come ti suggerisci, ha una sua storia.
Grazie a te, è sempre un brivido trovare un foglietto, una nota, una calligrafia sconosciuta, è così anche per me.