La danza della mezzaluna

Chi ama cucinare, io credo, trova appagamento non soltanto nel veder apprezzati i propri manicaretti, la cucina è per molti aspetti anche un magnifico diletto.
È entusiasmante scoprire nuove ricette, fare le liste degli ingredienti da acquistare, apparecchiare la tavola con gusto.
La cucina poi è innanzi tutto condivisione e unità, non c’è nulla di più fraterno di sedersi insieme allo stesso tavolo per un buon pranzo, un brindisi in allegria e un dolce delizioso.
E tra i piaceri della cucina c’è anche la soddisfazione di preparare cose buone per se stessi e per i propri cari.
Ormai, nel procedimento di preparazione di una pietanza, tutti noi possiamo avvalerci del mixer elettrico o di altri piccoli elettrodomestici che sanno rendere la nostra esperienza in cucina assai più semplice.
Tra gli attrezzi del passato, tuttavia, uno conserva intatto per me tutto il suo fascino: la mezzaluna.
Non so come la pensiate voi ma per me la mezzaluna è un rito dal valore impareggiabile.
È un ritmo lento, cadenzato, una piccola fatica felice, un gesto ricco di vera bellezza, è un tempo paziente che non va sprecato.
E si tritano così il sedano, la carota e la cipolla che spandono anche il loro profumo.
È una danza leggera, da un lato all’altro del tagliere.
È una magnifica lentezza, un movimento antico che mi pare colmo di una sapienza semplice e segreta.
Posare la mezzaluna sul tagliere è, in qualche maniera, un gesto amorevole e allo stesso tempo un’attività che a me dona un senso di vera rilassatezza.
E restando nell’ambito delle mie attività personali preferite ho pensato che forse potrei paragonare il gesto di tritare la mezzaluna a quello di muovere l’ago su e giù sulla tela per ricamare.
Piano, piano, senza fretta.
Occorre concentrazione, dedizione, tempo, interesse e tutto poi viene da sé, almeno così mi sembra.
Seguendo la danza lenta della mezzaluna.

18 pensieri su “La danza della mezzaluna

  1. A casa dei miei è ancora in uso e quando ero bambina guardavo affascinata mia nonna e mia mamma che sminuzzavano con quel lento ondeggiare della lama. Ho appreso per osmosi tutti quei movimenti con cui si raggruppa il trito passando la lama di piatto sul tagliere e si ricomincia ma da anni non mi capita di usarla. Questi tuoi post mi rafforzano sempre nell’idea che si possono raccontare con piacevolezza anche i dettagli più minuti. Buon week end

  2. Bellissimo paragonare il movimento della mezzaluna alla danza!Allora pensiamo:quella della nonna Teresa era una mazurka col galop,quella di nonna Gigina aveva la maestosità di un valzer viennese, quella di mamma un rock’n’roll viste le evoluzioni con il coltello e la mia danza senz’altro una incalzante samba!

  3. Bei ricordi Miss!
    La conservo ancora insieme con il mortaio ,il macinino da caffè….
    Ieri splendida giornata dell’estate di S.Martino passata con due amici in Val Trebbia!
    Fontanigorda,Casanova,Pietranera,Rovegno .
    Buona giornata Dear Miss!
    Carlo

  4. Anche io ricordi bene il trito fatto con la mezzaluna… purtroppo alcune finirono la loro esistenza con uno dei due pomi spaccati e cosi non riparate visto l’ uso dei macinini … era davvero un simpatico utensile … l’ ultima la vidi riposta in fondo al cassetto del tavolo di cucina di campagna ….. una lama meno aggressiva di un coltello grazie alla sua forma a sorriso

  5. Sembra proprio di sentirlo il profumo di sedano, carota e cipolla tritati dalla mezzaluna, leggendoti e guardandoli sul tagliere nella tua foto. Non si capisce perché, direbbe qualcuno, se li tritiamo nel mixer elettrico quel profumo non ce lo regalano. Ma non è così: si capisce eccome! Grazie per questo post straordinario.

  6. Il tuo racconto Dear è da fiaba,e mentre gli occhi seguono il racconto, il pensiero è assorto sul contenuto.E’ bello e dettagliato il tuo racconto manca solo la tua voce Miss.La mezzaluna con i suoi pomelli rossi è sempre a portata di mano in dispensa e in cucina nella casa in campagna,con pazienza viene bene anche il pesto con sale e rosmarino e pepe.
    La prima volta che la usai mi resi conto che era molto utile.
    Oggi sta scomparendo,ma dovremmo riflettere bene.Abbiamo bisogno di ritornare alla pazienza e alla buona.
    Buona girnata Dear Miss. Grazie della tua dolce quotidianità e semplicità che aprono orizzonti di speranza in un periodo assai convulso e sconvolto come il presente,non occorre essere maghi per fare magie.

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