A Francesco Bartolomeo Savi, apostolo della libertà

Poeta e professore di lettere, giornalista appassionato, ardente patriota e mazziniano: Francesco Bartolomeo Savi dedicò la sua vita intera alle cause nelle quali credeva e ai suoi ideali di libertà.
Figlio di uno straccivendolo, Savi aveva spirito caparbio e fiero, egli fu una delle figure più significative del nostro Risorgimento ed è a me molto caro, ho così già avuto modo di raccontare le vicende della sua vita tumultuosa in questo articolo risalente al lontano 2012.
L’eroico patriota lasciò le cose del mondo nel Marzo 1865, di salute malferma e tormentato da disillusioni di carattere politico, a soli 45 anni Savi si tolse la vita con un colpo di pistola.
La sua morte lasciò attoniti i suoi sodali e coloro che condividevano il suo pensiero, a narrare come venne edificato il suo cippo funebre è lo scrittore Ferdinando Resasco nel suo volume dal titolo La Necropoli di Staglieno risalente al 1892.
Resasco racconta di una sottoscrizione fatta dai componenti dei circoli democratici, con quel denaro fu commissionato un cippo e per realizzarlo si scelse lo scultore Augusto Rivalta che lasciò ai posteri una scultura di superba bellezza.
Nel candido marmo egli forgiò una figura alata dai tratti di giovinetto, a prima vista si potrebbe credere che sia semplicemente un angelo ma Resasco spiega ai suoi lettori che in quelle sembianze acerbe Rivalta volle ritrarre il genio alato della libertà.
Chino sul marmo il genio scrive l’anno della morte di Francesco Bartolomeo Savi.

Con questa grazia assoluta, come se tra lui e il patriota intercorresse un dialogo mai interrotto, una reciproca comprensione alimentata da fede e amore autentico.
E Savi amava con vero ardore il senso di giustizia e libertà, quella giovane figura così veglia sul suo eterno sonno.

Sul cippo appare anche il profilo bello e fiero del patriota così circondato da una corona di foglie di alloro.

Le parole scritte in memoria di Savi esaltano poi la sua personalità eroica e le sue azioni: lo si definisce apostolo del pensiero italiano, prode e valoroso soldato della schiera dei Mille, coraggioso combattente a Marsala.

Vibrante commozione si coglie poi in quello sguardo che tutto racchiude e conserva: una storia, una vita, una memoria lontana, le scelte di uomo che volle combattere per la libertà.

Libertà: sulla tomba di Savi è incisa anche questa parola a lui così cara.
Lui che era l’apostolo della libertà, lui che fermamente credeva nell’importanza delleducazione e dell’eguaglianza, coloro che vollero ricordarlo cercarono di fare in modo che il suo monumento funebre raccontasse in qualche maniera il suo pensiero e il suo credo.

L’ultima dimora di Francesco Bartolomeo Savi si trova nel Boschetto Irregolare del Cimitero Monumentale di Staglieno, tutto attorno ci sono le tombe e i monumenti funebri degli eroi, dei garibaldini e dei patrioti che si distinsero nel tempo del nostro Risorgimento.
Francesco Bartolomeo Savi riposa a breve distanza da Giuseppe Mazzini e come giustamente chiosa Resasco è quello il luogo dove egli deve restare.
Sotto gli occhi amorosi del genio della libertà, così vicini al suo cuore e al suo sentire.

Mi unisco anch’io alla schiera degli amici del patriota, anche a me lui è molto caro e quando a Genova mi ritrovo nei suoi luoghi il mio pensiero va sempre a lui.
A Staglieno poi ritorno sempre a salutarlo nel luogo dove egli per sempre riposa, custodito da una figura gentile a volte accarezzata da sole radioso e potente come certi moti dell’animo.
A un fiero figlio di Genova: a Francesco Bartolomeo Savi, apostolo della libertà.

22 pensieri su “A Francesco Bartolomeo Savi, apostolo della libertà

  1. Ma quanta grazia questo genio ! Magari storcerai il naso ma d’istinto mi viene da associare quest’angelo graffittaro alla filosofia di Banksy:su quella lapide inciderebbe non solo una data ma mille papaveri rossi o un palloncino libero in cielo…e penso che Savi apprezzerebbe

  2. delicatissimo scrivano, Miss… e i Mille papaveri rossi citati da Eliana, mi fanno dire che il Savi era proprio uno di quei Mille papaveri…

    • Grazie carissimo, la trovi prima della tomba di Mazzini, percorri la scala e al termine di essa prima di svoltare a sinistra per andare da Mazzini te la trovi proprio di fronte e a questo punto una visita è d’obbligo. Buona serata a te Mauro.

  3. certe opere sono davvero incredibili! Sembra quasi impossibile immaginare come abbiano potuto realizzare opere scultoree di tale livello! Si rimane a bocca aperta solo osservandole!
    Buon wek end. 😉

  4. C’è un busto di F.B.Savi in un’aiuola dei giardini Acquarone, teatro dei miei giuochi d’infanzia; tra questi, uno dei preferiti consisteva nell’arrampicarmi, insieme con i miei amichetti, sul basamento del monumento, per andare a toccare il naso del personaggio (chi ci arrivava!). Adesso il naso è scomparso, vandalizzato… ma, giuro, non siamo stati noi!

      • Per chiarirmi ogni dubbio, ho fatto un sopralluogo nei “Giardini Aldo Acquarone – poeta dialettale 1898-1964”; già la data di morte esclude che il monumentino sia dedicato a lui, in quanto a mia memoria esisteva già negli scorsi anni ’40, ma certamente da molto prima (direi inizio Novecento). In secondo luogo, sul basamento si individuano i resti di due epigrafi, di cui una ormai illeggibile, mentre sull’altra si riesce ancora a leggere “…auspice la Società F.B. Savi e … il circolo Libero Pensiero…”. Il busto, poi, fuga ogni dubbio: il volto è identico a quello ritratto nel cippo di Staglieno, l’abbigliamento è ottocentesco, e soprattutto la presenza del fascio littorio è consona al personaggio, che, come tu (mi permetti il “tu”, che si addice a a due vecchi condiscepoli colombini, nonché vicini di casa?), ben sai, era un fervente patriota, mazziniano garibaldino. Per concludere, un’osservazione: è un’indecenza che il monumento sia lasciato in codeste pessime condizioni: su chi si potrebbe far pressione affinché venisse restaurato? Immagino che i sodalizi citati ormai non esistano più, ma eventualmente si potrebbe pensare ad una pubblica sottoscrizione tra chi ancora condivide i suoi ideali.

      • Hai ragione tu, ne ho trovato anche notizia in una rivista d’epoca, non mi sono soffermata più di tanto ad osservarlo, andrò a vedere e speriamo che venga restaurato presto, grazie molte del tuo intervento Guido!

  5. E’ stato un grande personaggio, ha diretto il giornale L’italia del popolo, un quotidiano uscito a Genova con il primo numero sabato 21 febbraio 1857, vi si leggono notizie importanti con articoli anche di Mazzini.
    Il quotidiano era sempre oggetto di sequestri da parte della polizia, possiedo l’opera completa è molto rara, manca anche in alcune bibblioteche di Genova.
    Il giornale era stampato dalla Tipografia Lavagnino mentre il gerente era Bartolomeo Ferretti.
    Eugenio

    • Carissimo, eccoti, sono contenta che tu abbia letto questo articolo dedicato a un personaggio così caro a entrambi.
      E chi altri poteva possedere l’opera completa di L’Italia del popolo? Che meraviglia, Eugenio, ha sempre degli autentici tesori tu.
      Grazie, un abbraccio a te!

  6. Grazie a te, è stato un vero piacere aver trovato l’occasione per rispolverare i miei ricordi d’infanzia! Se credi, quando avrai voglia di andare a vedere di persona, puoi farmelo sapere, verrei volentieri con te. E magari potremmo anche andare a salutare Carlo Malinverni, un centinaio di metri più sotto.

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