È una sottile figura femminile e resta così posata con grazia a custodire sepolcro dove dormono il loro sonno eterno i membri della famiglia Piantelli.
Tiene le dita intrecciate, ad osservarla pare di udire il suo sospiro affannoso che accompagna il tempo del suo struggimento.
Il monumento è situato nella Galleria Inferiore a Levante del Cimitero Monumentale di Staglieno ed è la vivida rappresentazione del dolore e della tristezza suscitate dal senso di perdita.
Incisi nel marmo, là dove cade il drappo, l’anno di realizzazione dell’opera e il nome dell’artista che la scolpì, il talentuoso Giovanni Battista Villa che, come ricorda il Resasco, venne definito dai suoi contemporanei il poeta dello scalpello.
Lei resta, silente e abbandonata, nella sua desolata solitudine.
Porta la sua vezzosa borsina attaccata ad una cintura, secondo la moda dell’epoca.
E i suoi occhi racchiudono tutto il suo sentire, tutto il suo rimpianto, tutta la potenza del ricordo.
Le memorie paiono attraversare la sua mente per toccare il suo cuore e la sua anima.
E appare così fragile, dolente e affranta, così ostinatamente inconsolabile.
Il tempo è fermo, per lei, al tempo della sua perdita.
Smarrita, nella sua dolcezza gentile.
Perduta nei pensieri, nelle parole da ricordare, nelle immagini che si riaffacciano improvvise davanti al suo sguardo.
Così lei rimane, muta e dolente, custode di certe memorie e del suo dolore.
Tra i tanti bellissimi monumenti di Staglieno, questo è uno di quelli che incontra meno il mio gusto personale e che per certi versi mi comunica un senso di disagio nello sguardo e nella posa. Quest’oggi il mio plauso va a te più che al monumento perché riesci sempre a proporli con uno sguardo ricco di sincera pietas. Buona giornata cara! 😘
Grazie Viv, un abbraccio.
Colgo una postura di chiusura nel dolore sigillato dentro quelle mani intrecciate e in quello sguardo contratto da una smorfia di sofferenza… oggi anche i miei pensieri corrono tutti verso quel luogo dove riposano ormai tanti dei miei cari affetti più cari … li ritroviamo la’ tutti insieme disponibili ad accogliere una nostra visita di saluto…
Davvero, è proprio come tu dici.
Un abbraccio, cara Brunattola, grazie.
Mi ha sempre colpita la torsione forzata di quegli avambracci, quasi innaturale,esprime quasi un sentimento di rabbia,una rabbia nei confronti della morte che ho provato personalmente e ho spesso visto nella mia professione.
Solo il genio di un artista poteva esprimerlo in un semplice dettaglio anatomico
Davvero, solo un genio d’artista poteva rendere così vivido questo particolare.
Infatti la figura presenta come una reazione di ribellione inutile di fronte alla Morte. Una sorda ira contro un destino non procrastinabile. Saluto tutti e e rivolgo un pensiero a tutti coloro che sono vicini a noi anche se non visibili fisicamente. R.I.P.
Grazie Mario, un bel pensiero il tuo, i nostri ci restano comunque vicini come tu dici.
sì, Miss, lei è silente, ma le mani giunte a quel modo, l’artista gliele ha fatte parlare…
Davvero, è un monumento struggente e toccante.
A giusta ragione il Resasco disse pronuncio la celebre frase!L’anfora appena visibile colma di lagrime Dio vi ha steso un manto consolatore.
Lievemente appoggiata alla colonna eco la sua preghiera”cielo ai miei lunghi spasimi concedi alfin riposo,e di questi eterni palpiti siano di speranza almen”A.B.
Una preghiera e un pensiero per tutti.
E a te Dear un tenero abbraccio e prego per te.
Grazie caro Mauro, sei sempre sensibile e profondo, ricambio il tuo abbraccio!
Non riesco a decidermi tra il considerare questa straordinaria immagine come una figura simbolica (in questo caso figura del Dolore, come su altre tombe abbiamo visto figure della Carità o della Speranza), oppure come il preciso ritratto di una donna reale o, infine, come tutte e due le cose insieme. Certo è soltanto il fatto che questo scultore era davvero “poeta”.
Hai ragione, probabilmente ci si possono ritrovare entrambe le cose come tu dici.
Magnifico scultore Villa, davvero.
Straordinari i dettagli!
Sì, è un monumento splendido!