Due chitarre

Vado spesso a trovarlo, quando mi capita di trovarmi là dove lui riposa gli porto il mio saluto.
Poi ci sono le sue canzoni, quelle le porto sempre con me e vivono ancora in ogni luogo della sua città, dai caruggi alle creuze davanti al mare la voce di Fabrizio vi accompagna per le strade di Genova.
Con quella dolce malinconia, le parole di Fabrizio parlano di lui e di noi, sempre.
Vado spesso a trovarlo e ho sempre veduto una sola chitarra davanti alla sua tomba, in un giorno di primavera ho trovato un raggio di luce che rischiarava il suo nome.
E la luce sa essere incantevole, a volte.
E c’era il sole, c’era il suo nome e quella chitarra.

Torno spesso qui, l’ultima volta non ero sola, ho accompagnato due visitatori che stavano cercando proprio lui, era troppo complicato spiegare loro come trovarlo e allora ho preferito portarli nel luogo dove lui dorme.
Intanto vado sempre a salutarlo, ve l’ho detto.
E c’era una luce splendente, c’era il suo nome e c’erano due chitarre.
Ciao Fabrizio, non potremo mai dimenticarti.

23 pensieri su “Due chitarre

  1. e chi può dimenticarlo, la sua musica riempie le nostre giornate, lo ascolto spesso anch’io, ci ha lasciato dei pezzi straordinari, noi genovesi siamo molto legati a lui.

    Buona giornata (:-))

  2. Cara Miss, ci passo sempre davanti anch’io, non fosse altro che per questioni logistiche (il mio appuntamento è poco più in su). Posso suggerirti un libro che ho appena comprato? “Genova è mia moglie”

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